Chi si doveva vergognare e perché? La storia di questa piazza, che si trova nel quartiere storico della Kalsa, è curiosa perché, tra i vari aspetti che la compongono, include atti vandalici commessi niente meno che da suore. Ve la raccontiamo.
La storia di Piazza della Vergogna
Piazza Pretoria assunse le dimensioni con cui oggi si presenta nel 1581: qualche anno prima il senato di Palermo aveva deciso di acquistare e collocare in questo spazio la monumentale fontana proveniente da Firenze che passerà alla storia come Fontana della Vergogna (ufficialmente Fontana Pretoria). L'opera era stata concepita dall’artista Francesco Camilliani per un giardino nobiliare fiorentino, ma il suo proprietario, costretto dai debiti, la vendette alla città di Palermo, che decise di collocarla di fronte a Palazzo Pretorio. Ma lo spazio di fronte all’edificio non era sufficiente ad ospitare la monumentale scultura, ragion per cui venne deciso l’abbattimento di alcuni edifici adiacenti.
La fontana giunse nel capoluogo siciliano scomposta in 644 pezzi, e ci vollero anni di lavori per scomporre e ri-assemblare i livelli di scalinate, le balaustre, le vasche, le nicchie, le rampe, i canali, le 37 statue, le 24 teste animali, le colonnine che la compongono. Com’è facile immaginare i costi di una tale impresa furono ingenti, ed è anche per questo, si dice, che i cittadini indignati cominciarono a definire l’opera una ‘vergogna’.
La fontana dall'alto
Oltre alla massiccia spesa, fortemente criticata dai palermitani dell’epoca, ci sono altre ragioni che resero la fontana e la piazza ‘vergognose’ agli occhi dei cittadini, e in particolare per le suore del convento domenicano antistante come le numerose statue nude che adornano l’opera. Chi passava per la piazza non poteva far altro che ‘imbattersi’ nei genitali marmorei di decine di figure. Le religiose erano particolarmente indignate da un’opera così impudica, tanto che, leggenda vuole, la vandalizzarono in più occasioni. Molte delle statue (che rappresentano figure mitologiche e allegorie) sono state ‘evirate’ e danneggiate nelle parti intime proprio, si narra, dalle sdegnate religiose, che trovavano la fontana vergognosa e riprovevole.
C’è una terza ragione per cui popolarmente si è voluto associare l’opera scultorea alla 'vergogna', e nasce dalla presenza di una figura femminile adagiata (nuda) accanto ad un cavallo in posa lasciva. Pettegolezzi di corte divenuti gossip popolare dipingevano infatti la Regina del Regno di Napoli Giovanna d’Angiò come una donna dall’appetito sessuale talmente insaziabile che avrebbe avuto incontri erotici persino con un equino. La statua dunque era per il popolino un richiamo della ‘dissolutezza’ della regina, e alimentava la narrazione denigratoria nei suoi confronti.
Il quartiere e i dintorni
Piazza Pretoria si trova al limitare dello storico quartiere Kalsa, dove si trovano decine di palazzi, piazze, chiese, vie che vanno assolutamente viste se si visita la splendida città di Palermo. Imperdibile la monumentale Chiesa di Santa Maria dello Spasimo, edificio che, a causa dell’assenza di un tetto, diventa una cornice incredibilmente suggestiva di mostre, eventi e spettacoli. O la grande piazza della Magione con la suggestiva basilica omonima che vi si affaccia. E ancora lo ‘Steri’, monumentale dimora aristocratica (con un oscuro passato di cui vi abbiamo parlato in questo articolo).
Santa Maria dello Spasimo
Ma la ‘Piazza della Vergogna’ si trova anche al ‘confine’ del rione, in prossimità del Cassaro (Corso Vittorio Emanuele), la via più antica della città, da non perdere assolutamente visto che vi si affacciano alcuni degli edifici più importanti del capoluogo siciliano. A cominciare da Palazzo dei Normanni, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, che a sua volta custodisce la splendida Cappella Palatina, di cui potete leggere di più qui. Se siete alla ricerca di qualche ‘chicca’ per scoprire i volti meno noti della città di Palermo, cliccate qui e scoprite 5 mete da non perdere.