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Friuli, alla scoperta dell'Ecomuseo delle Acque

Il magnifico museo diffuso custodisce una moltitudine di ambienti di elevata rilevanza naturalistica

friuli ecomuseo delle acque gemona
Courtesy of ©facebook.com/ecodelleacque
Ecomuseo delle Acque
Il Gemonese, che comprende i comuni di Artegna, Bordano, Buja, Montenars, Osoppo, Trasaghis, Venzone e Gemona del Friuli, da cui prende il nome, si estende ai piedi delle Prealpi Giulie in un alternarsi di preziosi ambienti umidi di estrema rilevanza naturalistica protetti e valorizzati dall'Ecomuseo delle Acque del Gemonese. Nato nel 2000 da un Progetto Leader, si presenta come un vero e proprio museo diffuso istituito per salvaguardare e promuovere un comprensorio caratterizzato da un'elevata ricchezza naturalistica ed una massiccia presenza di acqua che ha favorito, nel corso del tempo, lo sviluppo di numerose attività alla base dell'economica locale, tra cui mulini, opifici, strutture per la produzione di energia.

Con il passare dei secoli l'uomo è intervenuto sul territorio amministrando il reticolo idrografico sotteso, scavando rogge ed elevando arginature, sempre nel rispetto della ricchezza ambientale che lo contraddistingue. L'obbiettivo dell'Ecomuseo è proprio quello di valorizzare e promuovere tanto i suoi numerosi siti naturali, tra cui sorgenti, laghi, fiumi e torrenti, quanto le opere dell'uomo frutto sia della cultura materiale, tra cui rogge, canali, mulini, fontane, lavatoi, che di quella immateriale, come pratiche di vita e di lavoro, saperi tradizionali, produzioni locali. Il tutto nell'ottica di orientare lo sviluppo futuro del territorio in una logica di sostenibilità ambientale, economica e sociale.

L'acqua rappresenta il filo conduttore degli ambienti del comprensorio oltre che la fonte della sua origine. Il Campo di Gemona tutelato dall'Ecomuseo, infatti, è una piana alluvionale nata, a seguito del ritiro del ghiacciaio tilaventino avvenuto 10 milla anni fa, da un vasto lago che un tempo si estendeva a monte delle colline moreniche circostanti. Il lago non è del tutto scomparso, ma continua a sopravvivere nei vuoti lasciati tra granulo e granulo dalle ghiaie che lo hanno riempito costituendo l'ampia falda freatica a pochi metri di profondità che disseta oltre 300 mila friulani e che in particolari condizioni affiora in superficie dando luogo ad un articolato sistema di risorgive di elevatissimo interesse naturalistico.

Fulcro dell'Ecomuseo delle Acque del Gemonese e delle sue attività e iniziative è il mulino Cocconi di Ospedaletto di Gemona, punto di riferimento del territorio del comprensorio che ospita il museo dell'arte molitoria, un Centro di Documentazione sulle Acque e la sede dell'Associazione Produttori Pan di Sorc, un prodotto tradizionale del Gemonese recentemente recuperato grazie all'impegno degli agricoltori, dei mugnai, dei panificatori e dei ristoratori locali.

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