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Sciacchetrà, il pregiato nettare delle Cinque Terre

Il prezioso vino passito ligure nasce da un lungo e complesso processo produttivo

Cinque Terre, Liguria
Courtesy of ©iStock
Cinque Terre
Una piacevole serata estiva accompagnata dalla fresca brezza che spira dal mare. E' questo il contesto ideale per sorseggiare un bicchierino di profumato Sciacchetrà, il pregiato vino passito delle Cinque Terre che nasce da un lungo e complesso processo di raccolta, lavorazione e maturazione. E' proprio la complessità della produzione, sin dal momento della vendemmia, a rendere questo vino differente dagli altri passiti. In questa zona della Riviera Ligure, infatti, i vigneti non sono che piccoli fazzoletti di terra strappati alle scogliere che li incorniciano e che, soprattutto, li rendono estremamente impervi e difficili da raggiungere. Su queste terrazze affacciate sul mare per i contadini è davvero complicato, dunque, riuscire a cogliere i grappoli. A rendere ancor più complicato tutto il procedimento, si aggiunge il processo di appassimento completamente naturale a cui vengono sottoposte le uve che prevede, dunque, una maggiore permanenza dei grappoli sulle piante perchè possano raggiungere il giusto livello di sovramaturazione agevolato dall'azione del caldo sole che bacia le coste liguri. Quando finalmente la vendemmia, con tutte le difficoltà del caso, viene portata a termine, gli acini vengono selezionati uno ad uno e posti sui graticci dove l'appassimento prosegue sino a novembre inoltrato o, comunque, sin quando le condizioni atmosferiche permettono di preservarli dallo sviluppo delle muffe che proliferano a causa dell'umidità autunnale e delle mareggiate.

I vigneti delle Cinque Terre sono un vero e proprio pezzo di storia. Leggi qui per saperne di più sulla vigna storica della Maddalena, recentemente recuperata


Paesaggio delle Cinque Terre
 
Un'eccellenza che richiede tempo e pazienza
Ma una volta prodotto il vino, lo Sciacchetrà non è ancora pronto per giungere nelle cantine di quegli appassionati in cerca di un nettare prezioso e speciale. Prima di essere immesso sul mercato, infatti, il passito ligure dovrà affrontare ancora un lungo periodo di affinamento che durerà almeno 12 mesi e non meno di 36 per la tipologia “Riserva”. E' un percorso lungo, dunque, quello che compiono i tre vitigni delle Cinque Terre Bosco, Vermentino ed Albarola per trasformasi nel pregiato Sciacchetrà. Un percorso che merita, però, di essere compiuto perchè il vino che se ne ottiene è davvero un prodotto unico nel suo genere. Si tratta, infatti, di un nettare dal bouquet ricchissimo che sprigiona profumi che ricordano quelli della mela, della frutta secca, specialmente la mandorla, e dell'albicocca secca, con una gradevole nota speziata. Nelle etichette più pregiate, poi, si può persino riconoscere un aroma che richiama il mare. Al palato si distingue per il suo gusto dolce ma mai stucchevole, ben strutturato e sapido, mentre alla vista risalta il suo bel colore intenso e dorato che varia dal giallo paglierino del tipo più giovane a quello ambrato della tipologia “Riserva”. La gradazione alcolica minima dello Sciacchetrà è dell'11% e per poterne apprezzare al meglio ogni singola nota gustativa ed olfattiva è consigliabile servirlo ad una temperatura di circa 14° in un bicchierino a tulipano, perfetto per esaltarne l'intenso bouquet.
 
Trattandosi di un vino da meditazione da sorseggiare lentamente, le migliori occasioni di consumo sono le serate in compagnia, accompagnandolo, magari, a pasticceria secca o al tradizionale pandolce genovese. Non manca, comunque, chi lo apprezza come aperitivo, specialmente in abbinamento a formaggi stagionati o erborinati come il Roquefort. Si rivela, inoltre, un ottimo ingrediente per la preparazione di sorbetti e profumate gelatine come quella alle bacche di rosa canina, alle quali dona una preziosa nota aromatica. Bisogna, però, fare attenzione a non confonderlo con un altro vino ligure, lo Sciac-Trà, che, trattandosi di un vino rosato secco prodotto sulla Riviera di Ponente con uve Dolcetto, non presenta alcuna similitudine con il passito delle Cinque Terre al di là del nome pressochè identico. Un nome che, almeno per quanto riguarda lo Sciacchetrà, deriva dalla contrazione di una locuzione dialettale che significa “Schiaccia e Trai”.

Scopri di più sui vini delle Cinque Terre percorrendo un affascinante itinerario ad essi dedicato. Ve ne abbiamo parlato qui

Appassimento dell'uva
 
Panorami da sogno tra terra e mare

Artefice dell'eccellenza e dell'irresistibile concentrato di profumi e di sapori che contraddistingue questo vino è la sua magnifica terra di provenienza. In questa zona della Riviera Ligure la terra e il mare creano condizioni pedoclimatiche uniche per la maturazione delle uve che crescono ammirando panorami sorprendenti. Panorami che, ogni anno, conquistano anche migliaia e migliaia di visitatori incantati dalla bellezza del mare e dei cinque borghi di Riomaggiore, Manarola, Vernazza, Corniglia e Monterosso al Mare che vi si affacciano. Le Cinque Terre sono, infatti, autentiche meraviglie del patrimonio paesaggistico e storico del nostro Paese. Arroccati su alte scogliere scure lambite da acque limpide e azzurrissime, i cinque borghi sprigionano il fascino irresistibile delle località marinare della zona con le loro pittoresche casette colorate e le antiche strutture medievali. Che si scelga di esplorarli attraverso la splendida ferrovia vista mare oppure percorrendo i caratteristici sentieri e le mulattiere che si snodano su tutto il territorio, si rimane ammaliati da panorami dai sogno che dominano la Riviera.

Leggi anche: Monterosso, lungo il sentiero che porta all'eremo benedettino

Manarola
 
Da non perdere, ad esempio, l'itinerario che conduce da Monterosso al Santuario di Soviore, il più antico tra quelli liguri dedicati alla Madonna, al quale si giunge dopo aver attraversato una pineta con incastonate le cappelle della Via Crucis. Non meno affascinante la passeggiata che conduce da Manarola a Volastra. Camminando su un'antica mulattiera costeggiata da oliveti e vigneti, si giunge al grazioso borgo a ferro di cavallo che custodisce autentiche bellezze tra cui il Santuario di Nostra Signora della Salute, in stile romanico. Nell'entroterra di Riomaggiore sorge un altro magnifico santuario che si può raggiungere percorrendo un caratteristico sentiero panoramico scavato nella roccia e affacciato sui vigneti e le case del paese. Si tratta del Santuario di Montenero le cui prime informazioni risalgono alla prima metà del XIV secolo. La vicina foresteria è, inoltre, un punto di ritrovo rinomato tra gli appassionati di trekking. Ma uno degli itinerari più celebri ed apprezzati delle Cinque Terre è, senza dubbio, la Via dell'Amore, un incantevole sentiero a picco sul mare che collega Riomaggiore e Manarola. Fa parte del più lungo Sentiero Azzurro che unisce Portovenere a Levanto e deve il proprio nome all'usanza diffusa tra le coppie di innamorati di percorrerlo durante le loro passeggiate romantiche. Per valorizzarne questo aspetto, non a caso, il comune di Riomaggiore, negli anni '70, ha promosso l'installazione lungo il suo percorso di panchine dedicate ad eroi e divinità della mitologia romana e greca legati proprio all'amore.



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