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Fagagna, fuga tra merletti, cicogne e fantasmi innamorati

Il borgo friulano racconta una storia lunghissima ed offre una splendida cornice per una fuga romantica

fagagna castello villalta
Courtesy of ©Nazzarenoagostinelli/Wikimedia Commons 
Fagagna, il Castello di Villalta
Accompagnati dalle cicogne in volo, una piccola fuga alla scoperta del borgo di Fagagna si rivelerà un'esperienza davvero speciale. Passeggiando mano nella mano ci si può lasciare avvolgere dal fascino magnetico di un borgo incastonato in una cornice paesaggistica di rara bellezza e disseminato di interessanti testimonianze di un lungo passato. A mezz'ora di viaggio da Udine si scopre un luogo ricco di attrattive in cui sopravvivono ancora oggi antiche tradizioni. Non meraviglia, dunque, che Fagagna sia uno dei membri del club dei Borghi Più Belli d'Italia.

Quello che oggi è conosciuto come Fagagna è, in realtà, un insieme di borgate un tempo distinte ed ora riunite in un unico centro abitato. Seguendo un affascinante itinerario è possibile attraversare il paese ammirando le più significative testimonianze della sua lunga storia. Piazza Unità d'Italia è il punto di partenza ideale per partire alla scoperta di questo affascinante borgo friulano. Sede del Municipio, consente di raggiungere facilmente l'antico castello attraverso una strada selciata che percorre vicolo Morcjùte e via Cecconaia che, un tempo, costeggiavano la cinta muraria del borgo di San Giacomo.

Del maniero, la cui parte più antica risale niente meno che all'XI secolo, non sono rimaste che delle rovine ma la vista di cui si gode dalla sommità del colle su cui sorge è di quelle che non si dimenticano. Lasciate alle spalle le vestigia del castello, l'itinerario prosegue lungo via Salizzada che conduce al cospetto della bella pieve di Santa Maria Assunta, una delle più antiche della regione. Nota sin dal XIII secolo, si mostra ancora oggi con l'aspetto che assunse con il restauro del XVI secolo, epoca a cui risale il fonte battesimale del Pilacorte che custodisce al suo interno assieme ad un altare settecentesco di Torretti ed un organo di Francesco Comelli.

Proseguendo lungo la strada Daur Glesie si giunge, invece, al cospetto del fortino militare di inizio 'Novecento, una delle Fortezze del Medio Tagliamento che non rimase, però, coinvolta nel primo conflitto mondiale. Tornando sui propri passi sino alla pieve, si può, invece, imboccare via dei Tigli e poi via della Pieve per raggiungere la cinquecentesca Casa Forte de La Brunelde nata dalla modifica di una casa torre di epoca duecentesca edificata su una precedente costruzione di epoca preromana. Lungo la strada, inoltre, si incontrerà il Museo Cjase Cocel, allestito all'interno di un'antica abitazione rurale del XVII secolo e considerato uno dei più interessanti musei dedicati alla civiltà rurale in Italia. Durante la visita è possibile ripercorrere antichi mestieri e tradizioni della società contadina friulana tra cui la lavorazione dei merletti.

Non lontano dal museo, la chiesa di San Leonardo ha mantenuto inalterato il suo aspetto sin dagli inizi del XIV secolo ed al suo interno custodisce un interessante ciclo di affreschi realizzati tra il XIV ed il XV secolo dedicati a San Leonardo ed alla vita di Gesù. Prima di fermarsi per una deliziosa cena a base di prodotti dai sapori e dai profumi squisitamente friulani, vale la pena concedersi una sosta al cospetto del castello di Villalta, frazione di Fagagna, risalente agli inizi del XII secolo e considerato uno dei più importanti e meglio conservati castelli medievali del Friuli. Non a caso è stato dichiarato monumento nazionale. Si tratta, però, di un castello privato, pertanto può essere osservato soltanto all'esterno. L'accesso agli ambienti interni è consentito soltanto su prenotazione oppure due volte all'anno, in primavera ed autunno, in occasione della manifestazione Castelli Aperti.

Il castello è, inoltre, protagonista di un'affascinante leggenda che ha per protagonista la bella Ginevra di Strassoldo rapita, poco prima delle nozze con Odorico di Villalta, da Federico di Cucagna. Per non subire violenza, la giovane si tramutò in statua sino a quando Odorico non riconquistò il castello riportandola in vita. Si narra che ancora oggi il fantasma di Ginevra si aggiri sugli spalti del castello nelle notte di plenilunio.

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