Svetta con la sua mole armoniosa sulla collina di Carignano, un quartiere residenziale di Genova, ed esprime uno dei maggiori esempi di architettura rinascimentale della città: la Basilica di Santa Maria Assunta è stata chiesa, abbazia e collegiata prima di diventare basilica minore. Voluta dalla famiglia Sauli che chiamarono a progettarla Galeazzo Alessi, fu costruita in oltre un secolo anche se già dal 1564 si era iniziato ad officiarvi. Si presenta con la sua imponente facciata principale con lese corinzie affiancata da due campanili ed un interno particolarmente sobrio caratterizzato da quattro grandi pilastri che reggono la grandiosa cupola centrale, la quale ricorda i progetti di Bramante e Michelangelo per quella di San Pietro.
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Internamente è molto luminosa grazie anche alle pareti bianche prive di affreschi; le volte, comprese quelle delle cupole, hanno il soffitto a cassettoni. La chiesa è suddivisa in quattro parti uguali e all’incrocio dei bracci si trovano le quattro grandi statue di santi posti nelle nicche alla base dei pilastri della cupola centrale. A contrastare con il bianco delle pareti e dei soffitti la decorazione in bronzo dell’altare maggiore. Numerose sono le opere d’arte qui custodite, e grande mostra di se la fa l’organo monumentale, collocato nella controfacciata al di sopra della cantoria: realizzato dal gesuita olandese Willelm Hermans tra il 1656 e il 1660 in stile barocco nord europeo, venne modificato nei secoli successivi ed oggi ha un’impostazione fonica di gusto romantico-ottocentesco. Tra i pregevoli i dipinti spiccano quelli di Domenico Piola, del Guercino, del Procaccini e, in particolare, la Pietà di Luca Cambiaso posta nel terzo altare, presso la tomba di Cristoforo Sauli.
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Non in molti sanno che, secondo una leggenda popolare, la decisione di far costruire una chiesa proprio sulle alture di Carignano sia nata da una risposta poco gentile nei confronti della moglie di Bandinello Sauli che, avendo chiesto ad una nobildonna della famiglia Fieschi di attenderla ritardando di qualche tempo la celebrazione della messa nella vicina Chiesa di Santa Maria, ovvero la chiesa dei Fieschi, si è sentita rispondere "Chi vuole dei comodi se li procuri a sue spese", provocando con questa espressione una tale offesa alla famiglia Sauli che ordinarono di costruire una propria chiesa gentilizia che superasse in bellezza quella dei Fieschi. Altra tradizione popolare racconta che, quando Domenico Sauli nel 1737 fece realizzare il concerto di campane, avrebbe gettato nel crogiolo, durante la fusione, alcuni sacchi di monete d’argento per rendere il suono più armonioso.
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