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Il coltello sardo di Arbus

La vocazione agro-pastorale dell’isola ha forgiato artigiani professionisti nella lavorazione di coltelli a serramanico inimitabili

Coltello Guinness dei primati 1986
Courtesy of©Gigidelneri/Wikimedia Commons
Coltello Guinness dei primati 1986
Arbus, realtà del versante sud-occidentale della Sardegna sita nella provincia del Medio Campidano, è conosciuta nel mondo non solo per il suo deserto, quello composto dalle dune sabbiose di Piscinas bensì anche i suoi coltelli a serramanico inimitabili per foggia e finitura. Chiamati nel dialetto locale "arresojas", questi utensili sono, da sempre, compagni inseparabili dell'uomo che popola le campagne sarde il cui cuore caldo si concentra nei centri di produzione di Pattada e Arbus.

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LA TRADIZIONE Il legame tra i metalli e la Sardegna si perde nella notte dei tempi e racconta come l’uomo, da sempre, dava sfogo della sua eccezionale manualità attraverso la realizzazione di strumenti necessari alla sopravvivenza: ogni paese era intento nella lavorazione della pietra al bronzo prima, dei metalli poi, per creare gli strumenti del mestiere come forbici, zappe e coltelli. I primi coltelli erano in ossidiana nera o in selce, pietre molto dure che permetteva di ottenere, oltre alle frecce, delle lame utili per creare, con il supporto del legno, uno strumento perfetto per tagliare la carne ma anche per fini difensivi. Bisogna però attendere la seconda metà dell’Ottocento per parlare del coltello a serramanico vero e nato per dare supporto alle esigenze della vita agropastorale, tanto che veniva definito "il prolungamento della mano del pastore". Con la sua forma panciuta a foglia larga veniva infatti utilizzato per scuoiare animali o come strumento per la pratica venatoria.

LE CARATTERISTICHE La maestria degli artigiani sardi è una preziosa eredità che ha portato alla creazione di vere e proprie opere artistiche che, nel corso del tempo, hanno rappresentato un’importante fonte di sostentamento per gli artisti e gli stessi paesi di produzione. Ogni pezzo si dice unico per la precisione con cui viene realizzato e per l’accurata ricerca dei materiali che si traducie in manici di ogni forma e colore, scolpiti in corno di cervo, cinghiale, muflone o altri materiale come la madreperla mentre, per quel che concerne le lame, sono in acciaio inossidabile G 70, inox o damascati, ogni modello differisce dall’altro in base alla località in cui viene creato. Da non dimenticare anche l’anello, generalmente in ottone, argento o anche oro. Quello che inizialmente era uno strumento di lavoro è divenuto attualmente un oggetto d'arte da collezione, un pregiato souvenir dato il suo pregiato gusto estetico.

IL TERRITORIO Ad Arbus, in quel di via Roma 15, nel cuore del paese, grazie al contributo dell'artigiano Paolo Pusceddu, ha aperto i battenti il primo Museo del coltello Sardo ricavato dalla ristrutturazione di una vecchia casa adiacente al suo laboratorio. All'interno si possono visitare quattro sale che custodiscono innumerevoli oggetti da lui raccolti negli anni: si va dai coltelli antichi a quelli più rappresentativi dei Coltellinai Sardi contemporanei o ancora quelli cari alla Coltelleria l'Arburesa e, inoltre, si possono ammirare gli attrezzi del mestiere esposti in quella che risulta essere la ricostruzione di un antico laboratorio. Il pezzo forte della collezione è un particolare coltello, l’arresoja più grande del mondo, opera dello stesso Pusceddu, realizzata con manico ricurvo in legno Paduk la cui unicità l'ha portata ad entrare nel Guinness dei primati nel 1986 per le sue misure che hanno dell’eccezionale: 4,85 metri e ben 295 kg di peso. Per chi capita nel momento giusto, ogni due anni nel mese di agosto  ha luogo nella piazza principale del paese logudorese la Mostra del Coltello.

INDIRIZZI Sono tante le realtà che fanno tesoro di un'arte antica e cercano di tenerla in vita attualizzandone l’interesse, facendo in modo che, con un occhio alla tradizione ed uno al gusto contemporaneo, si possa tenere alto il nome di un prodotto sardo. Una vera istituzione è rappresentata da “La coltelleria Arburesa” di Franco Pusceddu là dove si producono artigianalmente coltelli per tutti gli usi, pezzi da impiegare nella vita quotidiana ma anche rarità, coltelli di pregio da considerare come dei veri e propri gioielli. Tra i nomi cari alla tradizione spicca anche Furitto, Maestro della Corporazione Italiana Coltellinai che, da ormai decenni, lavora i coltelli dando loro un tocco unico, con incisioni personalizzate che rendono i suoi lavori delle opere a tutti gli effetti. Considerato uno dei migliori coltellinaio al mondo, Boiteddu Fogarizzu è un' artista del coltello in grado di assecondare ogni esigenza.

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