La loro forma ad anello, la croccantezza ed il sapore sfizioso li hanno resi famosi ben oltre la loro regione di origine. Ma i taralli restano comunque profondamente legati alla terra in cui sono nati. Quella Puglia rustica e dai sapori semplici ma irresistibili che conquista i palati di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. La ricetta dei taralli, infatti, è molto antica e di origini umili, tanto umili che secondo la leggenda non sarebbe altro che un espediente adottato da un mamma del XV secolo per poter sfamare il proprio bambino in un periodo di carestia. Anche allora tra gli ingredienti che non mancavano mai in ogni dispensa pugliese c'erano olio, farina e vino. Non potendo disporre di molto più, questa mamma dell'antichità fece di necessità virtù e sfruttò questi pochi ingredienti per preparare qualcosa da servire al figlio. La sua ricetta si diffuse rapidamente e divenne ben presto famosa in tutta la regione. In ogni zona della Puglia si cominciarono a preparare taralli non soltanto in periodi di stenti ed arricchendoli, magari, con altri ingredienti che ne resero il sapore ancor più sfizioso, a cominciare dai semi di finocchio, dalle olive, dal peperoncino e da tutto ciò che potesse renderli ancora più saporiti. Si trattò, di fatto, di una vera e propria ricetta rivoluzionaria che segnò una svolta nell'ambito dei prodotti da forno grazie alla reperibilità degli ingredienti alla semplicità dell'esecuzione che permisero ai fornai di proporre un prodotto dal costo molto basso che chiunque poteva permettersi e che consentirono ad ogni famiglia di poterlo servire in tavola e, in alcuni casi, di prepararlo anche in casa oliando semplicemente i propri tegami ed avvalendosi dei forni comuni per la cottura.
Una tradizione fatta di pochi ingredienti
A prescindere dalla variante, si tratta di croccanti bocconcini dalla caratteristica forma ad anello realizzati con un impasto a base di farina, olio extravergine di oliva, che in Puglia non può mancare (leggi qui per saperne di più), e vino. A renderli particolarmente sfiziosi è il loro sapore piacevolmente tostato, conferito dalla cottura in forno alla quale, per tradizione, viene fatta precedere una rapida bollitura per rendere gli snack ancora più croccanti. La loro celebrità li ha portati ad essere protagonisti di un modo di dire utilizzato in tutto lo Stivale nel quale si fa riferimento, anche se non con un accezione esattamente positiva, alla convivialità del tipico spuntino pugliese a base di “tarallucci e vino”. Per tradizione, infatti, spesso i croccanti anellini pugliesi vengono serviti in abbinamento ai più noti nettari pugliesi come il Primitivo di Manduria, il Nero di Troia o il Negramaro, anche se si narra che, un tempo, non mancasse chi preferisse inzupparli addirittura nell'acqua di mare. In ogni caso, che sia vino o che sia birra, ogni bevanda si presta ad essere accompagnata ai taralli in occasione di uno snack o di un aperitivo sfizioso. Ma anche se si scegliesse di sgranocchiarli da soli, la delizia è assicurata, grazie anche alla possibilità di variare nella scelta dei gusti. Si potranno assaggiare i più classici taralli semplici o lasciarsi stuzzicare da quelli ai semi di finocchio, alle olive e al peperoncino o da quelli più fantasiosi al gusto pizza, mediterraneo, formaggio e persino bacon.
Un nome che è ancora un mistero
Se le origini della ricetta dei taralli sono avvolte nella leggenda, anche su quelle del nome non ci sono certezze. Analizzandone l'etimologia gli studiosi sono, infatti, giunti a diverse interpretazioni tra le quali è difficile trovarne una he sia più convincente di un altra. Secondo alcuni il termine deriva dal verbo latino “torrere” che significa abbrustolire, mentre in base ad altri studi il sostantivo deriverebbe dall'unione del termine italico “tar” con quello franco “danal” con il quale veniva chiamato il tipico pane arrotolato d'oltralpe. Non manca, inoltre, chi sostiene che l'origine vada ricercata niente meno che nella lingua francese ed in particolare nel termine “toral” (essiccatoio). Le tesi, forse, più accreditate, infine, farebbero discendere il nome dal sostantico greco “daratos” utilizzato per definire prodotti simili al pane. In ogni caso oggi il tarallo assieme a tutte le sue più tradizionali varianti è stato inserito nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) di diverse regioni italiane del centro-sud tra cui, ovviamente, la Puglia nel cui elenco figurano ben quattro versioni della ricetta: i taralli semplici, quelli all'uovo, quelli al vino e quelli dell'Immacolata.
La Puglia è indiscutibilmente la regina dei taralli ed è anche un luogo perfetto per trascorrere una vacanza all'insegna delle tradizioni, dei borghi pittoreschi e della buona cucina oltre che del mare che, soprattutto in alcune zone della regione, regala autentici paesaggi da cartolina. Vale la pena, dunque, pianificare un bel viaggio alla scoperta dei tesori, gastronomici e non, del tacco d'Italia concedendosi, magari, nel frattempo un croccante spuntino a base di taralli che possono essere facilmente acquistati anche nella grandi distribuzioni ed online. Ecco dove.
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