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Siracusa monumenti Anfiteatro Romano

Siracusa, cosa rende speciale l'Anfiteatro Romano

E' uno dei più vasti anfiteatri romani, secondo in Italia all'Arena di Verona

Anfiteatro romano di Siracusa
©iStockphoto
Siracusa, veduta con l'Anfiteatro
Siracusa presenta oggi alcuni dei migliori esempi di arte ed architettura barocca, un magnifico Duomo ed anche rovine greche e romane di particolare interesse. Tra queste spicca l’Anfiteatro Romano, una grandiosa costruzione che risale al periodo tra il III e il IV secolo a.C. Si tratta del più grande della Sicilia, con i suoi 140 metri per 119, nonché uno dei maggiori d’Italia considerando che è poco più piccolo dell’Arena di Verona. L'Anfiteatro Romano di Siracusa appartiene al Parco archeologico, che si trova fuori dell'isola di Ortigia, all'estremo nord della Neapolis, ovvero la città antica.

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Oggi si può ammirare la parte scavata direttamente nella roccia perché tutto quello che era stato costruito in blocchi di pietra venne distrutto dagli spagnoli nel XVI secolo per costruire le fortificazioni dell'isola di Ortigia. Le pietre utilizzate erano di cattiva qualità, cosi che l’anfiteatro venne rivestito di blocchi di pietra più dura anch’essi smantellati. L’arena misura 70x32 metri ed è delimitata da  un alto podio; al centro un ampio vano quadrangolare, in origine coperto con un impiantito di legno, era destinato ai macchinari utilizzati per gli spettacoli. Dietro il podio correva un corridoio anulare coperto a volta su cui poggia la prima fila di gradini destinati alle autorità, i cui nomi sono scolpiti sulla pietra. Il corridoio coperto aveva varchi per l’accesso all’arena dei gladiatori e degli animali. E’ conservata solo la porzione più bassa della cavea: della media e summa cavea rimangono soltanto le fondamenta.

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Due ambulacri coperti a volta e un complesso sistema di gradinate permettevano di accedere ai vari ordini di posti. I visitatori possono percorrere solo l'anello superiore, non le scalinate e l’arena. Nei dintorni dell'anfiteatro e sul viale d'accesso si notano anche alcuni sarcofagi antichi, trasportati qui dalle necropoli della zona, ed alcuni resti di case di epoca ellenistica. Jean-Pierre Houel, incisore, pittore e architetto francese ed uno tra i più famosi viaggiatori del Grand Tour, all’inizio dell’Ottocento annotava che “a pensare che qui è rappresentata soltanto la parte inferiore, che in questo genere di edificio è la parte più stretta, si potrà benissimo immaginare quanto doveva essere esteso, elevato, maestoso ed imponente. […] non si rischia di sbagliare immaginandolo come uno dei monumenti più straordinari che siano stati mai costruiti”
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