Realizzate da secoli, se non da millenni, in diverse zone del Friuli, le “scarpet”, le caratteristiche calzature di stoffa realizzate dalle donne per tutta la famiglia, raccontano una storia lunghissima di cultura e di tradizione ed interpretano alla perfezione la filosofia del recupero e del riutilizzo.
LA TRADIZIONE Sebbene le prime testimonianze scritte della realizzazione delle “scarpet” friulane risalgano al XIX secolo, la tradizione legata alla loro produzione è, con ogni probabilità, ben più antica, ed affonda le proprie radici in un tempo in cui ogni scampolo di tessuto ed ogni materiale, persino i più poveri, erano preziosi, in un'ottica di recupero e riutilizzo interpretata nel senso più stretto e letterale dei termini. Erano le donne le artefici del “miracolo”, coloro che erano in grado di realizzare delle calzature per tutta la famiglia con pochi ritagli di stoffa e dello spago. Ogni stagione era buona per indossare queste scarpette che venivano prodotte in diverse varianti in modo da tenere caldo il piede d'inverno, e preservarlo dalle temperature roventi d'estate. Erano le scarpe della festa, quelle indossate dalle spose il giorno delle nozze, ma erano anche e soprattutto quelle che venivano realizzate utilizzando soltanto i tessuti a disposizione e sovrapponendo pezzi di stoffa per realizzare suole più resistenti secondo un'antica tradizione probabilmente millenaria tramandata di generazione in generazione. Ogni zona vantava la propria variante che si differenziava dalle altre per un ricamo o una cucitura particolare, piuttosto che per un decoro o una forma differente della punta.
LE CARATTERISTICHE Le “scarpet”, talvolta chiamate anche “friulane” si presentano come calzature leggere simili a pantofole realizzate in tela, velluto o altri tessuti a disposizione in base alla stagione in cui devono essere indossate. Sono tutte cucite a mano ed impreziosite da ricami e decori generalmente a tema floreale. L'elemento distintivo di queste scarpette è la suola costituita da scampoli di stoffa sovrapposti che vengono trapuntati a mano con lo spago per rinforzarle. Sebbene le tecniche di produzione e la foggia della calzatura sino rimasti pressochè immutati nel corso dei secoli, le decorazioni, i ricami e le fantasie sono, invece, rimaste al passo con i tempi ed oggi, dunque, è sempre più frequente trovare modelli che incontrino i propri gusti pur mantenendo l'aspetto classico e tradizionale che le contraddistingue.
IL TERRITORIO Le antiche calzature friulane, nel corso del tempo, hanno trovato una certa diffusione anche in zone limitrofe come le Dolomiti bellunesi e le prealpi trevigiane, spingendosi sino a Venezia dove, nel XVIII secolo, non era raro vederle anche ai piedi dei gondolieri. Rimane, comunque, il Friuli Venezia Giulia la patria di queste deliziose scarpette di stoffa che possono essere acquistate in tantissime forme e colori differenti tra i banchi del mercato stabile di via Zanon a Udine.
GLI INDIRIZZI Chi desidera ammirare e, perchè no, magari possedere un paio di scarpet davvero speciali, può contare su quelle realizzate da CenCetak, un progetto in collaborazione con l'Atelier Tiziano Picogna di Udine, in via Pigani 53, che ne produce di ogni tipo, anche con tessuti portati direttamente dal cliente, e quelle della storica Calzoleria Lombarda di Udine, in via Canciani 6, che, grazie ad un'idea di Deda Meriggi, ha dato vita al marchio Scarpèt-à-porter.
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