E’ indubbiamente il capolavoro di Giovanni Pisano, scultore e architetto che visse a cavallo tra il Duecento e il Trecento, e si trova a Pistoia, sorprendente città d’arte che ingiustamente è poco inserita nei circuiti turistici: stiamo parlando del pulpito della Chiesa di Sant’Andrea, iniziato nel 1298 e terminato nel 1301. Pistoia era già nota nel Quattrocento proprio come “la città dei pulpiti” in quanto ne conservava ben quattro di inestimabile valore oltre a quello del Pisano, che rimane comunque una delle forme d’arte scultorea più elevate mai realizzate. Di forma esagonale, poggia su sei colonne laterali di marmo rosso ed una centrale; due di queste sono sorrette da leoni stilofori e una da Atlante ripiegato su se stesso, mentre la colonna centrale poggia su tre grifoni alati.
L’iconografia dell’opera si riferisce alla dottrina della Redenzione e segue uno schema secondo cui il registro inferiore è dedicato alle Allegorie, il mediano alle Profezie ed il superiore alla manifestazione di Cristo nella storia del mondo, dalla nascita alla crocifissione fino al giudizio universale. Dei cinque pannelli che definiscono l’esagono del pulpito, con il sesto aperto per consentirne l’accesso, uno dei più interessanti è quello con la rappresentazione della Strage degli Innocenti. La composizione è giocata su una linea diagonale che parte dall’angolo in alto a destra, dove è posto re Erode, e giunge all’angolo opposto. Questa linea coincide con il braccio teso di re Erode, che ordina la strage di tutti i bambini al di sotto dei due anni: dal braccio teso si allargano una serie di archi concentrici sui quali lo scultore va a disporre i gruppi di figure, con i soldati che cercano di strappare i figli alle madri per ucciderli. Nella scena sono rappresentati, con grande varietà di registri espressivi, diversi momenti di questa strage e tutto è animato da una carica cosi forte di pathos che lo spettatore non riesce a restare indifferente alla violenza così realisticamente rappresentata.
La commozione che la scena suscita è un obiettivo che va oltre la ricerca della pura perfezione formale, e Giovanni Pisano dimostra di essere uno scultore decisamente consapevole dei propri mezzi espressivi. La sua arte, infatti, è alla ricerca del grande effetto drammatico, e il suo stile, con l’elevato dinamismo delle figure scolpite e la loro travolgente carica espressiva, si avvicina maggiormente ai tumulti propri del gotico più che del romanico. La drammaticità rappresentata è nuova per l’epoca e Pisano ha preferito evidenziare il movimento e l’intensità de gesti più che arricchire l’opera di troppi particolari, con il risultato di ricavare una forza espressiva rara, che non trova eguali nel gotico europeo. Al contrario, sembra proprio distaccarsi dalla canonica concezione di rilievo per avvicinarsi più alla plasticità propria della prassi scultorea a tutto tondo. Il pulpito fu creato in origine per essere posto dinanzi al presbiterio della chiesa, ma oggi si trova lungo la navata sinistra in prossimità della penultima colonna.
DA NON PERDERE A PISTOIA
Piazza della Sala
Museo Civico
Chiesa di San Giovanni Fuorcivitas
Basilica della Madonna dell'Umiltà
Biblioteca San Giorgio
Palazzo dei Vescovi
Battistero di San Giovanni in Corte
Cattedrale di San Zeno
*****AVVISO AI LETTORI******
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