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Campania Napoli Caffettiera

A Napoli il caffè si fa con la cuccumella

La caffettiera napoletana è un oggetto immancabile per i veri cultori del caffè

caffettiera napoletana caffè
©carlotoffolo/iStock
Caffettiera napoletana
Quando si parla di Napoli è difficile non pensare al colore del mare e del sole che ci si specchia, al folklore delle sue tradizioni, ai sapori della sua cucina e, naturalmente, al profumo del suo caffè. Il caffè a Napoli è molto più di una bevanda, è un vero e proprio rituale che unisce e rende complici. Non è un caso che proprio il caffè sia protagonista di alcuni piccoli aneddoti e coloriti rituali, come quello delle 5C, le iniziali della frase “Come Ca...o Coce Chistu Caffè”, o come quello del “caffè sospeso” l'usanza di pagare un caffè non consumato per chi non può permetterselo. E non è un caso che Domenico Modugno in una sua canzone del 1958 cantasse “Ah, che bellu cafè, sulo a Napule ‘o sanno fa e nisciuno se spiega perché è na vera specialità”. In realtà in molti una spiegazione se la danno, ed identificano l'unicità del caffè napoletano con la qualità dell'acqua cittadina. In realtà, però, non sarebbe l'acqua il suo segreto, bensì la sua tostatura che lo rende più scuro di quello utilizzato nel resto dello Stivale, tanto che si dice che sia “cotto al punto giusto”. Insomma a Napoli il caffè è un vero e proprio pezzo di cultura. E lo è dal 1700, quando Maria Carolina D’Asburgo-Lorena, dopo aver sposato Re Ferdinando di Borbone, lo introdusse tra le tradizioni della città. Ma a renderlo la bevanda cittadina per eccellenza fu certamente l'invenzione, un secolo più tardi, della caffettiera napoletana, la cosiddetta cuccumella che sostituiva il sistema di infusione alla turca.



La caffettiera che ha rivoluzionato il caffè

La sua invenzione, in realtà, è da collocare in terra francese nel 1819 ad opera di un certo Morize, anche se poi, giunta in Italia e a Napoli in particolare, la caffettiera venne ulteriormente messa a punto, diffondendosi rapidamente per la preparazione casalinga del caffè. La sua fama, però, durò purtroppo poco più di un secolo, perchè ben presto la “cuccumella”, che deriva il proprio nome dal termine cuccuma, utilizzato per indicare un vaso di terracotta o di rame (materiale di cui era fatta in origine la caffettiera), venne soppiantata praticamente da un'altra invenzione che ha rivoluzionato il modo di preparare il caffè, quella della moka, tutt'ora intramontabile, progettata da Bialetti. La sua fortuna è legata essenzialmente alla maggiore semplicità di utilizzo e alla maggiore rapidità del procedimento di preparazione. Preparare il caffè con la caffettiera napoletana, infatti, richiede parecchio tempo perchè il caricamento dell'acqua, del caffè macinato e l'assemblaggio dei diversi pezzi del dispositivo era più complesso che con la moka e soprattutto perchè occorrevano almeno dieci minuti affinchè il caffè fosse pronto per essere bevuto, il tempo necessario perchè l'acqua bollisse e, a temperatura raggiunta, discendesse nel serbatoio del caffè. Nella “cuccumella”, infatti, non sale come nella moka. Il principio del funzionamento di questa caffettiera, da questo punto di vista, è inverso rispetto a quello dell'invenzione di Biletti perchè non si basa sulla pressione che fa salire l'acqua passando per il filtro del caffè, ma sulla forza di gravità che la fa scendere.



La cuccumella è costituita da cinque pezzi che si montano ad incastro. L'acqua viene inserita nel serbatoio dotato di foro per lo sfiato nel quale viene innestato il contenitore del caffè, aperto da un lato e forato dall'altro per permettere il passaggio dell'acqua. Una volta riempito con i chicchi macinati, sul contenitore del caffè viene posizionato il filtro ed infine, sopra a tutto il resto, viene avvitato il serbatoio del caffè dotato di beccuccio per versare la bevanda una volta scesa, facendo attenzione ad allineare i manici dei due serbatoi (in questa fase e fino all'ebollizione dell'acqua il beccuccio apparirà capovolto). Si poggia, dunque, la caffettiera sul fuoco e si attende che l'acqua bolla. La giusta temperatura viene raggiunta quando dal forellino per lo sfiato comincerà ad uscire il vapore. E' a questo punto che il procedimento viene letteralmente rivoluzionato. Quando l'acqua sarà sufficientemente calda, infatti, occorre afferrare la caffettiera per i due manici e, con un gesto secco, capovolgerla ed aspettare che l'acqua attraversi il contenitore ed il filtro del caffè per andarsi a depositare, trasformata in caffè, nell'altro serbatoio che, ora, avrà il beccuccio rivolto verso l'alto, pronto per versare il contenuto. Trascorrono, però, fino a dieci minuti perchè tutto il caffè scenda nel suo contenitore. Solo allora si potranno separare i due serbatoi e posizionare l'apposito coperchio su quello del caffè che sarà rimasto scoperto.

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Il fascino della tradizione

Nonostante tutto il procedimento si riveli più lungo e complesso, molti cultori della bevanda continuano a considerare vero caffè napoletano solo quello preparato con la cuccumella. Il suo fascino continua a conquistare gli amanti delle tradizioni napoletane e, proprio per questo, anche se è diventata una rarità, la caffettiera napoletana è ancora presente in diverse case partenopee e chi desiderasse lasciarsi conquistare dal rituale del caffè napoletano preparato come si faceva una volta, può ancora acquistarne una, anche online. Eccone alcune proposte da Amazon.

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