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Toscana, un tocco d'Italia nel Gin inglese

Le bacche di ginepro toscano sono uno degli ingredienti del celebre Gin Bombay Sapphire

ginepro
©LordRunar/iStock
Ginepro
Con una natura così ricca e variegata la Toscana è un vero concentrato di prodotti d'eccellenza che nascono, spesso spontaneamente, direttamente dalla terra. Piante aromatiche ed erbe officinali vengono sfruttate sin dall'antichità per conferire sapori ai piatti ma anche per curare numerosi disturbi dell'organismo dimostrando come la natura, talvolta, sia la miglior medicina. Tra le piante benefiche più apprezzate, antiche e diffuse in Italia, e non solo, il ginepro merita certamente una particolare menzione. Questa piccola conifera, l'unica da cui si ricava una spezia, è un vero e proprio concentrato di proprietà, al punto che, nel corso dei secoli, oltre ad essere stata impiegata per gli usi più svariati sia in ambito culinario che terapeutico, le sono state attribuite persino doti magiche e benauguranti. La Toscana non fa eccezione, tanto che in alcune zone della regione era diffusa l'usanza di appendere un ramo di ginepro alle porte di casa perchè si pensava che fosse in grado di tenere lontane le streghe. Inizialmente attratte dal desiderio di contarne le foglie, si riteneva che finissero, poi, per allontanarsene spazientite per l'impossibilità di portare a termine l'operazione a causa della foltezza della pianta. In altre zone d'Italia, ed anche d'Europa, non è raro vedere, soprattutto durante le festività natalizie, rami di ginepro appesi sulle porte a scopo benaugurale. In occasione del capodanno, poi, in alcune aree del nord Italia, sino agli inizi del secolo scorso era tradizione bruciare dei rami ginepro nella notte di San Silvestro come buon augurio per il nuovo anno.



Il ginepro, pianta “magica” dagli effetti benefici

Se la cultura legata a questa pianta si è radicata così profondamente nel corso dei secoli è perchè il ginepro è una specie davvero antichissima, presente sul nostro pianeta già, probabilmente, dall'era mesozoica. Si pensa sia originaria del Tibet dal quale, diffondendosi sulle montagne russe, è giunto sino Europa e nel bacino mediterraneo dove ha potuto svilupparsi facilmente sia sulle montagne che negli ambienti aridi. Si tratta, infatti, di una specie che necessita di poca acqua e, pertanto, non ha difficoltà a sopravvivere in ambienti in cui l'acqua scarseggia. Cresce generalmente spontaneamente ma può essere coltivata in diverse varietà: il junipenus communis, che dona le caratteriste bacche utilizzate in ambito culinario e non solo, il Juniperus Sabina, un arbusto o alberetto velenoso spesso utilizzato per il consolidamento del terreno o come pianta ornamentale, il Juniperus virginiana, noto col nome di cedro della Virginia, coltivato per la produzione di assortimenti legnosi, e il Junipersu Chinensis, impiegato soprattutto come arbusto ornamentale, soprattutto nell'arte del bonsai. Le note bacche dal sapore acidulo, utilizzate come spezie, prendono il nome di “coccole” (dal termine greco “kokkos” che significa, appunto, bacche). Sul nome della pianta, esistono, invece, differente interpretazioni. C'è chi gli attribuisce origini celtiche, come composto dei termini Gen, “cespuglio”, e Prus, “aspro”, con riferimento al sapore delle sue bacche, e chi sostiene, invece, che derivi dal latino “juniperus”, termine composto dalle parole “junix”, che significa giumenta, e “pario”, che significa parto, con riferimento all'utilizzo, nell'antichità, come coadiuvante del parto delle giumente.

Tra le numerose proprietà che gli si attribuiscono, infatti, c'è anche quella di essere un efficace regolatore del flusso mestruale. Dal suo legno, inoltre, per distillazione secca si ottiene un olio utilizzato per le malattie cutanee, utilizzato come decotto, invece, si ottiene un ottimo sudorifero. Le “coccole”, messe in infusione in acqua o vino, con la fermentazione donano il cosiddetto “vino di ginepro”, apprezzato per le sue proprietà diuretiche. I fumi che generano una volta bruciate, inoltre, sono tutt'ora considerati un ottimo rimedio per i disturbi reumatici. Già nel XVI secolo, infatti, i bagni nel decotto di ginepro erano utilizzati come cura per la gotta e i reumatismi e tre secoli più tardi l'abate Kneipp utilizzava le bacche per curare le dermatiti e purificare il sangue. Il suo olio essenziale viene apprezzato per le proprietà depurative, antisettiche e sudoripare e l'acqua aromatica che se ne ottiene una volta diluito svolge, inoltre, un'azione detergente, disinfettante e tonificante. Se masticato, il ginepro è un ottimo coadiuvante della digestione, mentre, i suoi fumi favoriscono la guarigione da bronchite e sinusite. Un vero concentrato di benefici, insomma, che sarebbero sufficienti da soli a giustificarne il successo nel corso dei secoli.

PIanosa
 
Un ingrediente prezioso

Ma se oggi questa pianta è tuttora una delle più apprezzate è anche grazie alle sue caratteristiche gustative ed olfattive. Utilizzato in cucina è in grado di conferire note aromatiche uniche ad ogni piatto. Si tratta, infatti, di un ingrediente estremamente versatile che si presta alla preparazione di tantissimi prodotti e ricette differenti, il suo legno inoltre è apprezzato sin dall'antichità per la realizzazione di utensili e spiedi per la cottura sia per la sua dote di non ammuffire sia per il particolare aroma che il suo utilizzo conferiva alle ricette. Non è un caso che Marco Terenzio Varrone e Virgilio, sin da epoca romana, ne consigliassero l'utilizzo in cucina. Il suo gusto aromatico lo rende un ingrediente perfetto per realizzare deliziosi condimenti per piatti a base di selvaggina, arrosti, stufati e nelle marinate di carne o pesce, ma viene impiegato anche per l'affumicatura dei salumi e per la produzione di apprezzati liquori come l'acquavite ed il gin. Le bacche di ginepro toscano sono particolarmente apprezzate per la loro elevata qualità. Si distinguono per il colore nero-azzurro e le dimensioni simile ad un pisello. Il loro sapore lievemente acidulo dona un tocco piacevole ad ogni ricetta.

Il ginepro toscano che ha conquistato gli Inglesi

La Toscana è, infatti, ricchissima di ginepro che cresce rigoglioso in diverse zone della regione come il Chianti e l'Arcipelago Toscano, in particolare sull'isola d'Elba, a Giannutri e a Pianosa. La natura sulle isole dell'arcipelago è davvero speciale, tanto da essere tutelataprotetta da un Parco Nazionale che, con i suoi 56.800 ettari di superficie marina e gli oltre 17.800 ettari di terra, è il più grande parco marino d'Europa che tutela sette isole principali e diversi scogli e isolotti minori, in un trionfo di bellezza e di paesaggi differenti che donano a ciascuna isola una personalità differente da quella di tutte le altre. Vale la pena, quindi, concedersi lunghe passeggiate, escursioni ed itinerari alla scoperta di un arcipelago incantevole che si rivela una meta perfetta non soltanto per gli amanti della vita di spiaggia ma anche per gli appassionati di lunghe camminate in mezzo alla natura.

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Gin Bombay Sapphire

Non a caso, dunque, il ginepro toscano sia stato scelto da uno dei più noti produttori di gin inglesi per preparare il suo celebre distillato. Conosciuto in tutto il mondo, il Gin Bombay Sapphire, nell'elenco dei dieci botanicals che contribuiscono a conferirgli le note aromatiche che lo rendono uno dei gin inglesi più apprezzati, annovera anche bacche di ginepro provenienti proprio dalla Toscana. Il liquore che se ne ottiene è caratterizzato dal colore limpido e da un gusto morbido, delicato ed equilibrato, leggermente agrumato. Ma l'elemento che lo rende così riconoscibile sul mercato è la sua emblematica bottiglia geometrica di colore azzurro che richiama quello della pietra da cui prende il nome. Chi desidera assaggiare questo profumatissimo gin con un tocco toscano, può acquistarlo online su Amazon cliccando qui.

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