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Calabria Piana di Sibari cosa vedere

Piana di Sibari dalle mille sorprese

La frazione di Cassano allo Ionio ha dato il nome alla pianura più estesa della regione ricca di spunti suggestivi

Sibari scavi
©Di Mboesch - Opera propria, CC BY-SA 4.0, Wikimedia Commons
Sibari, Parco Archeologico
Tra i massicci del Pollino, dei monti d’Orsomarso e della Sila si adagia una delle poche zone pianeggianti della Calabria, ovvero la Piana di Sibari, nota fin dall’antichità in quanto centro importante della Magna Grecia. Situata sul versante ionico settentrionale è la pianura più estesa della regione e prende il nome dall’omonima città di Sibari, oggi frazione del comune di Cassano allo Ionio ma in origine una delle più importanti città quando gli Achei esuli la fondarono dando vita ad una storia millenaria che ha lasciato meravigliose tracce archeologiche. Il Parco archeologico di Sibari è un’area che raccoglie i resti di quelle che erano le città dominanti la pianura, ovvero Sibarys, Turi e Copia. Le rovine sono state riportate alla luce negli Anni Trenta ed oggi, nei 50 mila mq di superficie, vi si possono trovare i resti della rete stradale con le strade lastricate che si intersecano ad angolo retto, le rovine del teatro di epoca romana che sono inserite nell’insieme delle fondamenta degli edifici circostanti, alcune colonne che riescono solo in parte a far immaginare la grandezza della città e mosaici pavimentali. 

Scavi del Parco Archeologico di Sibari / ©Comune di Cassano allo Ionio

A poca distanza dall’area archeologica si trova il Museo archeologico nazionale della Sibaritide, dove sono conservati tutti manufatti e gli oggetti ritrovati durante gli scavi a Sibari e nelle località limitrofe. La collezione copre un arco temporale che parte dall’Età del Bronzo e arriva fino alla tarda Età Romana. Il visitatore può cosi scoprire la storia e la vita quotidiana degli abitanti delle città sorte in questa regione grazie ad una ricchissima raccolta di reperti. Particolarmente interessante è la lastra di Kleombrotos: si tratta di una lastra in lamina di bronzo di rara bellezza, con incisa una dedica alla Dea Atena da parte di Kleombrotos figlio di Dexilaos, cittadino di Sibari che tornando dai giochi olimpici nel VI secolo a.C. la lasciò in segno di ex voto alla Dea come ringraziamento per aver vinto una gara di peso e corporatura. Una delle sezioni più interessanti del museo è la nuova sala che raccoglie una grande collezione di ceramiche magnogreche di pregevolissima fattura.

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Ma gli antichi colonizzatori Achei sono rimasti affascinanti anche dalle acque del mare e dalle spiagge di Marina di Sibari, dove la sabbia dorata di origine alluvionale sono molto larghe e si affacciano sulle acque del Golfo di Taranto. La lunga striscia di sabbia copre quasi 8 chilometri e si rivela perfetta per sport come il beach volley o i racchettoni, ma è ideale anche per famiglie con bambini poiché l’acqua diventa profonda con gradualità. Altrettanto interessanti ma meno ampie sono le spiagge in corrispondenza dei Laghi di Sibari, in direzione Schiavonea: questi ultimi si trovano a sud della Marina di Sibari e costituiscono uno dei porti turistici d’attracco più organizzati ed importante dello Ionio. Si tratta di una località portuale e residenziale dove negli Anni Settanta sono state create ampie lagune di bonifica e che oggi offrono la possibilità di una suggestiva passeggiata sospesi tra le loro acque e il mare. Tra le diverse attrazioni sportive vale la pena un’avventurosa spedizione nelle meravigliose Gole del Raganello, un canyon di 13 chilometri scavato nella roccia viva dall’erosione dell’acqua che offre scorci indimenticabili e la possibilità di immergersi nella natura incontaminata. A tutto questo si aggiunge la possibilità di rigenerarsi allo stabilimento termale di Sibari, le Terme Sibarite, dove si trova una sorgente sulfurea conosciuta fin dai tempi dell’arrivo dei primi coloni greci e che oggi offre ogni genere di rilassante servizio benessere, dalle vasche di acqua sulfurea ai fanghi terapeutici.

Gole del Raganello / ©Di Alby3 - Opera propria, Pubblico dominio, Wikimedia Commons

La visita alla Piana di Sibari deve poter comprendere anche il comune capoluogo dell’area, Cassano allo Ionio, una realtà urbana molto particolare che intreccia l’antica storia magnogreca con il passato medievale del centro storico, come testimonia la Torre di Milone, quel che resta di un antico castello. Spiccano la settecentesca Torre dell’Orologio e la torre Campanaria, quest’ultima dalla struttura talmente robusta che ha resistito al terremoto del 1783. Passeggiando per il centro cittadino si incontrano vecchi lavatoi e numerose fontane i cui giochi d’acqua rendono onore all’appellativo di Città della Acque: tra queste la Fontana dei Cappuccini, quella dei Tre Leoni, la Fontana di Largo Plebiscito e la Fontana Nuova. Tra gli edifici religiosi la Cattedrale della Natività della Beata Vergine risale all'epoca bizantina ma è stata più volte rimaneggiata. Le tre ampie navate che costituiscono l’interno sono ampie, solenni e molto decorate, come l’altare maggiore in marmi policromi sovrastato da un Crocifisso ligneo di pregevole fattura. Poco fuori dal centro storico ci si immerge nel verde per prepararsi alla visione del Santuario della Madonna della Catena che, con il suo imponente impianto decorativo in stile barocco, mostra l’altissimo livello di abilità degli artigiani locali durante il Seicento in quest’area. Altre sturtture interessanti sono il Palazzo Vescovile, il Palazzo Antico e il Palazzo Viafòra, una casa museo che gode di una straordinaria posizione con un giardino panoramica in stile liberty ospitante anche una monumentale fontana. Dalle finestre del palazzo si scorge lo spettacolo mozzafiato della Piana di Sibari. Chi varca la sogna di Palazzo Viafòra, la cui struttura è ancora quella originaria con la facciata barocca che sfoggia lesene e capitelli corinzi, fa un viaggio nel tempo e si ritrova immerso nella stessa atmosfera della borghesia di fine Ottocento grazie ad arredi, suppellettili, cimeli, riviste e giornali d’epoca, libri e centinaia di documenti di grande rilevanza storica.

Oggetti d'epoca esposti a Palazzo Viafora / ©Palazzo Viafora
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