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Sorrento, arance bionde sin dal 1300

Le arance sorrentine sono un concentrato di sapori e di profumi che rendono ogni ricetta una prelibatezza

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Arance
Se i limoni di Sorrento sono una prelibatezza dalla tradizione antichissima, le arance non sono da meno. La loro coltivazione risale ad epoca trecentesca ed i frutti vengono, tuttora, utilizzati per la preparazione di numerose ricette tradizionali come quella dei follovielli, deliziosi fagottini di uvetta e canditi avvolti in foglie di agrumi, spesso serviti durante le Feste natalizie.

LA TRADIZIONE
A Sorrento quella della coltivazione degli agrumi è una tradizione antica, risalente, con ogni probabilità, già al XIV secolo. Ai noti limoni sorrentini si affiancano, da sempre, anche le deliziose arance bionde coltivate ancora oggi con tecniche tradizionali. Nel tempo, però, un po' per l'incremento del turismo, che ha sottratto manodopera e terreni all'agricoltura, un po' per il passaggio dei produttori dalla coltivazione di un agrume a quella dell'altro, la produzione dei succosi frutti locali ha perso terreno apparendo, oggi, lievemente ridimensionata rispetto ad alcune decine di anni fa. Nonostante le prime, piccole, battute d'arresto, però, l'agrumicoltura sorrentina continua a rappresentare uno dei fiori all'occhiello della tradizione agroalimentare campana ed a fornire preziosi ingredienti per la preparazione di profumatissime ricette tradizionali.

LA DENOMINAZIONE
L'arancia di Sorrento, oggi come un tempo, è considerata un prodotto di eccellenza dell'agricoltura campana, proprio per questo è stata inserita nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).

LE CARATTERISTICHE
L'arancia bionda di Sorrento è un agrume di grandi dimensioni caratterizzato da una buccia spessa e da un elevato contenuto di semi. Presenta una polpa molto succosa tanto che il suo succo viene spesso impiegato come ingrediente per la preparazione di svariate ricette di cibi e bevande.

LA PRODUZIONE
Le tecniche produttive dell'arancia bionda sorrentina sono rimaste immutate nel corso del tempo. Ancora oggi per coltivare il succoso agrume locale si ricorre all'utilizzo di particolari pergolati in legno che si presentano come delle alte impalcature (circa 7 metri) spesso realizzate con legno di castagno del Cilento, sulle quali vengono posizione delle stuoie di paglia, chiamate pagliarelle, che fungono da copertura e vengono, talvolta, sostituite o affiancate da reti e frangivento. Grazie a questo stratagemma gli aranceti vengono preservati da freddo e vento e la maturazione dei frutti ritardata.

LA CULTURA
Il succo delle arance sorrentine è una vera e propria prelibatezza. Basti pensare che, fino agli anni '50, era una delle bevande servite nei tipici chioschi degli “acquafrescai” napoletani. Dalla macerazione dei frutti, inoltre, si otteneva, e si ottiene tutt'ora, un prelibato sciroppo altamente aromatico.

Oltre ad essere dolce e dissetante, la spremuta di arancia è un vero toccasana durante l'inverno grazie alla preziosa vitamina C che preserva dai mali stagionali. Per ottenere dalle arance tutto il gusto del loro succo profumato, scegli lo spremiagrumi perfetto su Consigli.it

IN CUCINA
Ottime da gustare al naturale, le rance sorrentine rappresentano anche un ottimo ingrediente per la preparazione di autentiche prelibatezze. Si prestano, innanzitutto, alla canditura e sono uno dei protagonisti della ricetta dei follovielli, deliziosi fagottini di uvetta e canditi racchiusi nelle foglie di arancio. La loro ricetta è antichissima, risalente, probabilmente, ad epoca romana quando al posto delle foglie di agrumi venivano utilizzate quelle di fico, platano o vite. Esistono diverse interpretazioni sull'etimologia del nome della ricetta. Se secondo alcuni deriva dal latino "folium volvere" (“avvolgere la foglia”), secondo altri sarebbe, piuttosto, da ricollegare al termine "follare", cioè "pigiare". Altre interpretazioni, infine, lo assocerebbero al termine “folliculus”, che vuol dire “pacchetto” o “guscio”.

La ricetta. Follovielli. Il procedimento di preparazione prevede che l'uva sia bollita nel vino e che venga avvolta insieme a dell'arancia candita in foglie di agrumi legate con la rafia. Prima di essere serviti, i follovielli devono essere lasciati in forno perché si asciughino. (agricoltura.regione.campania.it)

IL TERRITORIO
Offre uno dei panorami più suggestivi della Campania ed è chiamata non a caso “La Terra delle Sirene”: la Penisola Sorrentina, nonostante le speculazioni edilizie spesso anche invadenti, è ancora un angolo di paradiso dalla florida vegetazione che si tuffa nel mare turchese.  La Costiera Amalfitana vanta di essere stata inserita tra i siti italiani Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
DA VEDERE NELLA PENISOLA SORRENTINA: VAI ALLAGUIDA

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