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Le gondole di Venezia sono Doc

Le imbarcazioni tipiche della Laguna Veneta sono tutelate da un marchio che ne certifica l’autenticità

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Venezia
Passeggiando per calle e canali è impossibile non rimanere colpiti dalle numerose imbarcazioni che solcano le acque della Serenissima. E' fin troppo semplice e riduttivo, infatti, associare la tradizione marinara veneziana alla sola gondola, considerata da molti il simbolo della città ed amata su scala planetaria per la sinuosità delle sue forme e per il romanticismo ed il folklore che emana. Le navi costruite negli Arsenali, così come le barche veloci realizzate negli squeri sparsi per la città e le imbarcazioni prodotte lungo il litorale sono tutte ugualmente rappresentative dell'eccellenza che da sempre contraddistingue Venezia nel settore della navigazione. E non potrebbe essere altrimenti perchè come città lagunare e Repubblica Marinara, è inevitabile che il capoluogo veneto abbia a lungo legato a fil doppio la propria economia, la propria storia, la propria cultura e la propria identità al mondo della marineria e all'arte del navigare. Quella di Venezia è una lunga storia di trasporto di persone e di merci e di costruzioni di imbarcazioni in grado di affrontare i bassi fondali della laguna. Non solo gondole, dunque, ma tantissime altre tipologie di barche progettate in maniera funzionale allo scopo per le quali erano concepite, di cui 15, oltre alla gondola stessa, sono state insignite dalla Regione Veneto del marchio di "Imbarcazioni in legno tipiche e tradizionali della laguna di Venezia" che le ha rese, dunque, parte integrante del secolare patrimonio storico e culturale della Serenissima.

Venezia e la Laguna
 
In barca sulla Laguna

Al di là di alcune caratteristiche comuni, come la forma sinuosa, l'utilizzo del legno per lo scafo ed il fondo piatto per potersi muovere agevolmente anche nelle acque più basse della laguna, queste imbarcazioni presentano, in realtà, notevoli differenze legate alle esigenze per le quali venivano costruite. Se alcune richiedevano, infatti, una maggiore stabilità, altre dovevano essere concepite per sostenere il peso di un certo tipo di carico, altre, infine, dovevano essere adatte a determinate tecniche di voga, un'arte anch'essa, come la costruzione stessa delle barche, che viene tramandata da secoli di generazione in generazione. I tipi di barca erano dunque tanti quante le funzioni cui dovevano assolvere e sebbene, oggi, la gondola sia la più facile da avvistare tra i canali della città, con un occhio attento e, magari, l'aiuto di un cittadino veneziano doc non sarà difficile individuare alcuni esemplari delle altre imbarcazioni tipiche che contribuiscono a rendere gli scorci della Serenessima ancora più caratteristici. (Se, però, non dovessi resistere al fascino delle gondole, leggi qui per saperne di più sulla loro storia, sulle tecniche di costruzione e sulla simbologia di alcune delle loro componenti).

Gondole
 
Le Imbarcazioni Tipiche e Tradizionali della Laguna Veneta

Tralasciando,stavolta, la regina delle imbarcazioni veneziane, si scoprirà un affascinante mondo di barche lagunari dalla storia lunghissima e dalla tradizione mai dimenticata. Come quella del Sandòlo, ad esempio. Questa imbarcazione, così chiamata con riferimento, probabilmente, al sandalo romano dalla suola piatta, è utilizzata in laguna sin dal XIII secolo ed è, dunque, una delle più famose. Si tratta, in un certo senso, del "modello base" dell'imbarcazione della Laguna Veneta perchè da esso sono derivate altre imbarcazioni tipiche veneziane. Si tratta di una barca solida, maneggevole e capiente, adatta per la conduzione a remi, soprattutto con la tecnica della tradizionale voga "alla veneta". Se un tempo era impiegato essenzialmente per la pesca, oggi viene utilizzato anche per diporto, trasporto di persone o di piccoli carichi. Anche alcuni dei modelli derivati dal Sandòlo fanno parte delle imbarcazioni tradizionali tutelate dalla Regione Veneto. La Sanpieròta, ad esempio, così chiamata perchè era l'imbarcazione più diffusa lungo il litorale da San Pietro in Volta a Pellestrina, era utilizzata prevalentemente per la piccola pesca in laguna. E' dotata di ampia coperta di prua per riporre le reti o per fornire riparo ad un uomo dalle intemperie ed è generalmente condotta a remi anche se è armata con timone e vela al terzo. Le dimensioni non superano, generalmente, 6 metri e mezzo. Anche il Puparìn è un discendente del Sandolo e si distingue per la raffinatezza dei dettagli, per lo scafo affusolato e la prua accentuata che ne hanno da sempre fatto una barca di rappresentanza. La sua struttura è lievemente asimmetrica perchè, a differenza di quanto avviene sul Sandolo classico, il vogatore non si posiziona all'interno della barca ma su una pedana posta sulla poppa, da cui il nome Puparin. Dal 1920 viene usata anche come barca da regata. Anche la Mascarèta, utilizzata per la pesca e le regate, appartiene alla tipologia del Sandolo e se ne differenzia per il fondo lievemente più stretto. Le coperte terminano con una forma simile a maschere anche se la leggenda vuole che il suo nome sia legato piuttosto al frequente utilizzo che ne facevano, un tempo, le prostitute mascherate.

Venezia
 
A lungo utilizzata soprattutto dai muratori come mezzo da carico e da trasporto, la Batela, anch'essa, oggi, riconosciuta come imbarcazione tipica, è ormai praticamente scomparsa dalla laguna. Uno degli ultimi esemplari sopravvissuti viene utilizzato per insegnare le teniche della tradizionale voga alla veneta, generalmente in piedi a prua in modo da lasciare libero lo spazio di carico (leggi qui per saperne di più su questa imbarcazione tradizionae). Presenta due principali varianti note come buranela, che prende il nome dall'isola di Burano e presenta una poppa a specchio simile a quella del Sandolo, e a coa de gambero (a coda di gambero) che ha, invece, una poppa più arrotondota simile a quella della Caorlina, un'altra delle 16 imbarcazioni tradizionali, che prende il nome dalla città di Caorle e veniva realizzata anch'essa in diverse varianti che si differenziavano per l'utilizzo che se ne faceva. Oggi, però, è sopravvissuta soltanto la versione da regata. Sono davvero tante, dunque, le imbarcazioni che, più o meno frequentemente, solcano le acque della Laguna Veneta e, con un po' di pazienza, si potrà imparare a distinguere anche i solidi Batelon, gli agili Gondolini, i Cofani, l'ormai scomparsa Peata, l'intramontabile Bragosso da pesca, il Topo, utilizzato per il trasporto delle merci ed oggi spesso convertito a motore, e le sue strette "parenti" Topa e Topetta. Per approfondire, invece, la lunga storia della navigazione veneziana e delle imbarcazioni che punteggiano la Laguna, vale la pena concedersi una visita all'Arsenale di Venezia, l’antico complesso di cantieri navali ed officine che rappresenta il cuore dell’industria navale veneziana sin dal XII secolo. Oggi, in parte di proprietà del Comune ed in parte della Marina Militare, è accessibile in diverse aree (alcune visitabili liberamente, altre su richiesta e con visite guidate) e custodisce l’Istituto di Studi Militari Marittimi e l’interessante Museo Storico Navale con annesso il Padiglione delle Navi.

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