La maggior parte dei turisti che si reca in Cambogia affolla il celebre Angkor Wat, il più grande tempio religioso del mondo. Ma le rovine del Banteay Chhmar, nel nord ovest del paese, sono ancora più antiche. E, cosa più importante, i pochi turisti sono uccelli e rari visitatori. Risalente al XII secolo, il tempio è stato costruito durante il regno del grande re Khmer Jayavarman VII come un omaggio al figlio buddista morto in battaglia. Rimane una delle costruzioni più intrise di mistero tra i templi angkoriani.
Leggi anche: In Cambogia il granchio al pepe verde
Il tempio di Banteay Chhmar è stato trascurato per anni: è stato saccheggiato e devastato, disseminato di mine durante la guerra civile tra gli Anni Settanta ed Ottoanta e le sue torri sono quasi completamente crollate. Gli archeologi hanno potuto ricostruire quello che potevano dalle macerie. Ed il sito è stato riaperto nel 2014. Oggi gli alberi spuntano dalle pareti, le piante rampicanti fanno capolino tra un corridoio diroccato e l’altro e i licheni circondano le sculture decapitate. Una delle torri è stata accuratamente ricostruita e dalla sua sommità un volto di pietra gigante guarda verso il basso con un sorriso quasi paterno.
Leggi anche: Cambogia, paese del sorriso
C’è poi il Preah Vihear, un tempio induista eretto durante l’Impero Khmer, che domina i Monti Dangrek. Per anni è stato ritenuto fuori dai confini per la disputa territoriale tra Cambogia e Thailandia fino al 2013, quando la Corte Internazionale di Giustizia ha votato in favore della prima. Il tempio si trova in un ambiente incredibile con le montagne che appaiono improvvisamente dalla pianura. Fino a pochi anni fa non esisteva nessuna strada di collegamento, ma ci si arrivava con un trekking attraverso il sottobosco. Mentre Banteay Chhmar è circondato dalla giungla, Preah Vihear offre ampie vedute panoramiche che meritano il viaggio. I suoi edifici sono stati più volte modificati a seconda del susseguirsi dei re, e vantano infatti diversi stili architettonici. Il sito archeologico si estende per circa 800 metri ed è composto da una strada rialzata che si arrampica sulla collina e che raggiunge l’edificio che si trova al limite meridionale di tutto il complesso. E’ costellato da 5 gopura, le torri monumentali, ognuna delle quali precede il giardino e si può raggiungere attraverso una serie di gradini. Nel giardino più esterno che raggiunge il santuario si trovano due biblioteche. Il Prasat Preah Vihear è stato dichiarato nel 2008 Patrimonio dell’Unesco.