Oltre all'incantevole borgo di Sutrio, conosciuto come il "pais di marangons" ovvero il paese di falegnami, sono tante le realtà come Sauris o ancora la Valle d'Incarojoe, che hanno fatto della Carnia il paradiso della lavorazione artigianale del legno, un vanto che va riconosciuto agli abili falegnami e intagliatori in grado di creare, da una semplice materia prima, vere e proprie opere d'arte.
FOTO: GLI ABETI DI RISONANZA DELLA VAL DI FIEMME
LA TRADIZIONE La maestria artigianale caratterizza l'economia locale della Carnia fin dai tempi antichi, quando le popolazioni erano solite sfruttare al massimo tutte le risorse del territorio. La tradizione del legno ebbe origine quando, nei momenti morti dettati dalla rigidità invernale, non era possibile dedicarsi all'agricoltura e all'allevamento, motivo per cui era fondamentale per i cittadini reinventarsi in nuove attività. Mentre le donne cardavano e filavano le fibre tessili, gli uomini si dedicavano all'intaglio e alla trasformazione del legno pronti a dare vita ad attrezzi agricoli, mobili, infissi e rivestimenti nonché sculture e bassorilievi lignei utilizzati per impreziosire palazzi e chiese di ogni dove. Basta pensare che, a partire dal 1700, grandi capolavori usciti dalle botteghe di Sutrio andarono ad arredare le case dei nobili veneziani ed udinesi. Interessanti anche i preziosi manufatti che provenivano da Sauris dove, lavorando il legno d'acero, gli artigiani producevano le famose dalmine, le calzature simili agli zoccoli, oltre alle tradizionali maschere carnevalesche. Da quella che era una necessità, nacque dunque una professione, quella dei maestri falegnami, carpentieri ed intagliatori, un'attività che divenne il fattore economico più rilevante dell'intera Carnia. Quest'amore non si è lasciato sopraffare dall'era moderna ma ha saputo tenere testa all'avvento della tecnologia rivelandosi una preziosa eredità tramandata di generazione in generazione: oltre ai saperi di famiglia, grazie all'organizzazione di corsi formativi organizzati da maestri artigiani locali, è possibile creare nuove figure professionali e specializzare quelle già esistenti.
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LE CARATTERISTICHE Da sempre gli artigiani hanno fatto tesoro di quanto offerto dalla loro terra e, grazie allo sfruttamento della risorsa boschiva, hanno utilizzato la materia prima, il legno, per dare vita a prodotti di prima qualità. Il terreno d'azione degli abili falegnami divennero le segherie, là dove il lavoro veniva eseguito abbinando l'esperienza della manualità a quella di macchinari. Verso la metà del XVIII° secolo si contavano nel canale di Gorto almeno nove segherie tra Rigolato, Comeglians, Entrampo, Luincis, Chialina e Ovaro.
IL TERRITORIO Per approfondire l'argomento, vale la pena programmare una visita nella località di Aplis, nel Comune di Ovaro, là dove, oltre al Museo del legno, si trova la Segheria Veneziana, spazi questi che permettono di scoprire l'importanza della risorsa boschiva in Carnia scoprendo da vicino la storia della filiera del legno. Stesso tema viene ripreso dall'Eco Museo di Paularo, nato con l'obiettivo di recuperare, valorizzare e raccontare l'importante memoria storico-culturale della valle d'Incaroio conoscendo quelli che erano i mestieri ed i saperi tradizionali di un tempo. In estate un salto indietro nel tempo conduce a Paulare con Mistiris, un appuntamento cult che pone l'accento su quei lavori dimenticati come i pastori, i fabbri, gli intagliatori etc. riscoprendo il fascino del tempo che fu.
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Ogni anno, la prima domenica di Settembre, a Sutrio ha luogo la Magia del legno, evento che mette in contatto falegnami, intagliatori, scultori e artigiani provenienti dall'Italia e dall'estero pronti a dare dimostrazioni delle proprie abilità, a tu per tu con il legno. Da non perdere il Presepio di Teno, un capolavoro esposto il quel di Via Roma, straordinario esempio di artigianato ligneo nato dal paziente lavoro di Gaudenzio Straulino, detto "Teno", maestro artigiano che, con grande precisione, per ben trent'anni si è dedicato alla riproduzione in miniatura la vita del borgo di Sutrio. I turisti e tutti colori che vogliono vivere in maniera autentica la Carnia, possono prendere percorrere "La via del legno", ovvero approfittare di pacchetti turistici che avvicinano a quelli che sono i segreti legati alla lavorazione del legno facendo rotta tra i laboratori dove ammirare gli addetti ai lavori all'opera per poi fare il pieno di acquisti dell'artigianato locale.
INDIRIZZI L'artigianato del legno si assapora passeggiando tra le numerose botteghe che affollano la Carnia: a Sauris c'è il laboratorio artistico Legnostile dei fratelli Plozzer che, dal 1992, offre alla propria clientela prodotti naturali ed ecologici che guardano al passato ma, allo stesso tempo, hanno un occhio puntato al presente. Oltre a produrre mobili, sculture e rivestimenti di ogni tipo, il loro punto di forza è nel recupero e nella rivalutazione del legno vecchio che viene impiegato per dare vita a tavoli, sedie, armadi etc. Anche la Segheria Schneider Gaetano, nata nel 1991 dall'amore per un mestiere ereditato in famiglia, intende valorizzare una tradizione locale. La ditta si serve di materia prima di eccellente qualità, tronchi di abete bianco, abete rosso, larice e faggio di provenienza locale, scelte che garantiscono un'ottima qualità del prodotto finito. Da non tralasciare Gianni e Michele Petris che hanno portato avanti il mestiere del padre ereditando l'amore per il legno mentre, a Sutrio, a spiccare è la bottega del maestro falegname Conte in cui ammirare tutti gli attrezzi per la lavorazione del legno.
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