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Sardegna, sulle tracce dell'antica civiltà nuragica

Alla scoperta della storia millenaria dell'isola tra nuraghi e monumenti megalitici

Villaggio Nuragico di Palmavera
©Nicola Castangia
Villaggio Nuragico di Palmavera - Capanna delle riunioni
Case, fortezze, regge, templi, osservatori astronomici. Di teorie sulla destinazione d'uso dei nuraghi all'epoca della loro costruzione ne sono state elaborate tante. Ma il fascino che, oggi, queste millenarie costruzioni in pietra esercitano, prescinde certamente dalla loro funzione ed, anzi, forse è reso ancor più magnetico dall'alone di mistero che ancora avvolge la loro esistenza. Sono migliaia i nuraghi che costellanno l'intero territorio della Sardegna, più di 7.000 anche se c'è chi parla di più di 8.000 e persino di 9.000, a dimostrazione del ruolo di estrema rilevanza che la civiltà nuragica ha interpretato nella storia dell'isola. Da Cagliari a Nuoro sino a Sassari ed Alghero, passando per il Gennargentu e la Barbagia, il territorio sardo è un susseguirsi di testimonianze archeologiche che ci raccontano qualcosa di più su questa antica civiltà senza mai riuscire, però, a rispondere pienamente alle innumerevoli domande che ruotano attorno alla sua cultura. Sappiamo che erano contadini e pastori, che vissero, per circa otto secoli, sull'isola organizzati in piccole comunità di cui i nuraghi rappresentavano il centro della vita sociale e che hanno lasciato ai posteri una moltitudine di differenti costruzioni megalitiche che spaziano dalle necropoli, sino alle tombe e ai luoghi di culto. Ma le notizie su queste antiche tribù non vanno molto oltre. Per conoscere, quindi, più da vicino la civiltà che ha plasmato in maniera così inconfondibile il paesaggio della regione, il modo migliore è partire alla scoperta della Sardegna dei nuraghi ed ammirare dal vivo il suggestivo colpo d'occhio offerto dai sorprendenti monumenti di pietra che ci ha lasciato.



Di siti da ammirare, come detto, ce ne sono in quantità. Potenzialmente migliaia. Chi desidera intraprendere un itinerario che coinvolga alcuni dei più significativi, dunque, potrà scegliere tra numerosi punti di partenza. Cagliari potrebbe essere uno di questi. Dopo essersi concessi una visita del bel capoluogo sardo alla scoperta di luoghi di elevato interesse storico come l'anfiteatro romano, il Rione Castello, la cattedrale e il bastione di St. Remy, ci si può immergere nelle atmosfere millenarie della Sardegna nuragica visitando il Museo Archeologico nazionale, il più importante al mondo per quel che riguarda la civiltà nuragica, dove ci si potrà documentare sulla storia antica dell'isola e fare una scorpacciata di informazioni che torneranno molto utili nel prosieguo dell'itinerario. Imboccata, quindi, la statale che attraversa la pianura del Campidano, si potranno distinguere quasi subito interessanti resti di nuraghe, come quelli ben visibili di Sa Uga.

Il viaggio prosegue alla volta di Barumini, nella provincia del Sud Sardegna, dove si può ammirare uno dei complessi nuragici più grandi dell'intera regione. Si tratta di Su Nuraxi, un villaggio che ha accolto i nostri antenati dal 1.600 a.C. e fino al III secolo d.C.. Quando ci si trova al cospetto del grande nuraghe centrale, alto 15 metri, non ci si meraviglia che il complesso sia stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO. Attorno alla grande torre principale, che conserva ancora entrambi i piani, si innalzano quattro torri laterali unite da una cinta muraria e all'interno del nuraghe centrale si apre un cortile a mezza luna che custodisce un antico pozzo profondo 20 metri. Del villaggio che si sviluppa attorno al complesso principale sono ancora ben visibili i resti delle capanne che presentavano, generalmente, una pianta circolare. Per saperne di più sul sorprendente villaggio di Su Nuraxi leggi qui.



Non bisogna affrontare un tragitto lungo per raggiungere il più imponente monumento megalitico dell'isola, nonchè uno dei più importanti dell'intero occidente europeo. Si tratta del Nuraghe Arrubiu, noto anche come Gigante Rosso per la colorazione che gli conferiscono i licheni che si sono sviuppati sulla sua superficie, e si trova ad Orroli, un pittoresco borgo della provincia del Sud Sardegna ricco di edifici civili e religiosi di elevato interesse storico ed architettonico. Ma è certamente il sito archeologico il tesoro più prezioso della località sarda. Chi avrà l'opportunità di visitarlo potrà affermare di aver ammirato dal vivo l'unico esempio di nuraghe pentalobato. All'epoca della sua realizzazione, il complesso era sormontato da una torre alta ben 30 metri e il suo perimetro esterno era delimitato da un antemurale munito di 12 torri, occupando una superficie complessiva di ben 10.000 mq. Ve ne abbiamo parlato qui.



Proseguendo verso nord e passando per l'altopiano della Giara, dove sarà difficile resistere alla tentazione di fermarsi ad osservare i cavallini che vivono allo stato brado, si raggiunge Isili, che si affaccia sulla vallata del Sarcidano offrendo numerose opportunità agli amanti di free climbing e canottaggio di dedicarsi alle proprie attività preferite. Qui, oltre a fare sport, si potranno ammirare numerose testimonianze della civiltà nuragica, tra cui il nuraghe Is Paras che sfoggia una magnifica volta che, con i suoi 12 metri di altezza, è la più alta di tutta la Sardegna. Da non perdere, inoltre, le interessanti domus de janas (case delle fate o delle streghe), antichissime tombe rupestri dell'era neolitica che riproducevano gli interni di un'abitazione. Altre sepolture di questo tipo sono presenti anche nelle zone di Goni e Pimentel.
Lungo il percorso merita certamente una sosta l'interessante tomba megalitica di Aiodda, nei pressi di Nurallao,così come i suggestivi menhir di Laconi. Ce ne sono di differenti dimensioni, alcuni anche finemente decorati. Se ne possono ammirare alcuni interessanti esempi presso il Civico Museo Archeologico. Una volta raggiunto il paese, vale la pena soffermarsi a visitare anche i resti dell'antico castello medievale, incastonati in un parco a tutela regionale, oltre che i numerosi nuraghi che costellano il territorio.

Tra borghi ricchi fi fascino e paesaggi dalle suggestioni selvagge, si raggiunge la Barbagia ed il bel massiccio del Gennargentu. Chi viaggia alla scoperta degli antichi nuraghi sardi, in Barbagia potrà ammirarne alcuni dei più interessanti dell'isola. Ce ne sono, infatti, oltre 200 e tra i meglio conservati della regione. Recandosi a Bitti, ad esempio, si potrà ammirare il vicino sito di Su Romanzesu che conserva le vestigia di templi e capanne nuragiche e di un anfiteatro, mentre il complesso delle cinque chiese campestri o Babbu Mannu custodisce le rovine dei santuari di Santo Stefano, Babbu Mannu, Santa Maria, Santa Lucia e San Giorgio.Non bisogna allontanarsi molto per raggiungere Orune, dove si può visitare la suggestiva Fonte Sacra Su Tempiesu, il più bel tempio a pozzo nuragico dell'intera isola. A Meana Sardo, infine, il nuraghe Nolza colpisce per il suo ottimo stato di conservazione.



Prima di intraprendere un magnifico viaggio coast to coast per ammirare i nuraghi della zona occidentale della regione, vale la pena concedersi una sosta a Nuoro, capoluogo della Barbabagia, dove si potranno apprendere interessanti informazioni sulla cultura locale visitando il Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde. La città ha dato, inoltre, i natali a Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura, la cui casa è stata trasformata in un museo in cui scoprire di più sulla vita e le opere della grande scrittrice sarda.

E' arrivato, dunque, il momento di attraversare l'isola da est a ovest continuando a seguire le tracce dell'antica civiltà nuragica. Nella traversata ci si potrà soffermare a Sedilo, in provincia di Oristano, per ammirare una delle più grandi necropoli ipogee della regione, le domus de janas di Iloi, con 34 sepolture rinvenute sino ad oggi, oltre che la reggia nuragica e le Tombe dei Giganti.

Altre tombe misteriose e reperti maestosi fanno della Valle dei Nuraghi una delle aree di maggior interesse archeologico per quel concerne le testimonianze lasciate dalla civiltà nuragica. Si trova nell'area a nord-ovest dell'isola denominata Logudoru Meilogu dove sono stati rinvenuti oltre trenta nuraghi ed una decina di Tombe dei Giganti. La maggior parte dei reperti sono concentrati nella regione di Cabu Abbas dove si possono ammirare numerose costruzioni monotorre ed alcuni esempi di complessi bilobati o trilobati, composti, rispettivamente, da due o tre corpi strutturali. Da non perdere una sosta alla cosiddetta "casa del re" (sa domu de su re), uno dei più maestosi nuraghi polilobati dell'intera sardegna con un mastio centrale che, all'epoca della sua costruzione, doveva misurare tra i 22 e i 24 metri di altezza. Da non perdere, inoltre, i resti delle tombe dei giganti delle quali si possono ammirare le piante nel terreno o alcuni esempi di stele funerarie e dolmen. Leggi qui per scoprire le sorprese che riserva un itinerario alla scoperta della Valle dei Nuraghi.



Raggiunta la costa occidentale dell'isola le sorprese non sono finite. Non lontano dalla magnifica Alghero, infatti, si può ammirare un altro interessante esempio di villaggio nuragico, considerato uno dei monumenti più significativi delle civiltà megalitiche del Mediterraneo occidentale. Si tratta del Villaggio Nuragico di Palmavera, che prende il nome dalla palmetta nana, tipica della vegetazione mediterranea, che cresce all'interno del sito archeologico. Costruito in più fasi, le strutture più antiche risalgono niente meno che al XV secolo a.C.. Il villaggio, formato attualmente da 50 capanne ma che, nell'età del Bronzo, erano probabilmente circa 200, si sviluppa attorno ad un corpo centrale composto da un mastio centrale e due torri minori che si erge al centro di un cortile delimitato da un antemurale che lo separa dalle abitazioni. Il sito, inoltre, sfoggia una enorme capanna per le riunioni, la più grande mai rinvenuta. Il sistema di illuminazione di recente installazione consente di ammirare il sito anche in notturna. Abbiamo parlato qui del magnifico Villaggio Nuragico di Palmavera.



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