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I funai di San Benedetto del Tronto

Il mondo della pesca si racconta attraverso un antico mestiere, una tradizione legata alla civiltà marinara sambenedettese.

Funai
Courtesy of©comunesbt.it
Funai
La dura vita del funaio a lungo ha rappresentato un pilastro per l'economia e della cultura cittadina, legata soprattutto al mondo della pesca. Fu soprattutto nel borgo marinaro di San Benedetto del Tronto che, avvalendosi della canapa, si otteneva una fibra tessile destinata alla fabbricazione di corde.

LA TRADIZIONE L’arte del funaio in quel di San Benedetto del Tronto fa parlare di sé già dal ‘600 ma, il vero boom, avvenne intorno al 1950, quando si diffuse largamente tale mestiere, una figura chiave per una realtà così legata al mare. I funai erano in maggior parte concentrati lungo il greto del torrente Albula e, il loro ruolo, era parte integrante di un ciclo di lavorazione estremamente articolato iniziato dai canapini, coloro che avevano sulle spalle la parte più faticosa il cui svolgimento richiedeva l’impiego di molta forza. Si trattava inoltre di un’attività decisamente poco salutare in quanto, le spore della canapa così come la polvere inspirata in grande quantità, erano nocive per i polmoni; furono tanti infatti i lavoratori che si ammalarono al fine di portare avanti un mestiere che avevano nel cuore. Il pregio di tale attività non è rimasta confinata nel Belpaese ma ha riscosso successo anche all'estero, conquistando tutto il Mediterraneo per poi prendere il volo fino al sud America.

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LE CARATTERISTICHE La canapa, una volta tagliata, veniva lasciata in quelle che erano chiamate le “marcite” ovvero delle fosse riempite di acqua stagnante al fine di estrarre agevolmente la fibra, il materiale su cui lavorare. Successivamente si procedeva con l’asciugatura, lasciando il tutto al sole affinché si seccsse all’aria aperta, un passaggio che permetteva allo stelo di essere facilmente lavorabile con una pressa o semplicemente attraverso la battitura con un bastone. I canapini, mestiere tramandato da padre in figlio, erano gli addetti alla pettinatura ovvero il loro ruolo serviva a separare il fiore della canapa dalla stoppa; qui entra in gioco la figura del funaio, colui che faceva girare una grande ruota di legno, generalmente mossa da bambini o da una persona anziana, per molte ore al giorno, attraverso un’apposita manovella che metteva in moto le girelle ai cui si attaccavano i fili da torcere. Nel mentre, il funaio, univa i vari capi di canapa camminando all’indietro, con il filato tenuto intorno alla cintura e le mani tese in avanti a filare gli spaghi. A fine giornata, le funi prodotte, venivano lasciate a mollo in acqua e, il mattino seguente, gli spaghi venivano tirati e lisciati più volte. Dopo essersi asciugati, venivano raccolti sulla “nnaspitt” per formare “lu fezzul”, la matassa di spago pronto. Il tutto avveniva in spazi all’aperto in quanto le lunghezze da elaborare erano notevoli tanto da richiedere una superficie dalle grandi dimensioni. Lo spago, oltre che nella marina, trovava un grande uso anche in cucina, soprattutto in relazione a salumi e insaccati o ancora per dare supporto nella cottura; ampio utilizzo anche nel settore della conservazione, le funi erano fondamentali per tenere bel saldi e sigillati barattoli e quanto altro.

IL TERRITORIO Il 3 febbraio, il giorno in cui si rende omaggio al patrono, San Biagio, il Comune si appresta a celebrare gli antichi mestieri della civiltà marinara sambenedettese. I cittadini possono cogliere così l'opportunità di ripercorrere, attraverso testimonianze di vecchi funai, quello che era un duro e faticoso lavoro svolto tanto da bambini quanto da uomini e donne. Punto di riferimento anche il Museo della civiltà marinara delle Marche, sito nel complesso del Mercato ittico all’ingrosso, una realtà nata al fine di valorizzazione la storia marinara delle Marche, un polo museale che si articola in circa 680 mq e 6 sezioni tematiche e, attraverso supporti multimediali, racconta la vita di bordo, i mestieri del mare, i materiali e le attrezzature, la pesca, il lavoro di funai e tutto quel che milita intorno alla vita in mare.

INDIRIZZI Quella del funaio è una figura che, a lungo, ha fatto la fortuna di molte famiglie che, fino agli anni ’60, hanno tenuto in vita questo mestiere caro alla tradizione ma, purtroppo, con l’avvento dell’era moderna, delle materie sintetiche prima e poi cavi in acciaio, si è completamente estinto lasciando il posto alle aziende che hanno ereditato e trasformato la produzione.

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