Trai boschi ai piedi del Monviso e nelle vallate circostanti si celano funghi prelibati delle più svariate varietà. La loro raccolta risale ad epoca remota e rappresenta un'ottima occasione per concedersi una piacevole passeggiata a contatto con la natura a coronamento della quale si potranno assaporare i frutti della propria “fatica” preparati con tantissime ricette differenti.
LA TRADIZIONE
Passando in rassegna le varietà di funghi in cui ci si può imbattere passeggiando per i boschi piemontesi, non meraviglia che la “cerca” dei funghi nelle vallate locali sia una pratica diffusa sin da tempi lontani. Le condizioni pedoclimatiche di queste valli, della Valle Po in particolare, offrono l'ambiente ideale a queste prelibatezze per proliferare e sviluppare caratteristiche d'eccellenza. Nella zona di Sanfront, in provincia di Cuneo, i boschi si presentano come lussureggianti distese di faggi, castagni, betulle e querce che, incastonati nel terriccio che ricopre le loro radici, celano funghi prelibati particolarmente apprezzati anche dai professionisti della raccolta.
LA DENOMINAZIONE
A dimostrazione dell'elevato livello di qualità di ognuna delle varietà che popolano i boschi delle Valli Po, Stura e Varaiata e del loro profondo legame storico e culturale con i territori di origine, i Funghi delle Vallate Piemontesi hanno meritato l'inserimento nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT).
LE CARATTERISTICHE
Le varietà che crescono nei boschi delle vallate piemontesi sono davvero tantissime e molto ambite. Tra le più ricercate per l'ottima commestibilità si annovera l'Ovulo Buono o Fungo Reale. Buonissimi e pregiati anche i vari tipi di Porcino, da quello Chiaro, il più conosciuto, a quello Rosso, che presenta una caratteristica pigmentazione rossa della carne sotto la cuticola del cappello, sino a quello Estivo, particolarmente pregiato, e a quello Nero diffuso soprattutto alle basse quote (difficilmente supera gli 800 metri di altitudine). Tra quelli più diffusi durante la stagione autunnale ed anche in parte dell'inverno si distingue, invece, il Chiodino. Numerose anche le varietà di Porcinello. Quello Nero, noto anche come Crava Grisa o Gambetta Grisa, si riconosce per il cappello di colore grigio chiaro con sfumature giallastre, che è preferibile rimuovere al momento del consumo, quello Rosso (oppure Crava Rossa o Gambetta Rossa) sfoggia un cappello di colore tra l'aranciato e l'albicocca di consistenza liscia e asciutta ma viscosa, mentre la Crava Scura “indossa” un cappello dalle tinte ocracee tendenti al marrone. Non mancano, infine, il Gallinaccio dal caratteristico cappello frastagliato ai bordi, il Griffone, con un orlo coperto da pori, e la Lingua di Brughiera dal particolarissimo cappello che ricorda la forma di una foglia di insalata.
LA PRODUZIONE
Il periodo della “cerca” dei funghi inizia a primavera e si protrae fino all'autunno inoltrato, almeno fino alla fine del mese di novembre. I prodotti raccolti vengono, quindi, venduti presso le aziende dei produttori locali oppure sui mercati della zona, in particolare quelli di Pagno e Sanfront, considerati da secoli un dei principali punti di ritrovo per i raccoglitori delle valli limitrofe che qui vendono i loro funghi migliori.
LA CULTURA
Quella della “cerca” dei funghi nelle vallate piemontesi è un'attività dalla tradizione antichissima sopravvissuta al trascorrere dei secoli e che, ancora, oggi esercita un notevole fascino tanto sui cosiddetti boulerè, professionisti della raccolta che vi si dedicano a scopo semiprofessionale, sia sui semplici appassionati che la intraprendono per hobby e che la considerano anche come un'ottima occasione per trascorrere lunghe giornate a passeggio nei boschi di media e alta valle.
IN CUCINA
Le varietà diffuse nelle vallate piemontesi sono talmente tante che permettono di dare libero sfogo alla fantasia in cucina. Non c'è piatto a base di funghi che non possa essere preparato con quelli raccolti nei boschi delle valli locali ed ogni varietà rappresenta una fonte di ispirazione per cuochi, buongustai e appassionati. Tra le ricette locali vale la pena provare quella dei Funghi Porcini vecchia Valmala.
La ricetta. Funghi porcini vecchia Valmala. Ingredienti: mezzo kg di funghi porcini (anche qualche garitula), un pomodoro fresco, poco prezzemolo, due spicchi d’aglio, olio, una noce di burro, sale, brodo.
Dopo aver pulito e tagliato i funghi a fettine sottili fateli rosolare in padella con un condimento di olio, burro e spicchi d’aglio interi, poi poco alla volta aggiungere un po’ di brodo. Fate cuocere a fuoco lento per circa venti minuti. A cottura ultimata salate e aggiungere la polpa di un pomodoro senza semi e un po’ di prezzemolo tritato. (visitmove.it)
IL TERRITORIO
Conosciuto anche come Re di Pietra, il Monviso, cantato anche da Virgilio e da Dante, veniva considerato dai Romani il tetto del mondo. Con i suoi oltre 3.840 metri di altitudine è la vetta più alta delle Alpi Cozie e si staglia con la sua scenografica forma a piramide sulla pianura del Po. Le sue pendici offrono innumerevoli spunti per affascinanti trekking in mezzo alla natura, le sue località sprigionano storia e cultura e le vallate che si estendono ai suoi piedi sono un vero e proprio scrigno di tesori.
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