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Palazzo Ducale, Virtual Tour, Urbino

Ad Urbino con Raffaello e il Rinascimento umbratile

Nelle sale di Palazzo Ducale sono conservati i capolavori indiscussi del Rinascimento italiano

Palazzo Ducale di Urbino
©iStockphoto
Palazzo Ducale di Urbino
Il 2020 è un anno di particolare significato per la città di Urbino poiché si celebra il cinquecentenario della morte di Raffaello. Urbino non è solamente la città dove nel 1483 è nato l'artista ma è anche il centro culturale che ha conservato l’atmosfera e lo spirito del divin Pittore. Ed è proprio da Urbino in particolare dalla Galleria Nazionale delle Marche in Palazzo Ducale che hanno preso il via le celebrazioni per il cinquecentenario con la grande mostra “Raffaello e i suoi amici di Urbino”. Proprio in occasione di questa ricorrenza il percorso della galleria è stato riprogettato in maniera tematica per far risaltare l’architettura del Palazzo e scoprire la storia della famiglia Montefeltro, il territorio circostante e i tesori custoditi all’interno del Palazzo. 

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Il Cortile d'Onore di Palazzo Ducale - Ufficio Stampa Gallerie Nazionali delle Marche 
 
FEDERICO DA MONTEFELTRO
 
La Galleria Nazionale delle Marche conserva e rende disponibile al pubblico, anche grazie al tour virtuale, un vasto patrimonio di opere d’arte che con i suoi dipinti e le sue sculture copre un arco cronologico che va dal XIV al XVIII secolo. Voluto da Federico da Montefeltro e realizzato essenzialmente dall’architetto dalmata Luciano Laurana, il Palazzo Ducale di Urbino è espressione della forma mentis del celebre condottiero. Principe gradito ai sudditi e alle corti italiane, Federico era infatti un vero e proprio uomo del Rinascimento che amava coniugare la cultura con il mestiere delle armi e l’abilità politica. Il famoso signore rinascimentale fu infatti in grado di cambiare il contesto culturale e urbano di Urbino, grazie ad artisti e architetti all’avanguardia come Piero della Francesca, Leon Battista Alberti e decoratori provenienti da Firenze e dalla Lombardia.

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I CAPOLAVORI
 
Nelle collezioni della Galleria Nazionale delle Marche non solo trovano spazio i capolavori indiscussi del Rinascimento italiano ma anche le due collezioni Volponi, donate al museo nel 1991 e nel 2003 dalla famiglia Volponi di Urbino. L’allestimento museografico segue un doppio filone, da un lato quello di valorizzare gli spazi rinascimentali con opere d’arte coeve e proprie della storia del Palazzo, dall’altro quello di presentare i capolavori che provengono in gran parte dal territorio marchigiano, documentando il ‘discorso’ artistico regionale. Fra i capolavori del Rinascimento ritroviamo la “Flagellazione” e la “Madonna di Senigallia” di Piero della Francesca e la tavola con la celebre prospettiva “Città ideale” di autore ancora sconosciuto.

La città ideale - Ufficio Stampa Gallerie Nazionali delle Marche 
 
Il viaggio fra i capolavori prosegue poi con il “Ritratto di Gentildonna” detto La Muta e la “Santa Caterina d’Alessandria”, entrambi di Raffaello e le due tele di Tiziano che in origine costituivano lo stendardo processionale della Confraternita del Corpus Domini di Urbino. Al piano terra del palazzo oltre agli oggetti del museo archeologico o lapidario, si conservano le formelle che compongono il Fregio dell’arte della guerra scolpite da Ambrogio Barocci e bottega su disegni di Francesco di Giorgio Martini, di cui alcuni derivati dal trattato militare del riminese Roberto Valturio, che un tempo decoravano lo schienale del sedile esterno della facciata ad ali del Palazzo dei Montefeltro.

Raffaello, Ritratto di Gentildonna detto “La Muta” - Ufficio Stampa Gallerie Nazionali delle Marche 
 
LA COLLEZIONE CARIPESARO
 
Ricordiamo che dal 2019 sono esposte permanentemente nei medesimi spazi espositivi della Galleria, inseriti a fianco delle opere della collezione della stessa, 140 dipinti e 155 ceramiche della collezione della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro. La collezione d’arte della Fondazione offre una testimonianza preziosa della storia dell’arte del territorio. In essa, oltre alle opere grafiche, cartografiche e sculturoree, assume particolare rilievo il gruppo tre-quattrocentesco delle ceramiche, e la presenza di importanti pittori come ad esempio Pietro Novelli.  

Pietro Novelli detto Monrealese, San Sebastiano - Ufficio Stampa Gallerie Nazionali delle Marche 
 
Nella sezione dedicata agli artisti definiti del Rinascimento umbratile, ovvero i pittori delle periferie geografiche che declinarono le novità prospettiche in maniera personale ed originale, sono così inserite le tavole della Fondazione di Giovanni Antonio da Pesaro di Giacomo di Nicola da Recanati e Bartolomeo di Tommaso da Foligno. Per quanto riguarda la grande stagione pittorica del Seicento trovano spazio le pitture di Giovan Giacomo Pandolfi, di Claudio Ridolfi, di Giovan Francesco Guerrieri, di Giuseppe Nuvolone. Particolare attenzione merita  la copia della “Madonna in Gloria e i Santi Tommaso e Girolamo” di Simone Cantarini seguace di Guido Reni.
 
 
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