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Storia e caratteristiche del Ghemme
La certezza che il vino Ghemme fosse apprezzato già all’epoca proviene da inconfutabili fonti storiche, tra cui la più citata è la Lapide di Vibia Earina di Vibio Crispo, senatore romano vissuto ai tempi di Tiberio, nella quale si menziona il vino. Ma non è l’unica, perché fino a Rinascimento inoltrato si continua a citare in documenti ufficiali il prodotto delle vigne novaresi, ed è soprattutto all’epoca dei Visconti e poi degli Sforza a Milano che questo vino assurge all’Olimpo dei vini più apprezzati del settentrione, particolarmente amato dall’aristocrazia ma anche molto presente nelle osterie popolari.
![uva rossa](fileadmin/mediafiles/turismo/articoli/202009/images/670x400/iStock-1251536666.jpg?n=0.6829022819790794)
Un importante passato e uno straordinario presente fanno del Ghemme uno dei rossi più apprezzati del Piemonte. E non c’è da stupirsi visto che si compone principalmente di uve provenienti da un vitigno d’eccezione, il Nebbiolo, l’iconica bacca rossa delle Langhe, per almeno l’85%, e di Vespolina - oppure, eventualmente, di Uva Rara (Bonarda). Questi uvaggi, assieme a 34 mesi di affinamenti di cui almeno 14 in rovere, e almeno 9 mesi in bottiglia, rendono il Ghemme un vino dal profumo intenso (viole, spezie), strutturato, tannico, secco, sapido e dal finale amarognolo – leggermente più morbido quando riporta una percentuale di Uva Rara – dal colore rosso rubino con riflessi granati. Il Ghemme viene prodotto anche in versione Riserva DOCG (almeno il 90% di Nebbiolo), che prevede un’affinazione di almeno 46 mesi di cui 24 in legno.
Essendo un rosso ben strutturato si accompagna particolarmente bene con piatti di carne in umido, sughi robusti, arrosti, cacciagione e formaggi stagionati. La gradazione è di 11,5% o 12%, e va servito ad una temperatura non inferiore ai 18°, meglio 20°. I vini di Ghemme sono emblema di una produzione di qualità, una interpretazione particolare, elegante, complessa del Nebbiolo che li rende il fiore all’occhiello di questa zona dell’Alto Piemonte (assieme alla produzione di miele, altro caposaldo della tradizione enogastronomica dell’area).
Il circuito delle Città del Vino
Il paese di Ghemme ricade sotto la provincia di Novara, e fa parte del circuito delle Città del Vino. Si trova sulla riva sinistra del fiume Sesia, il cui corso ha modellato la Valsesia, che si incunea tra le Prealpi e le Alpi fino ai piedi del Monte Rosa. Si tratta di una zona di montagna perfetta sia per chi vuole dedicarsi a escursioni che visite culturali, perché tocca splendide località storiche, come Varallo, con il suo Sacro Monte parte del sito seriale dei ‘Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia’ che comprende sette complessi devozionali piemontesi e due lombardi (ve ne abbiamo parlato in questo articolo). Il Sacro Monte di Varallo vanta capolavori pittorici di inestimabile valore, di cui vi abbiamo parlato qui.
![valle](fileadmin/mediafiles/turismo/articoli/202009/images/670x400/iStock-1222355652.jpg?n=0.3283439338524202)
Da non perdere Alagna, borgo montano spesso utilizzato come base per chi si dedica agli sport invernali, che custodisce tutto il fascino e il folklore della cultura Walser, popolazione alpina di origine germanica: ve ne abbiamo parlato qui.
Dove acquistarlo online
Il Ghemme è un vino ricercato, speciale, che non sempre si trova con facilità al di fuori del Piemonte. Ma ci sono diverse etichette disponibili online, come questo Mirù, composto al 95% di Nebbiolo
Oppure questo Cà Nova Riserva del 2009. Sempre Cà Nova propone l’acquisto di sei bottiglie di Ghemme del 2010, che potete trovare qui.
Infine, a questa pagina potete trovare tanti altri prodotti tipici del Piemonte.
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