
Gole di Celano (©Horcrux92/Wikimedia Commons CC BY-SA 4.0)
A spasso nel cuore del canyon
A cavallo tra i comuni di Ovindoli e Celano (AQ), queste scenografiche gole separano il Monte Sirente dal Monte Tino, noto anche come Serra del Celano, sfoggiando imponenti pareti rocciose a strapiombo alte quasi fino a 200 metri, vicinissime e incorniciate da una ricca vegetazione che offre dimora a numerosi interessanti esemplari della flora e della fauna abruzzese. La larghezza media del passaggio è di circa 5-6 metri ma, nei punti più stretti, le pareti distano a malapena 3 metri l'una dall'altra, dando la sensazione di inoltrarsi nel cuore delle montagne. L'artefice di questo capolavoro della natura è il torrente La Foce che, nel corso dei millenni, si è aperto un varco tra le rocce scavando un percorso lungo ben 4 chilometri. Ed è proprio seguendo il greto del fiume che si esplora il canyon abruzzese, saltellando da una roccia all'altra e osservando le innumerevoli forme assunte dalle pareti, le piccole grotte, gli anfratti ed i passaggi angusti nei quali, a volte, filtra a malapena la luce solare. Visto che si procede risalendo, sostanzialmente, il letto del torrente è consigliabile intraprendere l'itinerario nelle stagioni giuste, primavera inoltrata ed estate, quando non si rischiano periodi di piena e le precipitazioni, che possono rendere il terreno più accidentato e provocare la caduta di sassi, sono più sporadiche. Nei periodi più caldi dell'anno, inoltre, il sensibile abbassamento della temperatura che si avverte nelle zone più profonde delle gole si rivelerà, certamente, più piacevole e corroborante di quanto non risulti in autunno oppure in inverno.

(©Horcrux92/Wikimedia Commons CC BY-SA 4.0)
Chi deciderà di cimentarsi nell'impresa, avrà un primo “assaggio” della bellezza del luogo che si appresta ad esplorare sin dall'inizio del percorso quando, dopo aver attraversato un piccolo bosco in prossimità di Celano, si troverà al cospetto dell'imbocco delle gole (nella foto sopra) che si apre su una grande radura. E' proprio da questo punto che prende il via l'itinerario vero e proprio. Un itinerario che, dopo circa un'ora di cammino in un bosco di faggi, prosegue nel cuore del canyon tra sassi e blocchi di pietra che, nei periodi di piena, costituiscono il letto del fiume. Le pareti si fanno via via più vicine mentre lo sguardo è catturato ora dai giochi di luce ed ombra creati dai raggi del sole che filtrano tra le rocce e la fitta vegetazione, ora da qualche faggio o salice che si innalza in bilico su uno sperone roccioso. Il tutto con un piacevole sottofondo di suoni della natura tra i quali si potranno distinguere i versi dei numerosi uccelli che sorvolano le gole come aquile reali, falchi pellegrini, nibbi, rondini montane e gufi reali che, i più fortunati, potranno anche avvistare. Nonostante un poco di fatica, senza quasi accorgersi del tempo trascorso, ci si trova in quella che, secondo gli escursionisti, è la zona più suggestiva del canyon, dominata da grandi blocchi di roccia adagiati sul letto del fiume. Da qui il percorso si fa più agevole e conduce ad uno dei siti più amati dai visitatori delle gole. Si tratta della Fonte degli Innamorati, una pittoresca cascatella, mostrata nella foto in basso, che, a 1029 metri di altitudine, si tuffa da una sporgenza della parete rocciosa compiendo un salto di circa 3-4 metri.
(Courtesy of ©Parco Naturale Regionale Sirente Velino)
Le faggete sono uno degli elementi distintivi dei paesaggi abruzzesi. Leggi qui per saperne di più sulle faggete vetuste dichiarate Patrimonio UNESCO
Un parco naturale tutto da scoprire
Le Gole di Celano vantano, dunque, scenari considerati tra più affascinanti dell'intero Appennino, ma non sono certamente l'unica attrazione di questa zona dell'Abruzzo. Basti pensare che si trovano all'interno del territorio del Parco del Sirente Velino, unico Parco Regionale abruzzese, nonché uno dei più estesi d'Italia. In un continuo susseguirsi di bellezze naturalistiche, testimonianze archeologiche ed architettoniche, l'area protetta si propone come una meta ideale per chi desidera organizzare un soggiorno all'insegna della natura e della cultura. Sulla sua superficie di 56 mila ettari veglia la catena del Sirente-Velino che custodisce un territorio dalla flora e della fauna ricchissime, scenograficamente modellato, nel corso dei millenni, da fenomeni carsici che hanno generato doline, grotte ed inghiottitoi situati tra i 600 e 2.300 metri di altitudine che fanno la gioia degli escursionisti. Su queste montagne l'intervento dell'uomo, nel corso della storia, ha lasciato ai posteri luoghi di estrema suggestione che si integrano alla perfezione con il paesaggio circostante, spesso, anche, arricchendolo. E' il caso di siti archeologici come l'antica colonia romana Alba Fucens, dei castelli, delle torri e dei borghi medievali come il Castello di Celano e le vestigia di quello di S. Potito a Ovindoli, tappe imperdibili per i viaggiatori che raggiungono le Gole di Celano, e degli innumerevoli edifici religiosi disseminati sul territorio che spaziano dagli antichi conventi, agli oratori e alle graziose chiesette rurali. Tutti luoghi che rendono una vacanza alla scoperta dell'area protetta una fonte inesauribile di sorprese.
Leggi qui per saperne di più sul Parco del Sirente-Velino e sulle tappe imperdibili da inserire nel proprio itinerario di viaggio.
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