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Cosa c'è da sapere sulle gondole veneziane

Alla scoperta delle imbarcazioni più famose e romantiche del mondo che vantano una storia lunghissima e caratteristiche uniche che le rendono ancora più speciali

Venezia gondole in laguna
Courtesy of © Dan Briški/Shutterstock
Gondole
Non c’è viaggiatore che non si lasci incantare dalla magia delle gondole veneziane, che con le loro inconfondibili silhouette si insinuano tra i canali della città ammantando di romanticismo ogni singolo scorcio. Queste imbarcazioni rappresentano un elemento imprescindibile degli scenari veneziani ma ci sono cose che forse non tutti conoscono del simbolo per eccellenza della Serenissima, come la complessità della loro costruzione, le tecniche antichissime di realizzazione, l’unicità di ogni esemplare e la simbologia che racchiudono alcune delle sue componenti. Ecco, dunque, cosa c’è da sapere su quelle che in molti considerano le più romantiche ed affascinanti imbarcazioni del pianeta.

 LA TRADIZIONE Il loro fascino irresistibile e il romanticismo che evocano le loro forme sinuose che si aggirano per i canali della Serenissima hanno fatto il giro del mondo ed esercitano una delle maggiori attrattive del  magnifico capoluogo veneto. Ma oltre ad essere incredibilmente belle e romantiche le gondole veneziane vantano una tradizione lunghissima, addirittura millenaria. Il loro aspetto, come dimostrato dalle numerose testimonianze documentali e pittoriche,  ha subito numerose variazioni nel corso dei secoli ed oggi i 500 esemplari che solcano le acque cittadine mantengono immutate le caratteristiche che da circa 200 anni li contraddistinguono.  Oggi come un tempo le imbarcazioni simbolo di Venezia vengono costruite secondo tecniche complesse tramandate di generazioni in generazione all’interno degli squeri. Un tempo questi cantieri, che prendono il nome dalla squara (la squadra), un attrezzo impiegato per la realizzazione delle imbarcazioni, erano numerosissimi  e tutti affacciati sul Canal Grande, a testimonianza dell’importanza della loro attività. Oggi ne sono rimasti cinque dislocati in diverse parti della città ed in ognuno di essi si lavora ancora senza disegni progettuali ma basandosi esclusivamente sull’esperienza acquisita. Proprio per questo il lavoro della squerarolo richiede un lungo apprendistato di almeno 36 mesi e solo dopo aver superato un esame è possibile intraprendere questa delicata attività. Ogni gondola, infatti, richiede diversi  mesi di costruzione e circa 500 ore di lavoro e, considerando che la vita media dell’imbarcazione è di circa vent’anni, per mantenere costante l’attuale flotta di 500 elementi occorre costruirne circa 20 - 30 ogni anno.

LE CARATTERISTICHE Ogni squero è costituito da un piazzale inclinato verso l’acqua per l’acceso delle  barche, presenta una recinzione su due lati ed una costruzione in legno alle spalle chiamata tesa, utilizzata come deposito per gli attrezzi e come protezione dalle intemperie. La zona attigua o soprastante lo squero è talvolta adibita ad abitazione del capo mastro squerarolo o del proprietario. Le gondole che vi si producono sono imbarcazioni lunghe circa 11 metri e pesanti 600 chilogrammi. Ognuna di esse presenta una caratteristica asimmetria tra il lato destro ed il lato sinistro, più largo di circa 24 centimetri, ed un fondo piatto che permette la navigazione anche con fondali molto bassi. Ognuna è costituita di ben 280 parti e sfoggia uno scafo in legno di colore nero a causa del trattamento impermeabilizzante a base di pece. Vengono impiegati otto tipi di legname ed in particolare, legno di rovere, di abete, di olmo, di ciliegio, di larice, di noce, di tiglio o di mogano. Le uniche parti in metallo sono il “ferro” di prora e il “risso” di poppa. Nonostante le caratteristiche distintive siano comuni ad ogni esemplare, ogni gondola è, in realtà, un pezzo unico perché realizzata su misura per il gondoliere che dovrà manovrarla. In particolare, per la sua costruzione, si tiene conto dell’altezza e del peso del suo conducente e, dunque, il “ferro” di prua, che ha la funzione di equilibrare le masse, presenterà un peso differente in ogni imbarcazione in base alla stazza del gondoliere, così come la postazione di guida, il remo e la forcola, avranno misure compatibili con quelle dell’altezza e delle braccia di chi guiderà la barca. La forma del “ferro” è, invece, il frutto di una particolare simbologia. L’andamento ad “s” riproduce quello del Canal Grande, il pettine a 6 rebbi al di sotto della lama principale, invece, richiama i sei sestieri in cui è suddivisa la città, mentre i tre fregi che, talvolta, uniscono a due a due i denti del pettine rappresentano le tre isole di Murano, Burano e Torcello. Il dente chiamato “risso di poppa” che si protende verso il centro della gondola simboleggia, infine, l’isola della Giudecca.

IL TERRITORIO Se un tempo  Venezia pullulava di squeri, oggi solo in cinque tengono viva la lunga tradizione della costruzione delle gondole. Si tratta dei due storici squeri di San Trovaso  - il più antico - sul Canal Grande nel sestiere di Dorsoduro, e Tramontin, ad Ognissanti,  oltre ai più recenti Squero Bonaldi , proprio a lato di Tramontin, Crea e Costantini – De Rossi alla Giudecca.

GLI INDIRIZZI Per approfondire la storia della navigazione e della costruzione delle imbarcazioni che da sempre contraddistingue la tradizione della bellissima Republica Marinara, l’appuntamento è all’Arsenale di Venezia, l’antico complesso di cantieri navali ed officine che rappresenta il cuore dell’industria navale veneziana sin dal XII secolo. Oggi, in parte di proprietà del Comune ed in parte della Marina Militare, è accessibile in diverse aree (alcune visitabili liberamente, altre su richiesta e con visite guidate)  e custodisce l’Istituto di Studi Militari Marittimi e l’interessante Museo Storico Navale con annesso il Padiglione delle Navi.

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