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Nel Museo del Balì di Colli al Metauro la scienza si tocca

Si può, anzi, si deve toccare tutto con mano al museo interattivo marchigiano

Museo del Balì
Courtesy of Museo del Balì
Museo del Balì
Può suonare strano in quest’epoca di distanziamento sociale avere come claim ‘vietato NON toccare’, eppure al Museo del Balì è proprio questo che bisogna fare (ovviamente in tutta sicurezza). Ha infatti riaperto al pubblico da pochi giorni il museo dedicato alla scienza interattiva, un luogo dove è lecito, anzi, necessario, toccare con mano: un metodo di indagine che diverte, intrattiene e permette di imparare. Il Museo del Balì si trova nelle Marche, nel comune di Colli al Metauro, ed è un luogo dove grandi e piccini possono appassionarsi alla scienza in maniera ludica e pratica, e conoscere ed esplorare un mondo che a volte, in versione ‘teorica’ sembra piuttosto ostico.

Il museo è costituito da un percorso espositivo che offre delle postazioni interattive, dedicate a particolari fenomeni scientifici osservabili attraverso esperimenti. Le nove sale sono divise per materie e aree tematiche. C’è la fisica, con tutte le sue declinazioni; la matematica; le scienze relative alla terra e quelle relative alla vita. E poi c’è l’astronomia, alla quale viene dedicato un capitolo a parte. Ogni sala si può esplorare autonomamente, partecipando agli esperimenti e osservando i fenomeni in base alla propria curiosità.



Come accennato, all’astronomia è dedicata una parte importante del Museo del Balì. Qui si trovano infatti un Planetario e un Osservatorio astronomico. Nel primo, una simulazione del cielo stellato permette di scoprire la meraviglia di astri e galassie grazie a spettacoli di 45 minuti che toccano argomenti scientifici ma anche legati alla mitologia, profondamente ispirata dall’osservazione delle stelle. L’osservatorio è invece un ambiente che apre al pubblico per osservare ‘realmente’ gli astri, la Luna e il Sole grazie a potenti telescopi.

L’osservatorio non è aperto tutti i giorni, ma solo in occasione di eventi speciali (che potete consultare qui) e naturalmente l’emergenza sanitaria impone la prenotazione degli ingressi ma anche dell’utilizzo dei telescopi, per poter garantire la sicurezza di tutti. Il planetario invece al momento rimane chiuso. In generale l’accesso a tutto il museo è consentito solo previa prenotazione e utilizzando per tutta la visita la mascherina. Toccare è ancora l’imperativo, ed è per questo che le sale sono dotate di dispositivi igienizzanti per le mani. Trovate tutte le informazioni sulle modalità di visita a questo link.



L’edificio

Il Museo del Balì si trova all’interno di una splendida dimora rurale. Si tratta della Villa del Balì, maestoso edificio antico immerso nella campagna nel comune di Colli al Metauro, che si erge su una collina dalla quale si ammira un panorama che permette di scorgere in lontananza il Mare Adriatico. In particolare il paesaggio si fa molto ampio dalla sommità delle sue torrette, che già nel XVI secolo venivano impiegate dai proprietari per ammirare il cielo notturno: il legame della Villa del Balì con lo studio e l'osservazione della volta celeste risale infatti già all’epoca. Uno dei suoi più celebri abitanti, il Vescovo di Arbe e Dalmazia Vincenzo Negusanti, era infatti un esperto astronomo.

L’origine della villa è tuttavia ancora più antica. Essa sorge infatti attorno ad una cappella dedicata a San Martino, che esisteva già dal 1165. A sua volta la cappella sostituiva quello che in un tempo ancora più remoto era un tempio dedicato a Marte. Fino alla metà del 1600 la dimora rimase nota come Villa San Martino, e in seguito a vari ampliamenti e passaggi di proprietà arrivò a prendere il nome del conte Gian Gastone Marcolini, Gran Priore Balì dell’Ordine di S. Stefano. Egli fece anche costruire una cripta, purtroppo oggi inagibile, nella quale iniziava al suo ordine i nuovi adepti. Nei secoli divenne proprietà di altre famiglie nobiliari e infine del comune di Fano, fino a diventare la sede del Museo del Balì nel 2004.

Nei dintorni

Ci troviamo nella provincia di Pesaro e Urbino, nelle Marche, un territorio che certo non manca di arte e cultura. Chi volesse compiere un tour tra le bellezze storiche di questa regione avrebbe certamente ragione a partire da Urbino, città che il Rinascimento ha plasmato in una delle più belle d’Italia, tanto da avere un centro storico tutelato dall’Unesco. Palazzo Ducale è uno dei più importanti esempi di architettura e arte rinascimentale: fatto erigere da Federico da Montefeltro per diventare non solo una residenza ma una sorta di ‘città ideale’ (potete approfondire qui) all’interno della quale è possibile ammirare opere di Raffaello, Tiziano, Leon Battista Alberti, Piero della Francesca. È oggi sede della Galleria Nazionale delle Marche: ve ne abbiamo parlato in questo articolo.


Urbino

Urbino è anche la città dove Raffaello è nato, e difatti un’altra tappa nel mondo della storia e dell’arte marchigiane si può fare visitando la sua Casa Natale. In alternativa, essendo il 2020 l’anno che omaggia il grande artista – a 500 anni dalla morte – potete visitare a Roma la grande mostra a lui dedicata, inizialmente sospesa a causa dell’emergenza sanitaria e trasferita online (come vi abbiamo raccontato qui).

Il territorio della provincia di Pesaro e Urbino è inoltre eccezionale dal punto di vista paesaggistico. Oltre alle città d’arte vanta borghi medievali pittoreschi, dolci colline, rigogliose campagne. Il modo migliore di visitarlo? Facendo del cicloturismo: qui vi abbiamo consigliato alcune tappe, mentre in questo articolo potete leggere alcuni consigli su come intraprendere una vacanza in bicicletta.
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