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Parco d'Abruzzo, che tesori di faggete

Tra le faggete del Parco spiccano quelle vetuste dichiarate Patrimono UNESCO

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Courtesy of ©Archivio PNALM/Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
Faggeta 
Riconosciuto in tutto il mondo come modello per la conservazione della natura e la tutela degli ambienti che custodisce, il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise è anche una meta particolarmente apprezzata dai viaggiatori amanti dell'eco-turismo, delle vacanze outdoor e dei lunghi trekking in mezzo al verde. In ogni stagione l'area protetta è in grado di conquistare i suoi visitatori con la bellezza dei paesaggi, il fascino delle creature che li popolano e le numerose proposte per scoprire il territorio in maniera interessante e coinvolgente. Tra gli ambienti più preziosi ed affascinanti da ammirare durante l'esplorazione della splendida area protetta si distinguono senza ombra di dubbio le faggete del Parco che, non a caso, sono state inserite nella lista dei siti Patrimonio dell'Umanità UNESCO.

Il territorio del Parco è costituito, infatti, per il 60% da foreste di cui quasi il 90% sono proprio faggete. Il Parco Nazionale d'Abruzzo custodisce le faggete più antiche d'Europa, ambienti incontaminati e primordiali caratterizzati da una ricchissima biodiversità. Non è un caso che siano state proprio le faggete secolari del Parco ad aver meritato il prestigioso riconoscimento dell'UNESCO. Esplorando questi ambienti intatti e lussureggianti si possono ammirare esemplari unici tra cui spiccano patriarchi che superano i 500 anni di età. Le escursioni che, periodicamente, il Parco propone ai propri visitatori permettono di scoprire specie animali rare ed affascinanti, alcune endemiche, tra le quali si distinguono, tra le tante, il Picchio dorso bianco (Dendrocopos leucotos), l'Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), o coleotteri come la Rosalia Alpina (Rosalia alpina).

Ma le faggete vetuste non sono le uniche a rendere l'area protetta un vero scrigno di tesori. Le faggete articolate, ad esempio, le più estese, si distinguono per la discreta varietà di specie che le differenzia dalle faggete monoplane, popolamenti dominati dal faggio, nati a seguito della conversione di boschi governati a ceduo iniziata a partire dagli anni 20. Le faggete con nuclei di pino nero, invece, alternano ai faggi diversi esemplari di pino nero ma anche sporadici frassini, aceri di monte ed opali, carpini neri e maggiociondoli. I boschi a parco di faggio colpiscono, invece, per la presenza di splendidi esemplari monumentali, alcuni dei quali portano ancora i segni degli interventi effettuati per plasmarne la forma della chioma. Nel Parco sono, inoltre, presenti alcune faggete frammentate, che sono dei piccoli lembi di bosco ceduo in evoluzione naturale verso l'alto fusto caratterizzati dalla presenza di piante medio-piccole, oltre a faggete in ricostituzione e faggete percorse da valanghe.

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