Dallo scorso settembre l'Arabia Saudita si è aperta al turismo offrendo posti sorprendenti e luoghi di interesse senza folle di visitatori. È possibile dunque aprofittare di questa nuova apertura all'occidente voluta dal potente principe ereditario Mohammed bin Salman per scoprire alcuni siti archeologici, arabi e islamici, inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e i magnifici tesori che racchiudono.
Recenti scoperte dovute alla missione archeologica italiana dell’Università Orientale di Napoli hanno, infatti, gettato nuova luce sul passato preistorico e storico di questa regione, legata al mondo mediterraneo e al Medio Oriente da forti legami commerciali e culturali. Prodotti, uomini e idee hanno, infatti, percorso per millenni le vie mercantili che connettevano l’Arabia al mondo greco e romano fino alle porte dell’India.

Recenti scoperte dovute alla missione archeologica italiana dell’Università Orientale di Napoli hanno, infatti, gettato nuova luce sul passato preistorico e storico di questa regione, legata al mondo mediterraneo e al Medio Oriente da forti legami commerciali e culturali. Prodotti, uomini e idee hanno, infatti, percorso per millenni le vie mercantili che connettevano l’Arabia al mondo greco e romano fino alle porte dell’India.

Nel deserto dell'Arabia Saudita le tracce della presenza di ominidi e dei nostri diretti antenati
PERCHE' ANDARE
Il Regno dell'Arabia Saudita ha avuto un ruolo di primo piano nello sviluppo della civiltà umana, come dimostrano gli esempi di arte rupestre presenti in tutto il suo territorio, e in particolare a Jubba e ad Al-Shwaimes a nord e come è comprovato oltre dagli splendidi edifici scavati nei fianchi delle montagne a Mada’in Saleh, anche dalla bellezza architettonica degli antichi forti arabi e islamici, dai monumenti islamici della Mecca, di Medina e del centro storico di Jedda nonché dai ruderi delle antiche città saudite come Diriyiah. Tutti questi luoghi rappresentano in qualche modo ulteriori tappe nello sviluppo del patrimonio mondiale dell’umanità.
MADA’IN SALEH
A circa 22 km dalla città di Al-‘Ula, denominazione moderna dell’antica Dedan, è possibile visitare da qualche tempo il sito archeologico di Mada'in Saleh, ovvero “la Petra dell’Arabia Saudita”. Importante stazione di sosta lungo la Via dell’Incenso nell’Arabia nord-occidentale nel VI secolo a.C., sotto la guida della tribù locale dei Lihyaniti, Dedan divenne, un centro di una certa rilevanza. Grazie ai pedaggi imposti, in cambio di protezione e forniture, a tutte le carovane dirette dall’Arabia meridionale verso il Mediterraneo e la Mesopotamia, la città si arricchì enormemente.

La crescita economica e di prestigio favorì la nascita di una lingua scritta e creò i presupposti per lo sviluppo di una ricca produzione artistica, originale di Dedan. I Lihyaniti fecero edificare numerosi templi che ornarono di monumentali statue. Erano soliti, inoltre, onorare i defunti scavando delle tombe nella parete rocciosa di al-Khurayba, uno dei più antichi siti di Dedan.

La crescita economica e di prestigio favorì la nascita di una lingua scritta e creò i presupposti per lo sviluppo di una ricca produzione artistica, originale di Dedan. I Lihyaniti fecero edificare numerosi templi che ornarono di monumentali statue. Erano soliti, inoltre, onorare i defunti scavando delle tombe nella parete rocciosa di al-Khurayba, uno dei più antichi siti di Dedan.
PERCHE' NON ANDARE
Ricordiamo che l'Arabia Saudita offre poche strutture e qualche restrizione per gli occidentali. Viaggiare nel Regno potrebbe comportare alcune difficoltà, legate soprattutto alla mancanza di strutture ricettive e di collegamenti aerei. In Arabia Saudita è inoltre vietato bere alcol. Grazie a una misura introdotta di recente dal regime anche le coppie straniere non sposate possono condividere la stessa stanza di albergo. È però assolutamente vietato mostrare gesti di affetto in pubblico.

