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I misteriosi set di Hereditary, l'horror più spaventoso

Girato e Salt Lake City e nello Utah, in realtà il film non è uscito dagli Studios in cui è stato costruito.

Lucky Red
è sempre ambiguo il rapporto del cinema horror con le ambientazioni che sceglie per rappresentare i proprie 'misfatti'. Lo abbiamo visto per It Follows, a Detroit quasi per caso, e The Conjuring 2, a Londra come nella Carolina del Nord in cerca di una anima che poteva tranquillamente prescinderne. O per il reboot di IT, spostatosi dal Maine tanto caro a Stephen King all'Ontario canadese, che ben più importante era apparso nel clamoroso The Witch. Un fenomeno, come l'Hereditary - Le ragioni del male che abbiamo scelto questa settimana, e che ci riporta nello Utah tanto caro all'Independence Day: Rigenerazione di un paio di anni fa o del più recente Wind River. Più o meno.

Nel film d'esordio del regista Ari Aster la tragedia nasce da un lutto famigliare come tanti. Alla morte dell'anziana Ellen, i suoi familiari cominciano lentamente a scoprire una serie di segreti oscuri e terrificanti sulla propria famiglia che li obbligherà ad affrontare un inellutabile destino che sembrano aver ereditato. Una tragedia famigliare che si trasforma in qualcosa di funesto e di profondamente inquietante, e che sembra capace di spingere il genere horror su un nuovo terreno ancora più agghiacciante.



"Per un paio di mesi abbiamo cercato di trovare una casa vera, ma sarebbe costata più che costruirla da zero - racconta il regista. - Se avessimo girato in una casa vera avrei dovuto demolire i muri per ricavarmi lo spazio necessario per girare il film nel modo in cui volevo. Avendo pianificato l'azione delle scene sin dall'inizio è stato impossibile trovare una location". Un problema per Aster, che non ha potuto far altro che rinunciare a girare in luoghi reali, salvo un paio di eccezioni (parte delle scene della casa sull'albero, girate nei dintorni di Salt Lake City, e quelle scolastiche, ambientate nella West High School locale).

"Ci serviva molto spazio, - continua, - considerando la lista delle inquadrature che avevo progettato. Servivano dei corridoi e delle stanze abbastanza ampi da contenere un dolly e da riuscire a farlo passare attraverso le porte. Volevamo avere un controllo totale sul modo in cui giravamo, senza essere limitati da una location già esistente. Ci sono molte scene dove le stanze sono create in modo da sembrare delle miniature, e viceversa. Tutto questo potevamo ottenerlo solo potendo rimuovere muri e soffitti".

E il controllo di cui parla, il regista è riuscito a ottenerlo ricostruendo l'abitazione dei Graham negli Utah Film Studios di Park City: una Casa di bambola progettata con la scenografa Grace Yun e affidata all'arte di Steve Newburn, specialista degli effetti visivi e autore delle miniature utilizzate per le riprese, contenente tutti gli interni della magione - dalle stanze e i corridoi, alla casetta sull'albero di Charlie, che assume un ruolo chiave nel diabolico climax del film - e che si è rivelata la scelta chiave che ha permesso ad Aster di dare vita alla sua visione.
 
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