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Filippo De Pisis arte Novecento

A Roma De Pisis e il fascino per l'antico

A Palazzo Altemps un'accurata selezione di opere restituisce la varietà di approdi ideativi e la ricchezza di accenti dell'artista ferrarese

Filippo De Pisis
Ph. Alvise Aspesi © Filippo de Pisis by SIAE 2019
Filippo De Pisis, Natura morta marina
Restituisce la sensibilità pittorica di Filippo De Pisis e il suo ruolo di protagonista nell’esperienza della pittura italiana tra le due guerre. È la mostra DE PISIS accolta al Museo Nazionale Romano di Palazzo Altemps fino al prossimo 20 settembre che oltre a raccogliere 26 dipinti dell'artista ferrarese pone l’accento su una nutrita selezione di carte e acquerelli. La mostra giunge a Palazzo Altemps dopo la tappa milanese al Museo del Novecento che aveva sottolineato come all'interno della carriera artistica di De Pisis siano state fondamentali la sua esperienza come poeta e l’interesse profondissimo e costante per l'arte antica e la statuaria greca e romana. È appunto al disegno che la mostra a Palazzo Altemps dedica uno speciale rilievo, presentando un campionario di sceltissimi fogli, in un colloquio con l’arte di quell’età remota ma sempre viva e parlante che, ci permettiamo di pensare, non sarebbe spiaciuto a de Pisis vedere realizzato.
 
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L'ARTISTA
 
Poeta e pittore dal talento versatile, Filippo de Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956) è una figura senza confronti nelle vicende artistiche del Novecento italiano. Una vasta cultura, studi classici, l’interesse per l’archeologia e la passione di collezionare cose minute sin dalla giovane età: sono tutti aspetti della personalità dell’artista che a Palazzo Altemps creano una relazione quasi diretta con il gusto per il collezionismo coevo e innumerabile di Evan Gorga, mentre rimandano alla suggestione per il bello antico che aveva nutrito il gusto antiquario del collezionismo cinque-seicentesco delle famiglie patrizie romane. Alle statue di dei, eroi, ai ritratti di imperatori, possono essere avvicinati i ventotto tra disegni su carta e acquerelli con nudi maschili e teste di giovani in mostra.

Filippo De Pisis, Volto di ragazzo -  Ph. Carlo Favero © Filippo de Pisis by SIAE 2019
 
DE PISIS E ROMA
 
La passione dell'artista per l'archeologia è ben evidente negli oli dove la statuaria ideale, il frammento scultoreo vengono inseriti in un paesaggio ora reale ora metafisico. Nel corso della sua vita, infatti, De Pisis ha vissuto a Roma, un soggiorno che ha aperto nuovi percorsi artistici grazie alle suggestioni nate dai capolavori visti nei musei, nelle chiese e nei siti archeologici della capitale.  Roma è inoltre il luogo dove ha iniziato a stringere i rapporti più fruttuosi con l’ambiente artistico, la città dove incontra i primi estimatori e sostenitori. Non mancano nel corso della sua vita di viaggiatore i soggiorni a Parigi e Londra che contribuiscono a creare una personale narrazione che non ha mai ceduto a correnti artistiche, nonostante nella capitale francese si ritrovassero gli esponenti delle principali Avanguardie, promotori di un nuovo stile di pittura.

Filippo de Pisis, Il piede romano - © Filippo de Pisis by SIAE 2019
 
IL PERCORSO ESPOSITIVO
 
Il percorso espositivo mette in scena un’accurata selezione di opere distribuite nell’arco di oltre trent’anni di ricerca, capaci di restituire la varietà di approdi ideativi e la ricchezza di accenti espressivi di una vicenda creativa non ancora sufficientemente riconosciuta in tutto il suo valore. Le suggestioni a cavallo tra pittura e scrittura iniziano per De Pisis a Ferrara dopo l'incontro con i fratelli Giorgio de Chirico e Alberto Savinio quando sotto la loro influenza, sperimenta le prime composizioni giovanili “astratte” su carta come “Natura morta occidentale” (1919).

Filippo de Pisis, Natura morta occidentale - © Archivio fotografico della Fondazione Cariverona © Filippo de Pisis by SIAE 2019
 
Il successivo soggiorno a Roma apre nuovi percorsi ma nel 1925 de Pisis si trasferisce a Parigi, città che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento rappresenta un polo di attrazione per gli artisti e gli intellettuali di tutta Europa. Nascono così nuove ispirazioni e maturano sperimentazioni come nelle “nature morte” del periodo e nei dipinti realizzati “en plein air” in cui il paesaggio non è un’istantanea registrazione visiva ma uno stato d’animo.
 
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IL SOGGETTO UMANO
 
Una costante nella produzione dell’artista è sicuramente il soggetto umano, il ritratto e il nudo virile. È il caso del celebre “Marinaio francese”   e di “Colette” (1933), passando per il confronto con la statuaria antica come ne “Le cipolle di Socrate” o nei molti dipinti dedicati al San Sebastiano, dove ritroviamo in pittura elementi tratti dai suoi disegni. Nei nudi maschili su carta - a volte semplici ma efficaci schizzi a volte opere più compiute con colori e titoli - si nota la crescita e lo studio dell’artista ferrarese.

Filippo de Pisis, Il marinaio francese - © Filippo de Pisis by SIAE 2019
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