La Lunigiana è un territorio di incredibile ricchezza naturalistica, reso ancora più speciale dalla fitta presenza di castelli. Non a caso, la regione tra Liguria e Toscana viene anche chiamata ‘terra dei cento castelli’. Alcuni di questi manieri sono stati teatro di avvenimenti che, ancora oggi, sono avvolti nel mistero. A cavallo tra storia, mito e paranormale, è la leggenda che ammanta il Castello di Fosdinovo, il più grande e meglio conservato della Lunigiana, situato nella provincia di Massa Carrara. Si tratta di una storia che ha per protagonista Bianca Maria Aloisa Malaspina, figlia del marchese Giacomo Malaspina e di Oliva Grimaldi, il suo amore perduto, e il suo fantasma.
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Facciamo un salto in avanti: negli anni ’80, durante i lavori di manutenzione del castello furono rinvenute delle ossa in una piccola cavità muraria. Appartenevano ad una donna, e a due animali. Torniamo ora indietro nel tempo, quando la nobile famiglia dei Malaspina dominava Fosdinovo dall’alto del suo magnifico maniero. La giovane figlia Bianca Maria Aloisa si innamorò del figlio dello scudiero, instaurando con lui una relazione clandestina che, una volta scoperta, fu osteggiata profondamente dai genitori. I giovani non misero fine alla loro relazione anche una volta scoperti, e per questo furono puniti.
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Bianca venne mandata in convento, ma anche lì non rinnegò mai l’amato, il quale trovò modo di farle comunque visita. Un’altra versione della storia vede la fanciulla semplicemente rifiutarsi di prendere i voti. Tant’è, ella viene rispedita al castello, e lo scudiero cacciato dal paese (una versione più truce della leggenda narra di torture e della sua uccisione). I genitori tentarono di far rinnegare a Bianca il suo amore, ma la ragazza non cedette mai, nemmeno sotto tortura. Ecco che dunque optarono per la conclusione più crudele: la ragazza venne murata viva in un’ala del castello, e lì rimase fino a che morì. Ma non era sola: assieme alla prigioniera stavano un cane, simbolo di fedeltà, e un cinghiale, simbolo di ribellione. La leggenda troverebbe quindi riscontro nelle ossa rinvenute molti secoli dopo.
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Non è tutto: diversi testimoni affermano di aver visto una sagoma di fanciulla aleggiare per le stanze del Castello. Un visitatore avrebbe anche scattato una fotografia nel cortile del maniero, dove si intravede una figura umana in abiti rinascimentali (nessuno era presente al momento dello scatto). E ancora, sopra la sala del trono si forma puntualmente una macchia di umidità dal volto di donna, con accanto due figure animali. Nonostante i lavori di manutenzione e l’assenza di tubature in quel punto, la macchia torna a formarsi continuamente. Naturalmente vi sono diverse versioni, più o meno atroci, di questa leggenda. Fatto sta che visitare il Castello di Fosdinovo è un’esperienza che può mettere i brividi a chi è sensibile alle storie di fantasmi. E chi non lo fosse, può comunque apprezzare l’architettura di uno dei manieri più belli della regione. Trovate tutte le informazioni per la visita a questa pagina.