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Torino Portone del Diavolo

Torino, qui potete 'incontrare' Satana

Gli occhi e il portone del Diavolo: leggende oscure su due edifici torinesi

Portone del Diavolo
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Torino - Portone del Diavolo
Che Torino sia una città legata a culti esoterici, magici, leggende occulte e misteriose energie, è risaputo. Il capoluogo piemontese è indicato come uno dei vertici della magia bianca, assieme a Praga e Lione, ma anche della magia nera, con San Francisco e Londra, e non mancano in giro per la città luoghi, monumenti, edifici che alimentano questa narrazione. Che ci crediate o no, di sicuro non potrà che sorprendervi incontrare in giro per la città niente meno che il maligno. Satana. Sì, il Diavolo in persona, o perlomeno il suo temibile sguardo.

Uno dei simboli della magia nera più spesso citati quando si parla di Torino è infatti il Portone del Diavolo. Una porta riccamente decorata che si apre sull’altrettanto oscuro ‘Palazzo del Diavolo’, soprannome con cui è popolarmente noto (in verità si tratta di Palazzo Trucchi, dove ha sede la Banca Nazionale del Lavoro). Il famoso portone si trova tra via XX Settembre e via Alfieri, e si può ammirare in tutta la sua cupezza sin dalla seconda metà del 1600. Tra amorini, cornici, fiori, frutta ed elementi allegorici, spunta il ritratto del Diavolo, che fuoriesce con il suo ghigno tenendo tra i denti il batacchio per bussare alla porta, osservando dritto negli occhi i visitatori. Il batacchio stesso è una scultura in ferro raffigurante due serpenti che si intrecciano.



Si dice che la porta si sia ‘materializzata’ nel giro di una notte, dopo che uno stregone invocò Satana: il maligno si manifestò, ma punì lo sventurato imprigionandolo dietro il portone che non si aprì mai più. Dietro satanici battenti si sarebbero perse le tracce anche di un maggiore dell’esercito francese, Melchiorre Du Perril, il cui scheletro (o presunto tale) fu ritrovato imprigionato dentro un muro, in posizione eretta. Ancora, aleggia sul palazzo l’ombra di un omicidio: quello di una danzatrice, Emma Cochet, che si esibiva durante una festa di Carnevale all’epoca dei Savoia. In molti testimoniano di aver visto il suo fantasma. Per concludere, Palazzo Trucchi si dice fosse sede della Fabbrica dei Tarocchi.

Ma il Diavolo si manifesta a Torino anche sotto altre spoglie: il suo sguardo, per la precisione i suoi occhi luciferini, si trovano in via Lascaris 1. Sono due fessure piuttosto strane che si trovano sul marciapiede ai piedi di un palazzo che si dice ospitasse gli incontri segreti di una loggia massonica. In corrispondenza di una grata che dà sulla finestrella di un ambiente seminterrato, si trovano queste due bizzarre fessure che sembrano a tutti gli effetti due occhi stilizzati, e vista la fama esoterica della città sabauda negli anni la popolazione ha cominciato ad indicarle proprio come Occhi del Diavolo.

NEI DINTORNI

Torino è una città ricca, ricchissima di mete da non perdere. Ma se è il tema ‘magico’ ad ispirarvi, potete scoprire un itinerario in questo articolo. Ci sono anche luoghi che non potete ‘vedere’ ma dovrete immaginare con il supporto della fantasia, eppure vi consentiranno di percorrere un tour tra alcuni punti energetici particolarmente importanti della città: scoprite qui la magia delle Grotte alchemiche. Rimanendo in tema ‘oscuro’ e anche piuttosto macabro, il capoluogo piemontese ospita il Museo di Antropologia Criminale Cesare Lombroso: ve ne abbiamo parlato qui.



Se dopo tanta inquietudine volete confortarvi con le delizie dei caffè storici torinesi, non avrete che l’imbarazzo della scelta. Al Caffè Mulassano si dice sia nato il tramezzino, presso la Confetteria Avvignano potete farvi tentare da mille prelibatezze. Mentre se è la cioccolata che vi appassiona vi abbiamo proposto questo golosissimo tour.
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