“Strummolo” è uno dei tanti nomi della trottola, nonché uno dei più antichi e diffusi strumenti di gioco. Esemplari di trottole sono stati rinvenuti negli scavi dell’antica Troia, di Pompei, in alcune tombe etrusche, in Cina, in Giappone ed in Corea. Tuttavia le vere origini dello Strummolo sono da ricercare sull’isola siciliana, dove è tutt’ora diffuso il cosiddetto gioco “dell’Appuzzatu”.
La tradizione, in questo caso, detta regole precise valide tutt’oggi: alla fine della partita la trottola del perdente deve essere distrutta ed ogni giocatore deve colpirla dieci volte con la punta ferrata della propria trottola. Tuttavia, questo particolare sport insulare ha conquistato un discreto successo anche nei paesi della Penisola, da Napoli alle province campane. Oggi, fa parte di quel gruppo di sport tradizionali tutelati dalla Figest.
Il ritorno alle tradizioni, tanto in voga in questo periodo, ha portato questa particolare disciplina a divenire l’indiscussa protagonista di un celebre Festival campano: il Festival Internazionale del Gioco e Giocattolo di Tradizione. Infatti, l’associazione “Lo Strummolo” con i patrocini della Provincia di Salerno e della Regione Campania organizza ogni primavere una grande festa dedicata al cosiddetto “giocattolo povero”, in memoria dei “figli della guerra”.
Il Festival, che si svolge tra le meraviglie del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, è destinato a tutti i ragazzi delle scuole primarie e secondarie, italiane e straniere. L’obiettivo è quello di diffondere la conoscenza ed il rispetto delle tradizioni popolari locali. La kermesse nasce da un’importante esperienza didattica condotta a partire dal 1993 e culminata con la creazione nel 1999 del “Museo del Giocattolo Povero” di Massicelle.
La sede museale della cittadina cilentana espone le ricostruzioni e gli oggetti originali utilizzati come giocattoli. L’allestimento, corredato di sussidi didascalici, è atto ad evidenziare la capacità creativa e la fantasia dei ragazzi del passato, i quali inventavano i propri giochi utilizzando tutti i materiali poveri a loro disposizione. Per maggiori informazioni sul museo cliccare su www.incampania.com