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In fuga da Manhattan, per scoprire le meraviglie di Wonder

Un viaggio tra fantasia e realtà che sfrutta i già ben noti dintorni di Vancouver e il Canada più 'natural'…

01 Distribution
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Non tra i boschi del Pianeta delle Scimmie né in cima ai grattacieli più lussuosi colorati dalle Cinquanta sfumature di nero di Christian Grey e Anastasia Steele si potrebbe esaurire una visita di una delle città più note della Columbia Britannica, Vancouver. La cosiddetta Rain City (o Raincouver, per gli amici) stavolta è al centro della produzione di Wonder, film di Stephen Chbosky con cui il regista di Pittsburgh torna a confrontarsi col pubblico che lo aveva tanto amato per il precedente Noi siamo infinito. Come quello, adattamento cinematografico di un romanzo dello stesso Chbosky, stavolta il libro di partenza è quello di R.J. Palacio del 2012.

Il film - come il libro, d'altronde - racconta la coinvolgente storia di August Pullman, detto Auggie (interpretato dal piccolo Jacob Tremblay, cresciuto in cattività nello splendido Room) che, nato con una rara malformazione cranio facciale e costretto a circa 27 interventi chirurgici, si trova ad affrontare il mondo della scuola per la prima volta. Come sarà accettato dai compagni e dagli insegnanti? Chi sarà suo amico? L’amore della meravigliosa famiglia composta dai genitori Nate e Isabel (Owen Wilson e Julia Roberts), una grande dose di coraggio e la sua travolgente gentilezza lo aiuteranno a trovare il suo posto nel mondo e nell'affetto dei compagni di scuola.

Cresciuto nella parte più 'alta' e residenziale di Manhattan, Auggie è a un passo dalla sfida più grande che possa mai aver vissuto… Ma per quanto nel film la passeggiata con 'nonna' Sonia Braga ci permetta di ammirare la Coney Island dei sogni e dei freaks - della quale abbiamo già parlato per Brooklyn e recentemente in La ruota delle Meraviglie di Woody Allen - e la scenografa Kalina Ivanov abbia utilizzato una scuola di Brooklyn del diciannovesimo secolo per rappresentare la scuola privata Beecher Prep dove avviene l'ingresso in società di Auggie, il vero cuore del film è altrove…

"Stephen mi aveva chiesto di far sì che il film sembrasse fuori dal tempo - spiegava la Ivanov, - quindi abbiamo evitato di mostrare molte tecnologie moderne utilizzate dalla scuola in questione. Per la sala di Mr. Browne abbiamo ricostruito le classiche lavagne verde con cornici in legno" e aggiunto decorazioni in stile, ma soprattutto veri progetti degli studenti delle scuole locali da affiggere alle pareti della palestra. Ma in realtà il grosso delle scene 'scolastiche' del film, dove si svolgono alcuni dei confronti più intensi del giovane protagonista, è stato ripreso nella British Columbia canadese, precisamente presso la Heritage Woods Secondary School di Port Moody.

Dal 18 luglio del 2016 alla metà di settembre, infatti, buona parte della lavorazione - nascosta sotto il titolo provvisorio di 'Washer' - si è tenuta nella cosiddetta Metro Vancouver. E nello stesso momento in cui anche Okja e Death Note di Netflix, Boundaries con Christopher Plummer e Vera Farmiga, gli indie Juggernaut e Incursion con Sean Bean approfittavano delle risorse della zona. Nel caso della nostra storia, più che il Vancouver College, qualcuno potrà persino riconoscere alcuni scorci di Playland (nella scena con le montagne russe) e di Robson Square (dove Auggie e Jack giocano all'aperto), a meno di non volersi concentrare sull'istituto - la Heritage Woods di David Avenue - già citato, dove oltre 400 comparse hanno reso reale l'illusione e dato vita tanto alla scuola di  Olivia 'Via' Pullman o sul Camp Howdy di Belcarra, nel mezzo della Broarwood Nature Reserve, dove Auggie dorme per la prima volta lontano da casa: location definita una "grande scoperta" dalla stessa scenografa, che la racconta: "Camp Howdy è adorabile, ma non è grande, si adattava perfettamente alla nostra storia. Auggie è in casa per la maggior parte del film, e in quella sequenza lo vediamo per la prima volta fuori, in mezzo alla natura, per questo era davvero importante che il campo fosse bello, ma non travolgente".
 
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