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Chianalea, borgo calabrese con "i piedi" nel mare

Antico quartiere di Scilla, Chianalea è un trionfo di atmosfere romantiche senza tempo 

Panorama di Chianalea
© Turismo Scilla
Scilla, veduta di Chianalea di notte
Sulla punta dello Stivale, proprio là dove Scilla veglia sullo stretto, si erge un borgo di pescatori rimasto tale nel corso del tempo e ancora ammantato del fascino speciale di quei luoghi che si fondono con il mare e vivono in funzione di esso. Si tratta di Chianalea, il più pittoresco dei quartieri di Scilla, un piccolo mondo sospeso tra il tempo e il mare che vive ancora delle stesse attività di un tempo. Un luogo da esplorare mano nella mano, rigorosamente a piedi perchè le macchine non vi possono entrare, camminando fin quando non ci si ritrova quasi con i piedi nel mare. Perchè le case, qui, sembrano emergere direttamente dall'acqua che le sfiora e le culla in una dolce nenia che al calar della notte accompagna il sonno dei loro abitanti.

Non è un caso se il borgo viene chiamato "la piccola Venezia del sud". Come la Serenissima, infatti, l'acqua entra quasi nelle case colpendo le mura durante le mareggiate e accarezzandole dolcemente quando i flutti si placano. A Chianalea, difatti, si è soliti dire che "le case sono barche e le barche sono case". In effetti non c'è una grande differenza, se non quella che le imbarcazioni, di cui sono dotate la maggior parte delle famiglie, possono sganciarsi dalla terra e lasciarsi trasportare al largo. Perdendosi qualche giorno, magari accompagnati da una persona speciale, in un luogo in cui il solo rumore a rompere il silenzio è quello del mare, è impossibile rimpiangere il caos cittadino. I contorni del tempo si dilatano e ci si sente immediatamente assorbiti da una dimensione quasi parallela.

Passeggiando non è raro, ed anzi è frequente, imbattersi in pescatori intenti a intrecciare o rammendare le proprie reti, a riparare le loro barche o a prepararsi a salpare per strappare al mare le risorse su cui ancora oggi si fonda l'economia locale. Proprio sullo Scaro Alaggio, dove i pescatori tengono ancorate le imbarcazioni per proteggerle dalle onde, vegliano le armoniose architetture di Palazzo Scategna con il suo doppio ordine di balconi in pietra disposti su tre piani. Poco distante si erge, invece, Villa Zagari, un interessante edificio in stile eclettico del 1933. La cornice è di quelle che fanno sognare ed a completare il quadro, proprio sulla stessa rocca del mostro mitologico, si innalza, austero, il castello dei Ruffo, eretto a scopi militari ma convertito in un'imponente dimora poco prima della metà del XVI secolo dal conte della casata di cui porta il nome, dal quale si gode di una vista di quelle che tolgono il fiato che si spinge, nelle giornate più limpide, sino alle isole Eolie ed alle coste siciliane.

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