Storia di Blera
Il territorio di Blera è stato abitato sin da tempi molto antichi, a cominciare dall'età del Bronzo, ma è senza dubbio l'epoca etrusca quella che lo vide risplendere maggiormente (l'area della Tuscia corrisponde all'antica Etruria). A pochi chilometri di distanza da Blera sorgevano infatti alcuni dei centri più importanti di questa civiltà, come Tarquinia e Cerveteri. Le vaste necropoli che circondano Blera sono testimoni di un insediamento vasto, florido, importante. Oltre alle due località sopra citate, a breve distanza da qui si trovavano Norchia, Veio, Tuscania, e fino all'epoca romana Blera continuò a trovarsi nel mezzo di una rete di itinerari e collegamenti di rilievo per l'alto Lazio. Qui passava l'antica Via Clodia, una delle consolari che collegavano Roma alle province, e alcuni tratti di essa sono ancora visibili nei ponti del Diavolo (da non confondere con quello Toscano, di cui vi abbiamo parlato qui) e della Rocca.
Ponte del Diavolo
Con la caduta dell'impero Romano Blera perse d'importanza, e nei secoli divenne un piccolo borgo conteso tra diocesi ecclesiastiche. Fu nell'Ottocento, quando gli intellettuali romantici rivolsero l'attenzione al classicismo e all'archeologia, che Blera tornò ad essere sotto i riflettori, grazie alle esplorazioni e alle documentazioni di studiosi, spesso stranieri. Nella prima metà del Novecento Blera diventa oggetto di studi archeologici, ma, a differenza di molte sue 'vicine' non è mai arrivata ad essere un sito di spicco.
Le necropoli
Eppure attorno a Blera vi sono svariate testimonianze di insediamenti antichi. Tra essi, San Giovenale, i cui resti risalgono al periodo Villanoviano (la fase più antica della civiltà etrusca): le sue vestigia sono diverse piccole necropoli, sepolcri a tumulo e rupestri, alcune fondamenta e pozzi del centro abitato, una strada che collegava la parte 'residenziale' all'acropoli - chiamata Tagliata delle Poggette. C'è poi Luni sul Mignone, insediamento tardo etrusco scenograficamente incastonato tra le rocce tufacee della zona, usato come luogo di culto anche in epoca Medievale. Ma probabilmente la più importante tra le necropoli che si possono visitare attorno a Blera è quella di Pian del Vescovo. Composta principalmente di imponenti tombe a dado (ovvero tombe a camera scavate nel tufo) che si aprono sul costone roccioso dando l'idea - voluta - di una 'scalinata', la necropoli è particolarmente impressionante dal punto di vista scenografico.
Vicoli di Blera
Purtroppo, sebbene queste necropoli siano importanti dal punto di vista storico e affascinanti per qualsiasi visitatore, anche il meno esperto di storia etrusca, non sono siti valorizzati. Non è facile trovarli, e, sebbene gli itinerari per raggiungerli siano suggestivi percorsi nella rigogliosa natura della Tuscia, sono spesso mal tenuti e non indicati a dovere. Ecco che da un lato è proprio questo 'abbandono' a renderle particolarmente affascinanti, ma dall'altro si tratta di mete che meriterebbero di essere più valorizzate.
Nei dintorni
Più avvalorata, anche grazie alla protezione dell'Unesco, è invece la necropoli della Banditaccia di Cerveteri, un luogo splendido dal punto di vista archeologico, lontano anni luce dal turismo di massa eppure ricco di meraviglie come i tumuli monumentali di cui ancora si vedono gli affreschi decorativi. Ve ne abbiamo parlato meglio in questo articolo. Anche l'area di Barbarano Romano, limitrofa a Blera, è ricca di testimonianze dell'epoca etrusca, tra cui la necropoli di San Giuliano dalla quale gli scavi continuano a riportare alla luce dettagli sempre più interessanti: scoprite di più in questo articolo.
Necropoli della Banditaccia a Cerveteri
Essendo la Tuscia una zona che, oltre ai resti etruschi, vanta borghi incantevoli (Blera e Barbarano stessi lo sono) e una natura rigogliosa che mescola boschi e campagne iconiche, praticare archeotrekking è una soluzione perfetta per scoprirla. I percorsi che toccano siti archeologici e punti particolarmente panoramici sono numerosi: qui vi abbiamo suggerito quello che ruota attorno a Vulci.