A cavallo tra le province di Nuoro ed Oristano, nel Mandrolisai, il borgo di Atzara è un gioiello incantevole incastonato nel cuore della Sardegna, lontano da quel mare che rappresenta una delle attrazioni più amate dai viaggiatori che raggiungono l'isola ma che, in questa zona fatta di campagne dalle luci e dai colori magici, non sentire fa la sua mancanza. Non c'è bisogno di spiagge mozzafiato e acque cristalline per rimanere incantati da questo borgo dalla storia millenaria. Basta passeggiare per le sue viuzze, ammirare le sue costruzioni, scoprire la sua cultura e la lunga tradizione vinicola ed artigianale per non rimpiangere di essersi lasciati alle spalle il mare meraviglioso dell'isola.Tutto ad Atzara fa venire voglia di soffermarsi a contemplare il fascino tutto speciale di questo borgo “sperduto” della Barbagia, circondato da boschi, vigneti e frutteti che creano una cornice perfetta per un soggiorno di coppia all'insegna della tranquillità e del relax.
Non è un caso che il borgo e la sua luce incantevole che bacia le campagne circostanti sia stato ispirazione, assieme ai bellissimi costumi tradizionali delle donne locali, di numerosi pittori spagnoli giunti in paese all'inizio del secolo scorso. Le loro opere sono, oggi, esposte presso il museo di d'arte moderna e contemporanea intitolato ad Antonio Ortiz Echague autore del dipinto più famoso, “Donne in Sardegna”. Assieme al filone di dipinti dei pittori spagnoli, il museo, allestito in un palazzo storico ottocentesco, espone opere di artisti sardi, italiani e stranieri oltre ad una serie di mostre temporanee. Al vivace fermento artistico si accompagna un autentico concentrato di cultura e tradizione. Le antiche tecniche di tessitura dei tappeti sopravvivono ancora oggi così come la vocazione vitivinicola del borgo che è uno dei produttori del prelibato nettare Mandrolisai, autentico vanto della produzione enogastronomica locale.
Passeggiare per il centro storico è piacevole ed interessante. Il borgo ha mantenuto, infatti, inalterato il tessuto urbano di epoca catalana con le pittoresche costruzioni basse realizzate in granito con soffitte ricoperte da travi di quercia. Ammirando le abitazioni che costituiscono il nucleo più antico è ancora possibile imbattersi nelle caratteristiche decorazioni a scalpello che adornano le cornici di porte e finestre. Magnifica la quattrocentesca chiesa parrocchiale di Sant'Antioco, gioiello dell'architettura gotico-catalana, così come quella di Santa Maria de Susu e quella di Santa Maria Bambina, in stile romanico, risalente all'XI secolo e, probabilmente la più antica di un territorio costellato di testimonianze archeologiche tra cui alcune domus de Janas, tombe di Giganti e nuraghi, tra cui si distingue quello di Abba Gadda per la sua torre centrale alta sei metri e per lo stato di conservazione.
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