
Scopri di più sul Palazzo Ducale di Urbino
Visitando il Palazzo Ducale ci si rende conto subito che non lo si può ridurre ad una semplice corte, ma si rivela essere stato una vera e propria piccola città fortificata. Fatto costruire per volontà di Federico da Montefeltro a partire dal 1444, doveva essere l’espressione più alta della Città Ideale per auto celebrare la propria potenza e superare in bellezza le altre storiche residenze principesche d’Italia. Vennero chiamati i più celebri architetti a progettare un luogo di incontro e di lavoro dei massimi artisti del tempo. La struttura, caratteristica per i suoi torricini, è sede della Galleria Nazionale delle Marche che ospita delle più belle ed importanti collezioni d'arte del Rinascimento italiano con opere dal 1300 al 1600, in prevalenza dipinti tra cui quelli che portano la firma di Raffaello, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Tiziano, Melozzo da Forlì ma anche mobili, sculture, arazzi e disegni. Le opere principali si trovano al primo piano, divise tra gli appartamenti dove il Duca e la sua famiglia vivevano. Nell’Appartamento del Duca si possono ammirare i capolavori di Piero della Francesca la Flagellazione di Cristo e la Madonna di Senigallia. Autentico scrigno di bellezza è lo Studiolo del duca Federico con i suoi pregevoli stucchi sulla volta e i rivestimenti nella fascia inferiore di legni intarsiati da Baccio Pontelli su disegni di Sandro Botticelli, Francesco di Giorgio Martini e Donato Bramante.

Nel quartiere artigiano si trova la casa natale di Raffaello, dove il noto pittore vide la luce il 18 marzo 1483 e trascorse la sua infanzia formandosi nella bottega del padre, attivo alla corte di Federico da Montefeltro. Acquistata nel 1873 dall’Accademia Raffaello, oggi la casa accoglie opere legate alle vita dell’artista e del suo tempo: al piano terra si vista la bottega, adibita anche per mostre temporanee, mentre al piano superiore si ammirano copie dei dipinti di Raffaello e di altri pittori. Non scordatevi di affacciarvi anche al piccolo cortile dove il pozzo e il lavabo erano quelli dove si macinavano i colori per le opere pittoriche.
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Quando si arriva di fronte alla facciata gotica dell’Oratorio di San Giovanni si può pensare ad una usuale opera di inizi Novecento, ma appena varcato l’ingresso si viene letteralmente rapiti dall’imponente ciclo di affreschi realizzati dai fratelli Lorenzo e Jacopo Salimbeni da San Severino Marche tra il 1415 e il 1416, con la Crocifissione che copre tutta la parete dell’abside ed offre dettagli capaci di emozionare. Scopri qualcosa di più

Sia l’Oratorio di San Giovanni che quello di San Giuseppe, dove è conservato il Presepe del Brandiani del 1500 in tufo e pietra pomice, sono situati sotto la fortezza di Albronoz, fatta edificare nel punto più alto del Monte di San Sergio dall’omonimo cardinale: oggi è sede dell’Accademia delle Belle Arti, ospitando al suo interno il Museo ‘Bella Gerit’, con parte dei ritrovamenti archeologici locali e un’area dedicata all’equipaggiamento da guerra tra il 1300 e il 1500. Vale la pena una sosta al grande parco pubblico realizzato nell’ampio spazio antistante: la sua posizione elevata consente di godere di una bella veduta panoramica della città.
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Altre tappe da non perdere sono la Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta, con il solenne ed ampio interno a tre navate che contiene alcune tele di Federico Barocci; l’annesso Museo Diocesano Albani; il Teatro Sanzio, sorto verso la metà del XIX secolo sul bastione della Rampa elicoidale, quest’ultima pregevole opera di ingegneria che permetteva al Duca Federico i arrivare alle stalle ducali direttamente dal palazzo. Oggi le Rampe sono un modo lento e panoramico per accedere al centro storico, dedicato sopratutto a chi non teme la fatica. A circa due chilometri dal centro storico, in piena campagna, compare la Chiesa di San Bernardino composita anche come Mausoleo dei Duchi in quanto fatta costruire da Federico da Montefeltro per accogliere le sue spoglie dopo la morte. In molti attestano che la sua costruzione sia il risultato della collaborazione tra Francesco di Giorgio Martini, l’architetto di fiducia del Duca, e il Bramante, di cui si può capire lo stile nella semplicità dell’interno.