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Stabia, un nuovo museo dedicato all'antica città

Nella splendida reggia borbonica della Quisisana il museo dedicato all'antica Stabiae

Reggia di Quisisana <br>
© Francesco Esposito MEF- Roberto Della Noce
Reggia di Quisisana Castellamare di Stabia
Dalla fine di settembre 2020 la Campania vanta un nuovo museo che farà la gioia degli appassionati di storia: si tratta del Museo Archeologico di Castellammare di Stabia – Stabiae. Il nuovo spazio museale è dedicato all’esposizione dei prestigiosi reperti del territorio stabiano, un tempo costellato di ville romane, ed è collocato presso la splendida sede della Reggia di Quisisana.

Il nuovo museo archeologico

La reggia è il più antico sito reale borbonico, un edificio-simbolo che vanta una storia di oltre sette secoli e, insieme alle preziose testimonianze della vita quotidiana d’epoca romana, restituisce un’immagine di Stabia come luogo ameno, di piacere, votato alla bellezza e al relax. Il percorso espositivo, il cui progetto scientifico è curato dal Parco Archeologico di Pompei, si propone di offrire un quadro complessivo di Stabiae e dell’Ager Stabianus dall’età arcaica sino all’eruzione del Vesuvio.



Il Museo Archeologico di Castellammare di Stabia è intitolato a Libero D’Orsi, il preside che, negli anni ’50, intraprese la riscoperta delle ville stabiane, già parzialmente indagate in età borbonica. In mostra numerosi reperti, tra cui alcuni mai esposti prima in Italia: affreschi, pavimenti in opus sectile, stucchi, sculture, terrecotte, vasellame da mensa, oggetti in bronzo e in ferro, in parte già ospitati nell’Antiquarium stabiano, allestito nel centro cittadino proprio da Libero d’Orsi e chiuso al pubblico dal 1997. Le prime sale del museo sono dedicate alla storia della Reggia di Quisisana e alle ricerche archeologiche, con particolare attenzione agli scavi borbonici e a quelli di Libero D’Orsi. Si prosegue con Stabiae preromana, e quindi con il periodo romano, fino al 79 d.C. Quest’ultimo è ricostruito attraverso un criterio espositivo cronologico e topografico, con alcuni approfondimenti tematici dedicati alla vita quotidiana nelle ville romane.

L'antica Stabia

Come le vicine Pompei ed Ercolano, anche Stabia subì la tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ma in modo meno disastroso, tanto che al contrario delle due celebri località venne subito ripopolata. Gli scavi testimoniano che l’eruzione qui giunse in modo meno violento e con meno repentinità, dando il tempo alla popolazione di evacuare. Molti edifici non furono completamente ricoperti di cenere e lapilli, e gli scheletri ritrovati qui sono in numero esiguo. Quella che oggi corrisponde a Castellamare di Stabia, fu un tempo una località di villeggiatura amatissima dagli antichi romani. Situata in corrispondenza della collina del Varano, l’antica Stabia affacciava sul mare, ed era punteggiata di ‘ville d’otium’ (ville d’ozio, di sollazzo) e una trentina le ‘ville rustiche’ (abitazioni dedicate alla servitù o a nuclei agrari). Era un luogo di piacere, di relax, di vacanze.


Villa San Marco, Castellammare di Stabia. Accesso alla galleria del ninfeo © Ministero per i beni e le attivita?culturali e per il turismo / Parco Archeologico di Pompei

Leggi anche: Castellamare di Stabia, le suggestioni del castello medievale

Ancora oggi è possibile ammirare le bellissime Villa Arianna e Villa San Marco, complessi residenziali dove sono stati riportati alla luce affreschi, palestre, vasche per le terme, ambienti di servizio. Ci sono la Villa di Hanteros ed Eraclo, la Villa del Pastore, Villa Sant’Antonio Abate, Villa Petraro, Villa Carmiano. Gli scavi di Stabia si estendono fino alle necropoli che sorgevano appena fuori dalla città. A molte di queste ville sono dedicati approfondimenti nel percorso museale.



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