Bolsena si adagia sul pendio della cinta craterica dei Monti Volsini protendendosi verso le rive pianeggianti ed offre un suggestivo scorcio panoramico grazie anche alle sponde del lago omonimo. Proprio il lago è il fior all’occhiello della località, vanto del Lazio essendo totalmente balneabile e dichiarato uno dei più puliti d’Europa. Ma non solo di attrazioni balneari è ricca Bolsena. Non mancano, infatti, tesori artistici, storici ed architettonici. In primis la Basilica di Santa Cristina, monumento di enorme importanza sia religiosa che artistica. Venne eretta nel XI secolo in stile romantico e restaurata nel Quattrocento con un elegante facciata rinascimentale. Al suo interno sono conservate diverse opere d’arte tra cui terracotte e ceramiche policrome e bellissimi affreschi nella Cappella di Santa Cristina.
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Proprio intorno a questa figura ruotano diversi racconti. Si dice che nel 292 la giovane figlia di un prefetto romano che perseguitava i Cristiani si convertì, contro il volere paterno, alla nuova fede. Proprio il padre la sottopose ad orribili torture per punirla, tra cui il taglio della lingua. Ordinò anche che fosse gettata nelle acque del lago con un masso legato intorno al collo. Ma un miracolo avvenne. Invece di andare a fondo, la grande pietra galleggiò salvando quindi la giovane ed indicando, cosi, la santità della fanciulla. Cristina, pur uscendo indenne da tutte le torture glorificando Dio, alla fine venne uccisa da una freccia che le trapassò il cuore. Ma la famosa pietra miracolosa venne conservata per diventare l’altare che sarebbe stato protagonista di una altro fatto straordinario accaduto 10 secoli dopo, noto come il Miracolo del Corpus Domini.
Secondo la tradizione, nel 1263, un prete boemo chiamato Pietro da Praga si stava recando a Roma in pellegrinaggio e decise di sostare a Bolsena per celebrare la messa sul sacro altare di Cristina. Ma il prete non era del tutto convinto del suo operato sacerdotale, tanto è vero che la mano di Santa Cristina interventi per fugargli i dubbi e durante la cerimonia l’ostia consacrata balzò sull’altare stillando sangue. La pietra di Santa Cristina, macchiata, è custodita nella Cappella del Miracolo, dove, a ricordo dell’evento sacro, si può anche ammirare una tela di Francesco Trevisani. C’è poi la Grotta di Santa Cristina in cui, in un ciborio del IX secolo, è custodita una pietra basaltica con impresse le sue orme prima di essere spinta nelle acque del lago.