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In Sicilia con l’Abete dei Nebrodi tra natura e storia

I 30 esemplari del Parco sono il simbolo della biodiversità locale

Dolomiti Superski
Courtesy of ©Dolomiti Superski
VAL DI FIEMME/OBEREGGEN Culla dello sci nordico in Italia, la Val di Fiemme invita tutti nel carosello che ha reso famosa l'intera valle: il Pampeago-Obereggen, ovvero circa 4 ore di sciata intervallate da divertenti soste nei punti di ristoro ad alta quota. Il particolare fascino paesaggistico della regione è dato dal riflusso luminoso della pietra rossa del Latemar e del Rosengarten, e dalla fitta vegetazione dei boschi "magici" della valle. Per avere un'idea della varietà naturale che arricchisce il territorio, si consiglia una visita al Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino che, con i suoi 197 chilometri quadrati contiene tre unità paesaggistiche: la grande foresta di abete rosso. Foto ©Archivio Consorzio Rosengarten-Latemar
Prendete un parco. Sì, un parco. Non uno qualunque, ma il Parco delle Madonie in Sicilia, zona che si estende per circa 30 chilometri nella provincia di Palermo, attraverso i comuni di Caltavuturo, Castelbuono, Castellana, Cefalù, Collesano, Geraci Siculo, Gratteri, Isnello, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Pollina, San Mauro Castelverde, Scillato, Sclafani Bagni.

All’interno del parco, c’è poi un interessante presenza di diversità biologica e locale, a partire dalla macchia mediterranea e proseguendo fino a caratterizzarsi come territorio capace di accogliere e preservare più della metà delle specie vegetali presenti in Sicilia. Tra queste, un posto di rilievo lo occupa la specie degli abeti monumentali. Si tratta di alberi giganti sia per misura, che per indice di biodiversità e antichità della loro presenza sul territorio.

Il gioiello del Parco, presente con soli trenta esemplari, è l’Abete della Madonie, o Abete dei Nebrodi, un gioiello raro, che rappresenta la classe degli alberi monumentali in tutta la sua forza. Si tratta di un arbusto che si estende per un altezza da 0,50 a circa 13 metri, distribuiti nella porzione montana del territorio di Polizzi Generosa, tra il Vallone Madonna degli Angeli e le pendici di Monte Cavallo, Monte dei Pini e Monte Scalone.

Perché è dunque da considerarsi così raro e specifico del territorio che occupa? Per rispondere alla prima domanda, esso è stato considerato estinto, dai primi del Novecento. Fu riscoperto invece nel 1957, nel Vallone Madonna degli Angeli sulle Madonie, dove ne sono rimasti circa una trentina di piante, sopravvissute probabilmente grazie all’isolamento e alla minore competitività locale di altre specie più forti, come il faggio.

Tra le conifere che caratterizzano il patrimonio naturale siciliano, esso è infatti caso unico di biodiversità madonica ed esemplare risalente addirittura al Terziario. La sua fama è poi crescente – ha avuto infatti un posto di rilievo anche nel Padiglione Sicilia dell’Expo - è questo fa ben sperare per la futura conservazione della specie.
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