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Sentieri d'Arte permanenti a Cortina d'Ampezzo

Nell'arcipelago fossile delle Dolomiti si viaggia alla scoperta dei tre regni biologici del creato con Ferri, Tosi e T-yong

Cortina d'Ampezzo
©iStockphoto
Cortina d'Ampezzo, veduta della città
Rimarranno esposte in modo permanente a partire dal prossimo 2 novembre le opere ispirate alla storia geologica delle Dolomiti realizzate da Alessandro Ferri (Dado), Federico Tosi e T-yong Chung in occasione della rasssegna  “Sentieri d’arte: Arcipelago fossile”. Si tratta del progetto curato da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli che allestisce in ambiente naturale i lavori dei tre artisti per accompagnare il visitatore alla scoperta di due distinti sentieri delle Dolomiti d'Ampezzo: Gores de Federa e Pian de ra Spines. Grazie alla loro attitudine nel modellare la materia e alla capacità di misurarsi con progetti site-specific attraverso l’uso della scultura e dell’installazione Ferri, Tosi e T-yong offrono al visitatore un percorso di grande suggestione.
 
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LA STORIA DELLE DOLOMITI
 
Definite dagli esperti come un “arcipelago fossile”, l'area delle Dolomiti, prima di formarsi per orogenesi con la faglia africana, costituiva un oceano caldo dotato di una nutrita barriera corallina, caratteristica che queste montagne condividono solo con l’Himalaya. L’arcipelago dolomitico è nato nel Triassico (240 milioni di anni fa) in un’epoca in cui la vita sulla Terra si stava riprendendo dopo un’imponente estinzione di massa. Nel Mare della Tetide (così è stato chiamato dagli studiosi l’oceano che qui si trovava) crescevano edifici carbonatici, costruiti nel corso di milioni di anni da esseri viventi chiamati bio-costruttori: ricci di mare, spugne, alghe, coralli e molluschi vivevano colonizzando le alture dei fondali marini.
 
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IL PROGETTO
 
Arcipelago fossile accoglie la sfida di allestire una mostra d’arte pubblica in un sentiero immerso in un bosco, attraversato da un fiume, determinando una dimensione di relazione fra arte e natura, lungi dalla spettacolarizzazione della visione. Arte e natura si integrano, le opere sono pensate come “ritrovamenti” accidentali, si manifestano improvvise muovendo nello spettatore la sorpresa e la meraviglia che regalano un crepaccio, uno scorcio mozzafiato o una cascata. Il bosco, come un tempio, accoglie e preserva i lavori degli artisti e svolge un ruolo di nutrimento per la comunità intera. Nello sviluppo delle opere, ciascun artista si è concentrato su uno dei tre regni biologici del creato.
 
FEDERICO TOSI
 
Federico Tosi affronta l’aspetto fossile, proponendo lavori che si richiamano a reperti provenienti da un passato contaminato di contemporaneità. Le opere emergono dal terreno in un gioco evocativo di allusioni: conchiglie, organismi marini, tracce preistoriche, ma anche un seme alieno proveniente da una lontana galassia e che qui riesce ad attecchire trovando un habitat congeniale.


Federico Tosi, PLATOON, 2020 © Courtesy l’artista
 
ALESSANDRO FERRI
 
Alessandro Ferri (Dado) si misura con la componente vegetale, creando imponenti installazioni realizzate con abeti abbattuti dai fenomeni atmosferici che ricordano la forma del fiore di tarassaco. Così l'artista in prossimità di una frana, indicativa di come il territorio dolomitico sia in continua trasformazione, colloca una doppia scala incrociata costruita con assi di legno, che forma idealmente una lettera “X”. Gli assi creano un percorso, invitando il visitatore a seguirne il perimetro, fino a raggiungere il centro, che coincide con il punto di osservazione privilegiato individuato dall’artista per ammirare il panorama circostante.


Alessandro Ferri (Dado), Lettera "O" il suono sordo del tarassaco, 2020 - © Courtesy l’artista.
 
T-YONG CHUNG
 
T-yong Chung si occupa della sfera umana connessa alla componente intellettuale e spirituale, realizzando ritratti-maschere di filosofi e “ricercatori” che hanno influenzato a vario titolo il tempo presente. Gli interventi scultorei risultano mimetici rispetto al contesto naturale, determinando momenti di scoperta e di aggregazione per il pubblico lungo il sentiero, una sorta di piazze naturali in cui le sculture favoriscono il raccoglimento interiore del visitatore.


T-yong Chung, Sento qualcuno..., 2020 -  ph. Maria Vittoria Miccoli Minarelli, courtesy Renata Fabbri arte contemporanea.
 
 

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