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Favette, dolce tradizione triestina

La ricetta dei bocconcini PAT a base di mandorle di origine austroungarica

biscotti tipici trieste
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Favette triestine
Le fave sono uno dei dolci più tipici della tradizione triestina. Nascono per onorare i morti durante la festività del primo novembre, ma sono disponibili anche durante l’anno. Un prodotto semplice e ricco di gusto che ciascuna famiglia triestina associa all’idea di infanzia. Le prime apparizioni vengono collegate all’autunno del 1860 in occasione dell’inaugurazione del Castello di Miramare a Trieste. Venivano offerte a tutti gli invitati per festeggiare questo evento. Gli ingredienti sono esclusivi e particolari, e il gusto e profumo che emanano, fanno di questi piccoli dolci un simpatico e prelibato dessert per tutte le occasioni. 
 
LA TRADIZIONE Le favette triestine sono un dolce tipico dei mesi di ottobre e novembre perchè simboleggiano la commemorazione dei defunti. Lla storia racconta che i Romani usavano mangiare fave sulle tombe dei loro cari. Erano infatti servite come piatto principale nei banchetti funebri. Si credeva che all'interno di esse fossero racchiuse le anime dei defunti. Con il passare dei secoli, le fave furono sostituite da dolcetti che ne ricordavano la forma, da qui l'origine del nome. Ciascun colore ha un suo significato e rappresenta un momento differente dell’esistenza umana: il bianco simboleggia la nascita, il rosa indica la vita e il marrone la morte. 
 
LA DENOMINAZIONE Le favette sono un prodotto PAT friulano, tutelate dal Comitato Promotore per la Valorizzazione dei Dolci Tipici di Trieste costituito presso l’Ente camerale il 28 ottobre 2004.
 
LE CARATTERISTICHE Di consistenza compatta e friabile, sono preparate con farina di mandorle, zucchero, uova, miele, liquore, cacao. A seconda dell’utilizzo di questi ingredienti, assumo il loro caratteristico colore. 
 
 
LA PRODUZIONE Lavorazione a mano e cottura attenta costituiscono la caratteristica principale di questo ricercato prodotto. La particolarità è nella scelta delle mandorle che devono essere asciutte e croccanti. È la mandorla che assicura al prodotto gusto e morbidezza. La cottura deve essere precisa: le favette devono risultare croccanti all’esterno ma con un cuore morbido      
 
LA CULTURA “Queste pastine” spiega l’Artusi nel suo fondamentale “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene” “sogliono farsi per la commemorazione dei morti e tengono luogo nella fava baggiana, mossia d’orto. Tale usanza deve avere la sua matrice nell’antichità più remota, poiché la fava si offriva alle Parche, ad Ade e Persefone…”. Si riteneva che potessero mettere in comunicazione il mondo dei vivi con quello dei morti. Tale credenza, presente in quasi tutte le civiltà che si sono affacciate al Mediterraneo, trova, probabilmente spiegazione nel fatto che il legume possiede delle radici lunghissime, che scendono in profondità nel terreno.
 
IN CUCINA I bambini le mangiano come caramelle. Gli adulti li apprezzano anche con il caffè. O dopo cena, accompagnati da un sorso di grappa. 
 
 
LA RICETTA Favette triestine. Ingredienti: 150 g di mandorle, 200 g di zucchero semolato, 1 albume, 1 cucchiaio di rosolio, 1 cucchiaio di cacao. Montare a neve l'albume. Frullare bene le mandorle con lo zucchero, aggiungere poco per volta l'albume alle mandorle e zucchero fino a ottenere un composto sodo. Ricavate tre composti di eguale grandezza. Aggiungete il cacao in uno, il rosolio in un altro. Aggiungere zucchero a velo per rendere l’impasto più sodo. Formare dei cilindri di circa 1 cm di diametro e tagliare piccoli pezzi della forma di gnocchi. Foderare una teglia con carta da forno e adagiarvi i biscotti. Cuocere in forno già caldo a 150°C per 15 minuti. Le favette saranno pronte quando sulla superficie si formeranno delle spaccature. Tirarle fuori dal forno e lasciarle raffreddare.
 
 
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IL TERRITORIO Le origini della città di Trieste sono antichissime, nel II millennio a.C. tutto il territorio della provincia di Trieste fu sede di insediamenti protostorici, nel 50 a.C. circa, il piccolo borgo di pescatori divenne colonia romana ed il nucleo abitativo venne cinto da forti mura, a partire dall'inizio del III secolo d.C., l'urbe tergestina fu ripetutamente travolta dalle invasioni barbariche. Al giorno d'oggi Trieste si rivela essere una città multietnica dalla mentalità aperta generata grazie alla sua posizione geografica di frontiera sia dalle vicissitudini storiche che ne hanno fatto crocevia di molte lingue e culture. VISITA TRIESTE: VAI ALLA GUIDA
 
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