Nella parte nord orientale del Friuli Venezia Giulia, la Val Resia è divisa in 5 frazioni con diverse borgate. In questi luoghi, oltre alle indiscusse bellezze naturali e paesaggistiche, sono di grande importanza le tradizioni, che portano avanti la lingua e la cultura locale. Una delle manifestazioni più importanti della comunità è il Carnevale Resiano, che ancora oggi riesce a coinvolgere tutti, grandi, piccoli, abitanti e visitatori. Il Carnevale inizia negli ultimi giorni: il giovedì grasso, Jojba Grasa, il sabato sera, la domenica Püstawa nadëja, il lunedì, il martedì TeVlïki Püst e il mercoledì delle ceneri, la chiusura chiamata Te din na pëpël. Quest’anno cade dal 28 febbraio al 6 marzo.
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L’elemento fondamentale del Carnevale è rappresentato dalla danza eseguita con i tipici strumenti musicali resiani, violino e violoncello. Si danza per ore nelle strade, nelle osterie e negli spazi appositamente creati per questa celebrazione. Un’altra particolarità del Carnevale Resiano sono le maschere tradizionali di due tipi, ossia le belle e preziose maschere bianche, con cappello alto adorno di fiori di carta colorata e piccoli sonagli, e le cosiddette maschere brutte, realizzate con abiti vecchi e logori. Le maschere belle sono composte da una o più gonne bianche ornate da merletti e nastri. Di solito le gonne sono tre di altezze differtenti: la più lunga arriva ai piedi, la seconda più corta arriva a metà polpaccio e la terza al ginocchio. La camicia è bianca anch’essa può essere adornata da merletti o piegholine. Attorno alla gonna e sulla camicia ci sono dei nastri colorati; le scarpe sono chiare così come le calze. Come copricapo le maschere si completano con un bel cappello alto adorno di fiori di carta colorata e piccoli sonagli.
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In mano le maschere possono avere fazzoletti e campanelli che suonano mentre ballano. Accanto a queste maschere non è inusuale veder sfilare anche quelle più moderne o, il Mercoledì delle Ceneri, quelle rappresentanti il clero od altre personalità. Il Mercoledì delle Ceneri nel tardo pomeriggio, dopo un particolare e adeguato processo carnevalesco viene bruciato in piazza il fantoccio chiamato “Babaz”, indiscusso protagonista del Püst. Rappresenta tutti gli eccessi ed i bagordi di questo allegro periodo di follia e divertimento, la sua triste fine tra le fiamme indica l’inizio del periodo quaresimale caratterizzato da astinenza e digiuno. E’ quindi il funerale del Babaz, che segna la fine di un ciclo per ricominciarne uno nuovo.