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Su Filindeu, "i fili di Dio" che si mangiano in brodo

Viene dalla Barbagia una delle paste più rare e particolari del mondo

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Courtesy of ©sardegnaturismo.it/Saba CC BY NC SA
Su Filindeu e altri prodotti sardi
Adagiato a poche decine di chilometri a nord di Nuoro, Lula è un paese della Barbagia che custodisce una tradizione antichissima e complessa. Quella della preparazione di Su Filindeu una pasta incredibilmente rara e preziosa servita con il brodo di pecora la notte del 4 ottobre in occasione del pellegrinaggio al Santuario di San Francesco.

LA TRADIZIONE
Ancora oggi il Santuario di San Francesco di Lula, fondato probabilmente nel XVI secolo ad opera di un bandito nuorese scagionato dall'accusa di omicidio, è meta, per due volte all'anno, di un lungo pellegrinaggio. Nelle notti del primo maggio e del 4 ottobre sono tantissimi i fedeli che intraprendono un lungo cammino di oltre trenta chilometri dalla chiesa della Solitudine di Nuoro alla volta del Santuario francescano. Giunti a destinazione, vengono rifocillati presso le "cumbessias" (piccole case costruite attorno alla chiesa per ospitare i fedeli in caso di necessità) con un corroborante piatto di Su Filindeu, uno dei formati di pasta più rari al mondo. Si tratta di filamenti finissimi che vengono tirati, sovrapposti, lasciati essiccare e poi spezzati e cotti in brodo. Per preparare questa pasta occorre applicare una tecnica estremamente complessa tramandata di generazione in generazione che, oggi, soltanto in pochissimi custodiscono.

LA DENOMINAZIONE
Su Filindeu
, che in lingua italiana significa pressapoco "i fili di Dio" vengono considerati un vero e proprio patrimonio storico e culturale di questa zona della Barbagia. Per questo sono stati inseriti nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) e tutelati dalla Fondazione Slow Food che si impegna affinchè una tradizione così lunga e particolare non vada perduta a causa della complessità delle tecniche di produzione.

LE CARATTERISTICHE
Questa pasta speciale viene ottenuta da un impasto di semola di grano duro, acqua e sale. Se ne ricavano dei filamenti sottilissimi sovrapposti in tre strati incrociati come a formare una garza di forma rotonda e, una volta essiccati al sole, vengono spezzati. A questo punto la pasta è pronta per essere cotta in brodo di pecora, come vuole la tradizione.

LA PRODUZIONE
Ottenere questi sorprendendenti "fili di Dio" è davvero complesso. Ancora oggi, a distanza di secoli, è praticamente impossibile indicare le proporzioni degli ingredienti utilizzati. Le donne che li preparano lavorano ad occhio impastando con cura la semola, l'acqua e il sale. L'impasto viene suddiviso in panetti di circa 100 grammi che vengono ridotti in cilindri, tirati e ripiegati più volte fino ad ottenere una grande quantità di filamente sottili, circa 256 per ogni porzione da 100 grammi di impasto, che vengono tesi su di un canestro circolare di foglie di asfodelo essiccate e sovrapposti in tre strati incrociati come a formare un finissimo reticolo di pasta. Si ottiene, così, un grande cerchio irregolare che, una volta asciugato al sole, si indurirà e potrà essere spezzettato grossolanamente per prepararlo alla cottura.

LA CULTURA
La tradizione vuole che siano le donne a tramandare e custodire le tecniche di lavorazione di Su Filindeu. Nonne, mamme, nipoti e vicine di casa si riuniscono per preparare in gruppo l'antica ricetta che rifocillerà fino ad oltre 1.500 pellegrini che camminaranno per 30 chilometri sino al Santuario di San Francesco.

IN CUCINA
La ricetta tipica dei Su Filindeu ne prevede la cottura nel brodo di pecora assieme a del pecorino fresco.

La ricetta. Filindeu in brodo di pecora. Ingredienti: 150 grammi di Filindeu, 120 grammi di pecorino sardo, brodo di pecora. Portate a bollire un litro di brodo di pecora, versatevi il pecorino tagliato a tocchetti e filindeu a pezzi. Mescolate sul fuoco finchè il formaggio si sarà sciolto e servite bollente nelle fondine. (saporetipico.it – fonte "Sapori e Tradizioni" di Paolo Becarelli e Walter Predazzi).

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IL TERRITORIO
Adagiata nel cuore della Sardegna a ridosso del Gennargentu, la Barbagia custodisce alcune tra le bellezze più spettacolari della Sardegna: qui si possono ammirare oltre 200 nuraghi tra i meglio conservati e una natura a tratti ancestrale, l'ideale per gli appassionati di ecoturismo. Ma questa magnifica regione dell'isola è anche un concentrato di cultura, di tradizioni e di folklore che in questo periodo dell'anno vengono celebrati durante le iniziative e gli eventi dell'Autunno in Barbagia.

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