Perché il Soave è un vino speciale
Il Soave vanta infatti un’ampia gamma di interpretazioni, che va dai vini più freschi a quelli più corposi, da quelli immediati a quelli complessi. A comporlo sono principalmente le uve di Garganega (secondo la disciplinare DOC almeno il 70%) e Trebbiano di Soave, vitigni autoctoni, ma possono esserci anche Chardonnay e Pinot Bianco (non oltre il 30%). Garganega e Trebbiano sono due colture che hanno letteralmente modellato il territorio delle colline veronesi, emblemi di una costante interazione tra uomo e ambiente che nasce in tempi molto antichi.

Vigneti nella zona di Soave
In particolare è la predisposizione della Garganega ad adattarsi ai vari stili di vinificazione che consente ai produttori di variare sulle interpretazioni del Soave, ma in generale possiamo definirlo un vino che si distingue per essere secco, asciutto, armonico, molto equilibrato e poco acido. Si accompagna perfettamente ai piatti di pesce, ma è anche un eccellente vino da aperitivo e da antipasto. Alcune versioni di Soave, riserva o particolarmente intensi e persistenti, sposano molto bene anche i piatti a base di carni bianche e i primi. Esiste anche il Recioto di Soave, un vino antichissimo (descritto nel 533 d.C. da Cassiodoro) ottenuto da uve passite e fatto invecchiare in barrique: quello che si ottiene è un ottimo vino da dessert.
Gli antichi popoli veneti producevano vino coltivando le zone del Soave sin da tempi remoti, forse grazie all’influenza degli Etruschi. Quando i romani si insediarono in queste aree continuarono con la tradizione, che, tra alti e bassi dovuti sia alle conquiste territoriali che a questioni prettamente legate alla tecnica agricola, giunse fino alla fine dell’Ottocento, quando la produzione enologica ‘decollò’ fino a giungere al successo che oggi è meritatissimo. I vitigni da cui si produce questo vino bianco si coltivano specialmente nella zona compresa dei Colli Lessini compresa tra Soave e Monforte. La zona è punteggiata da una miriade di rocche e castelli, che testimoniano un passato articolato e che oggi offrono al visitatore splendidi scorci e borghi medievali di una bellezza rara.
Soave stesso, il borgo da cui prende il nome il vino bianco, è una splendida meta per una gira fuori porta: ve ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo.
La Strada del Soave (e non solo)
Chi si reca in queste zone guidato dalla passione enologica può dedicarsi alla scoperta dei territori attraversati dalla Strada del Vino Soave. Si tratta di un itinerario che attraversa pittoresche colline ricoperte di vigneti e splendidi borghi, che invita a fermarsi nelle cantine, presso gli agriturismi e le aziende agricole locali per fare degustazioni enologiche, ma anche gastronomiche. Sono circa 130 i soci che fanno parte di questa ‘rete’, un percorso di circa cinquanta chilometri che si snodano tra Verona e i comuni della Val di Mezzane, Val d’Illasi, Val Tramigna e Val d’Alpone. Un vero e proprio ‘pacchetto completo’: ospitalità, degustazioni, arte, cultura, natura, in una cornice paesaggistica idilliaca: per maggiori informazioni cliccate qui.

Il borgo di Soave
E per gli amanti del vino rosso? Naturalmente gli amanti del vino sanno che in queste zone nascono anche alcuni dei vini rossi più buoni al mondo. La Valpolicella non ha bisogno di presentazioni, e si trova tra i Monti Lessini e il Lago di Garda, garanzia di bellezze naturalistiche e urbanistiche. In questo articolo vi abbiamo parlato del suo più grande protagonista, l’Amarone, e delle zone da cui proviene
Dove acquistare il Soave
Per un aperitivo, per accompagnare un antipasto o una cena a base di pesce, un Soave freddo è quel che ci vuole. A questo link, un Soave Classico DOC Pieropan. Mentre qui un Soave Classico Inama.
Per chi desidera fare una piccola scorta, cliccando qui trovate 6 bottiglie di Soave Classico DOC
Infine, chi desidera assaggiare il Recioto di Soave può provare questo DOCG da 500 ml
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