La località più conosciuta della Garfagnana è Barga, non a caso inserita nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia. Con la sua ricchezza culturale, storica ed artistica è un punto di riferimento importante per chi si reca alla scoperta dei luoghi meno conosciuti dal turismo di massa. La Casa Pascoli e il Teatro dei Differenti sono legati al grande poeta, che considerava Braga la sua città adottiva. Il Duomo, conosciuto come la Collegiata di San Cristoforo, è uno dei migliori esempi di architettura romanica di tutta la Toscana, ma non mancano altri edifici religiosi affascinanti cosi come diversi palazzi storici. Ma Braga significa anche ottima tradizione culinaria e torna infatti, per il quinto anno, il Festival d’Autunno, in programma il 16 e il 17 settembre.
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Si tratta di un weekend a base di buon cibo e prodotti artigianali della Valle del Serchio che si tiene all’interno del Ciocco Tenuta e Parco, a pochi chilometri dalla cittadina. L’evento, gratuito, propone prodotti artigianali, tessili ed enogastronomici tipici del territorio. Turisti e gourmet possono conoscere, degustare e apprezzare le specialità della Valle del Serchio e della Garfagnana, tra le quali i Presidi Slow Food pane di patate, Biroldo e prosciutto Bazzone, i pregiati salumi e formaggi, il miele di acacia e castagno e l'olio extravergine d'oliva prodotti all'interno del Ciocco, le confetture, il vino, il farro, la birra e tante altre prelibatezze e produzioni locali. Numerosi anche gli espositori di prodotti di artigianato, tessuti in lino e cesti fatti a mano, borse e cappelli, bigiotteria con pietre dure e oggetti in legno, lavorazioni ad uncinetto e lana della Garfagnana.
Il programma prevede anche attività all’aria aperta, passeggiate nel verde della Tenuta, laboratori e iniziative sportive e ludico-didattiche per bambini, spettacoli musicali ed esibizioni di artisti. Il Ciocco Tenuta e Parco, un polo turistico alberghiero immerso in 600 ettari di parco naturale, è stato, nel 1967, il primo Resort in Italia. Deve il suo nome proprio a Giovanni Pascoli: tra le opere che compose durante la sua permanenza in questi luoghi c’è infatti una raccolta di poesie conosciuta come “I Canti di Castelvecchio”, tra cui una si intitola proprio “Il Ciocco” e racconta di un gruppo di contadini seduti attorno al focolare a parlare della vita mentre guardano il fuoco consumare lentamente il ciocco, il ceppo da ardere.