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Roma Domus Aurea visita tomba nerone

Roma Domus Aurea, cosa nasconde l’immensa dimora sepolta di Nerone

La villa che Roma gelosamente custodisce nelle sue viscere, aperta al pubblico per speciali visite guidate

Interni della Domus Aurea
 istockphotos
Domus Aurea
Sotto il colle Oppio di Roma, a due passi dal Colosseo, si cela la più grande dimora che la città Eterna abbia mai visto: la Domus Aurea. Un tesoro sommerso, che le stratificazioni della storia hanno tenuto celato per secoli, fino a che un incidente lo fece rinvenire. Sono secoli che si scava e si cerca di far riemergere questo tesoro storico, architettonico, artistico e culturale, un cantiere di restauro ancora nel pieno del lavoro ma che è possibile visitare. Un’emozionante viaggio sotterraneo alla scoperta di una delle più grandi opere architettoniche mai concepite, un’esperienza imperdibile per svelare ciò che Roma ha gelosamente nascosto e custodito nel suo ventre da secoli.


 
Chi volle una dimora tanto grande da coprire circa un terzo della Roma dell’epoca? Fu l’imperatore Nerone, non esente da megalomania (caratteristica che tuttavia non mancò a molti altri imperatori), a volere una villa tanto grande da contenere centinaia di sale, laghi, vigneti, addirittura pascoli e boschi, un luogo degno di ospitare le immense ricchezze saccheggiate dall’oriente e il colosso - alto quanto un edificio di 12 piani che lo ritraeva nelle vesti del dio Sole. La Domus Aurea fu costruita subito dopo il famoso incendio del 64 d.C., che distrusse gran parte del centro di Roma esattamente nell’area corrispondente alla futura villa; non a caso, l’incendio fu attribuito a Nerone stesso, che avrebbe appiccato il fuoco appositamente per distruggere e ricostruire la città secondo la sua volontà. La storia non ha mai chiarito con certezza questo punto, fatto sta che Nerone ricostruì veramente Roma, migliorandone l’impianto urbano e regalando a sé stesso una dimora sontuosa di dimensioni talmente grandi da coprire circa 80 ettari di terreno, tra il colle Palatino, le pendici dell’Esquilino, il colle Oppio e parte del Celio. 
 
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Incredibilmente, fu costruita in soli 4 anni, progettata dagli architetti Severo e Celere, e riccamente decorata da affreschi, stucchi e decorazioni che per la maggior parte si attribuiscono al pittore Fabullo. Oltre al colosso, le dimensioni, la ricchezza dei decori, a colpire gli ospiti della dimora erano espedienti come le aperture in avorio sui soffitti dalle quali scendeva una pioggia di petali di fiori, le fontane gorgoglianti, il grande lago interno (situato dove oggi sorge il Colosseo, che pare prenda il nome proprio dalla statua colossale lì spostata negli anni dopo la morte di Nerone). 

 
Tale meraviglia architettonica non durò più di 40 anni: alla scomparsa dell’imperatore, i suoi successori la spogliarono dei rivestimenti, delle sculture, la seppellirono mano a mano e vi costruirono sopra – l’Anfiteatro Flavio, il Tempio di Venere, le immense Terme di Traiano sorsero sulla Domus Aurea parzialmente rasa al suolo e parzialmente sepolta. Tutto ciò che rimase della villa fu celato dalla terra del colle Oppio fino al 1480, quando un giovane romano cadde in una fessura del terreno, e si ritrovò in una singolare ‘grotta’ magnificamente decorata. Per tutto il rinascimento artisti e studiosi si calarono in questa grotta, ancora non consci di cosa fosse in realtà, per studiare le decorazioni delle volte, che vennero definite ‘grottesche’. Tra essi Pinturicchio, Ghirlandaio, Raffaello, Michelangelo. Purtroppo l’apertura della grotta portò alla rapida degradazione degli stucchi a causa dell’umidità, che nei secoli la terra aveva tenuto alla larga. Molte delle pitture sbiadirono, e fu solo nel 1772 che ripresero dei veri e propri studi e scavi archeologici nella Domus Aurea. 
 
I lavori negli anni sono stati interrotti e ripresi più volte: si tratta di una delle opere di restauro e conservazione più mastodontiche della storia. Quella che è rimasta sepolta sotto il colle Oppio è una porzione di villa che include 155 sale, per un totale di 16.000 metri quadrati, disposti in un’ala est e un’ala ovest attorno alla più celebre delle stanze di forma ottagonale, vero prodigio architettonico. Nonostante il cantiere sia tutt’ora attivo (e alla costante ricerca di finanziatori) è possibile calarsi nella Roma di Nerone grazie a visite guidate che si svolgono tutti i fine settimana a partire dal mese di marzo e fino a fine giugno. Trovate tutte le informazioni necessarie a questo link
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