La Sicilia vanta numerosi siti di altissimo valore storico e architettonico, molti dei quali dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ma non si tratta solo di architetture barocche, normanne o di siti della Magna Grecia. In Sicilia esiste un sito archeologico particolarissimo, una necropoli rupestre che racchiude in sé tutto il fascino degli antichi insediamenti, assieme alla meraviglia della natura. Stiamo parlando di Pantalica, o Necropoli Rupestri di Pantalica, sito naturalistico ed archeologico incastonato nella Valle dell’Anapo, formata dal Torrente Cava Grande. Un vero e proprio canyon, con spettacolari rocce a strapiombo incorniciate dalla rigogliosa vegetazione, sui Monti Iblei, in provincia di Siracusa.
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L’insediamento è un’area di spettacolare maestosità naturalistica. Il canyon di roccia calcarea sono punteggiati da grotte, che sono le caratteristiche tombe ‘a grotticella’ realizzate tra il XII e l’VIII secolo a.C. In tutto si calcolano cinque grandi necropoli, che coprono un’area di 80 ettari circa. Al loro interno, sono state ritrovate numerose testimonianze del Paleolitico e del Neolitico, che oggi si possono ammirare presso il Museo Regionale di Siracusa. Pantalica è raggiungibile da due località: i paesi di Sortino e Ferla. Ma è dalla seconda che l’accesso è di maggiore interesse, oltre che più semplice, grazie ai vari itinerari segnalati.
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Camminando lungo i sentieri, si giunge alle necropoli, ognuna di epoca diversa e affacciate su una profonda e suggestiva gola. Ad un insediamento bizantino. Ad abitazioni rupestri. Ad un minuscolo oratorio. A resti di fondamenta di antichi palazzi, che si presume facessero parte di un regno mitico, quello di Hyblone. Non manca l’acropoli, nella parte più alta dell’area. I torrenti che hanno scavato la gola inoltre, creano piscine naturali e scorci di una bellezza mozzafiato. Ecco che a Pantalica si viene certamente per ammirare la storia, ma anche per la natura e per fare una scenografica giornata di trekking.