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Campania, come rendere indimenticabile un soggiorno a Caserta

La città campana nota per la sua Reggia custodisce anche altri preziosi tesori

Reggia di Caserta
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Reggia di Caserta
Spesso si tende ad associare Caserta esclusivamente alla sua Reggia Patrimonio UNESCO. Sebbene la "Versailles d'Italia" rappresenti, effettivamente, il suo tesoro più prezioso, la città campana ha in realtà molto altro da offrire a chi sceglierà di dedicarle un po' del suo tempo. Vale la pena, dunque, soffermarsi a visitare le più interessanti attrazioni che il capoluogo e i suoi dintorni custodiscono. Chi lo farà scoprirà preziose testimonianze risalenti a diverse epoche che raccontano la lunga storia di questo territorio popolato sin da tempi remoti. Ecco, dunque, un itinerario delle cose da non perdere durante un piacevole weekend a Caserta, Reggia compresa.

Chi raggiunge la città campana generalmente lo fa proprio per ammirare la sua Reggia, autentico capolavoro architettonico che, con i suoi 47 chilometri quadrati e i cinque piani rappresenta la residenza reale più grande al mondo. Per immergersi, dunque, nelle bellezze della città, conviene iniziare l'esplorazione proprio dalla sontuosa reggia borbonica. Commissionata da re Carlo di Borbone al rinomato architetto Van Wittel (noto in Italia come Vanvitelli), la sua realizzazione cominciò a partire dalla metà del XVIII secolo ed il suo progetto, ispirato a Versailles ed alle grandi regge europee, prevedeva una magnifica fusione tra gli elementi tipici delle residenze reali dell'epoca e l'inconfondibile stile italiano. Si tratta di un complesso di proporzioni grandiose che annovera ben 1.200 stanze, alcune delle quali possono essere ancora oggi ammirate dal pubblico.



Ad accogliere i visitatori è l'imponente Scalone, una scenografica scalinata doppia sulla quale si apre la Cappella Palatina e che conduce agli appartamenti reali. La Cappella è una delle più affascinanti meraviglie che si ha l'opportunità di ammirare durante la propria visita. E' ispirata a quella della Reggia di Versailles e sfoggia magnifici pavimenti in marmo policromo, uno splendido colonnato in marmo ed un soffitto a botte in legno. L'esplorazione del palazzo prosegue con altri sorprendenti ambienti riccamente decorati, che spaziano dalla Sala delle Cacce Reali, alla Sala dei Porti di Campania, dalla Sala dei Porti di Calabria e Sicilia, alla Sala dei Porti di Puglia, sino alla Sala delle Allegorie, a quella di Marte, alla Sala di Astrea, alla scenografica Sala del Trono, a quella del Consiglio, ed alla Camera di Francesco, alla Camera di Murat e alle quattro Sale dei Ritratti del Re. Magnifca la la Biblioteca che custodisce un ricco patrimonio librario con preziosi volumi antichi. Scoprite la magnifica Collezione Terrae Motus all'interno della Reggia di Caserta, ne abbiamo parlato qui.

Ma a rendere grandiosa la Reggia di Caserta non è soltato il suo palazzo. Il complesso architettonico è, infatti, immerso in un immenso parco che si estende per circa 120 ettari in un tripudio di lussuose fontane, sculture, giochi d'acqua e lussureggianti boschi. Lungo il percorso si potranno ammirare l'elegante giardino all'italiana ed il rigoglioso giardino all'inglese che comprende 120 ettari di boschi, laghetti e finti ruderi. Da non perdere la "Castelluccia", una piccola torre che si erge proprio all'inizio del parco, munita di ponte levatoio e fossato, e la vicina vasca della Peschiera Grande, entrambe utilizzate per la riproduzione di battaglie terrestri e navali.



Il percorso centrale si presenta, invece, come un sorprendente susseguirsi di sfarzose fontane e giochi d'acqua a tema mitologico. La fontana Margherita è adornata da sculture raffiguranti Apollo e le Muse, dalla fontana dei Delfini emergono tre mostri marini da cui sgorga l'acqua che si riversa nella vasca, la Fontana di Eolo, considerata una delle più scenografiche, sfoggia un grandioso portico semicircolare e una cascata. Proseguendo si potrà ammirare, inoltre, la Fontana di Cerere in marmo di Carrara e Travertino, tra le più affascinanti del Parco. Chiudono l'itinerario la Fontana di Venere e Adone, che raffigura la Dea che supplica Adone di non andare a caccia per non essere ucciso dal cinghiale, e quella di Diana pronta per fare il bagno circondata dalle Ninfe, mentre Atteone sta per essere trasformato in cervo. Proprio nella vasca di Diana e Atteone si tuffa la Grande Cascata con uno spettacolare salto di oltre 70 metri.

Vanvitelli scelse come luogo per far discendere la sua splendida cascata nelle fontane del Parco il fitto bosco di lecci che, a nord della Reggia, si estendeva sulle due colline contigue di Montemaiuolo e Montebriano. Un luogo ideale per creare una scenografia idilliaca che, non a caso, costituiva parte delle "reali delizie" della Reggia facendo da cornice ai giochi e alle battute di caccia di Ferdinando IV. Dal 1993 questo splendido polmone verde è diventato l'Oasi del Bosco di San Silvestro.



La necessità di portare l'acqua sino al colle Briano e, dunque, sino ai giardini spinse Vanvitelli ad elaborare un altro grandioso progetto: quello dell'Acquedotto Carolino, anch'esso dichirato Patrinonio dell'Umanità assieme alla Reggia. Considerato una una delle opere di maggiore interesse architettonico e ingegneristico del XVIII secolo, preleva l'acque delle falde del monte Taburno, dalle sorgenti del Frizzo, e le trasporta lungo un percorso di ben 38 chilometri, per lo più interrato. Il tratto più spettacolare è, però, uno di quelli che emergono dal sottosuolo e che prende il nome di Ponti della Valle Maddaloni, noti anche come Ponti della Valle, che congiunge il monte Longano (ad est) con il monte Garzano (ad ovest) attraversando la Valle Maddaloni.

Si tratta di una imponente struttura in tufo a tre ordini di arcate, sul modello degli acquedotti romani. Con i suoi 44 piloni a pianta quadrata, per una lunghezza totale di 529 metri ed un'altezza massima di 55,80 metri, al momento della costruzione era il ponte più lungo d'Europa. Da segnalare, tra i tratti fuori terra, anche il Ponte Nuovo, detto di Carlo III, che, con la sua struttura in conci di tufo, attraversa il piccolo fiume Faenza nella piana di Airoli fondendosi alla perfezione con il paesaggio bucolico, ed il Ponte della Valle di Durazzano, noto anche come Ponte Taglione e Ponte Tagliola, che scavalca una spettacolare gola di tufo oltrepassando il torrente Martorana e congiungendo la strada provinciale "Durazzano - Sant'Agata dei Goti" con le pendici del monte Longano.



L'Acquedotto Carolino non alimenta soltanto la Reggia di Caserta. La struttura, infatti, serviva a fornire apporto idrico anche allo spettacolare complesso di San Leucio, anch'esso Patrimonio UNESCO. Questo complesso architettonico nasceva dall'idea di Carlo di Borbone prima e Ferdinando IV poi, di realizzare una colonia che accogliesse e formasse gli operai ed il personale che lavorava nei rinomati setifici locali. Il progetto utopico di Ferdinando IV di ampliare la colonia realizzata da Carlo di Borbone e trasformarla in una comunità autonoma (Ferdinandopoli) che ospitasse una sede reale, purtroppo non si concretizzò, ma ancora oggi il Real Borgo di San Leucio, custodisce gli splendidi edifici che erano stati realizzati per dar vita a questo nuovo modello di città in cui vita e lavoro si fondevano assieme.

In particolare, durante la visita, oltre ad acquistare le splendide creazioni in seta, è possibile ammirare i due quartieri operai a destra e a sinistra del cancello di ingresso della colonia, il San Carlo e il San Ferdinando, le scuderie reali, il Palazzo del Belvedere, al quale si accede con una doppia scalinata, la Real Parrocchia e l'edificio della filanda con la cuculliera destinata all'allevamento dei bachi da seta. Il percorso di visita del complesso monumentale comprende l'appartamento reale, adornato con affreschi raffiguranti Bacco e Arianna, la camera da bagno di Maria Carolina, il giardino all'italiana e l'interessante Museo della Seta.



Ma c'è un altro borgo che ogni visitatore di Caserta dovrebbe includere nel proprio itinerario: quello che è valso alla città il nome che ancora oggi porta. L'antica Caserta, infatti, sorgeva sulle pendici dei monti Tifatini a 401 metri di altitudine, in posizione rialzata rispetto alla pianura circostante. Ed infatti il toponimo Caserta deriva proprio dal latino Casa Irta. Il nucleo medievale della città oggi prende il nome di Casertavecchia ed è una frazione del capoluogo che si presenta come un suggestivo borgo magnificamente conservato, dichiarato infatti monumento nazionale, che sorge ad una decina di chilometri a nord-est del centro moderno.

Le sue origini risalgono niente meno che al IX secolo ed ancora oggi, passeggiando per il suo fitto intreccio di stradine, è possibile ammirare le antiche case con i portali in legno ed i resti del Castello risalente all'861 con il mastio ottimamente conservato. L'intero borgo si sviluppa attorno alla bella Piazza del Vescovado sulla quale si affaccia la Cattedrale arabo-normanna di San Michele Arcangelo, costrutita a partire dal 1129 e terminata nel 1153, con i suoi esterni austeri ma eleganti, gli interni caratteristici ed il bel campanile dalle suggestioni gotiche realizzato in epoca di poco successiva. Leggete qui per saperne di più sul magnifico Duomo di Casertavecchia.



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