In verità la viticoltura in questa regione è molto antica, ed era praticata sin dall’epoca dei Sanniti. Dobbiamo però attendere l’epoca borbonica per vedere approdare sulle colline molisane il vitigno della Tintilia, portato in queste zone direttamente dalla Spagna. Si narra ci sia anche una sottotrama amorosa: sarebbe stata la promessa sposa di stirpe borbonica di un nobile conte della famiglia Carafa a portare come omaggio al marito un eccezionale vino spagnolo. La donna però morì in giovane età, e il Conte, inconsolabile, fece piantare nei suoi poderi molisani le vigne che producevano il vino che gli ricordava la moglie. Dando così il via alla coltivazione della Tintilia.
Tintilia, un vino da rivalutare
Leggende a parte, si sa che queste uve a bacca nera hanno origine spagnola, tanto che anche il nome deriverebbe dalla parola ‘tinto’ ovvero ‘rosso’ (anche se per molto tempo si è erroneamente creduto che la Tintilia fosse legata al sardo Bovale Grande). In Molise questo vitigno ha trovato le condizioni ideali per prosperare, e per molto tempo, a partire dall’Ottocento, è stato il più diffuso nella regione. Si tratta di un vitigno rustico, molto resistente, ma dalla bassa produttività: questa ragione, unita allo spostamento delle aree da coltivare in zone pianeggianti, lo ha fatto uscire di scena nel secondo dopoguerra. La Tintilia ha rischiato quasi di scomparire, ‘salvata’ solo grazie al lavoro di alcuni agronomi e di cantine che in tempi recenti hanno riscoperto il valore del vino che oggi si può considerare l’unico DOC molisano autoctono.

Campagna molisana
Di che vino si tratta? La Tintilia è un vino che, come accennato, esiste nella versione rossa e riserva e anche rosé, ma in quantità decisamente inferiori. In tutti i casi si parla di DOC la cui produzione è consentita nelle province di Campobasso e Isernia, in zone collinari. Si distingue per le note speziate (pepe, liquirizia) e di frutta rossa, eleganti e calde. Il colore è intenso, come gli acini nero-bluastro dell’uva da cui si produce, ed in bocca ha una buona struttura, persistente e complessa. L’acidità è presente, e il tannino importante richiede un affinamento piuttosto lungo, possibilmente in acciaio per preservare le note speziate, ma non mancano affinamenti in legno in secondo o terzo passaggio. La versione rosata è delicata, fruttata, fresca, e si presenta di un colore intenso.
La Tintilia è un vino per chi cerca i sapori specifici di un territorio. Il rosso, con il suo carattere deciso, si abbina a piatti dai sapori ricchi, come i formaggi stagionati, le carni più saporite (agnello, cacciagione) ma anche le zuppe rustiche con legumi.
Molise da scoprire
Il New York Times ha inserito il Molise tra i 52 luoghi da visitare nel 2020 (non prevedendo la pandemia, ovviamente). Un riconoscimento davvero prestigioso, se si considera che nella lista figurano località come le Bahamas. La rivista sottolinea come molti italiani non conoscano questa regione, decisamente a torto. Qui si trovano infatti evocative vestigia romane, graziose località marittime (una su tutte, Termoli), pittoresche colline sormontate da borghi antichi, e montagne attraversate da sentieri per il trekking.

Qui vi abbiamo suggerito cinque tappe per conoscere un Molise inedito. Qui invece trovate cinque mete culturali, storiche ed artistiche. In questo articolo vi abbiamo parlato dei borghi più romantici della regione. Mentre in questo articolo trovate delle esperienze da fare all’aria aperta, tra canyoning e trekking. Se vi interessa particolarmente la gastronomia, provate la salsiccia tipica di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Infine, non dimenticate di assaggiare l’olio DOP.
Se desiderate assaggiare la Tintilia ma non potete andare in Molise, potete acquistare i prodotti delle cantine molisane online:
Un Tintilia rosso della cantina Macchiarossa del 2014
Un Riserva DOC della cantina Di Majo Norante del 2013
O un Cianfagna Sator Gran Maestro Tintilia 2011
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